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Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
(Italo Calvino)

 

CON TATTO

Per gli aculei del mondo
non ho più mani,
le tue puoi darmi,
rimosse radici di vita.
E se quel lieve contatto
di rosa sfumato
è sol nostalgia
di quel che ho donato
respiro divenga energia.
Al mio alato pensiero
che vago si muove
tra il fuoco ed il vento
non comando parole
raccolgo calpestata armonia.

(Inedito)

 

NON ASPETTARE PER VIVERE

Non aspettare per vivere.
La vita è nel cristallo
che rifulge di sole,
è nel battito d’ali
di una colomba,
vita è l’evento
che non avevi atteso,
la nudità dell’albero a settembre
il silenzio in un respiro.
Non aspettare per vivere.
Se necessario
smetti il tuo dovere,
vai ad osservare
un gatto o una donna
che porta fiori al cimitero,
accendi una fiamma
per chi ci ha lasciato,
per un estraneo malato
e per il mondo intero.

(Inedito)

 

PORTAMI PAROLE D’AMORE

Portami parole d’amore,
che mi guariscano dalla paura
di realizzare il mio disegno,
di non averne la forza.
Portami la luce dell’Equinozio
nel giorno di contemplazione
che tanto mi appartiene
eppure mi sfugge.
Portami te,
il tuo chiaro fiore
che oggi voglio odorare
e il raggio tuo, Sole,
di cui non sono che l’ombra.

 

LA ROSA

La rosa,
quella gemma vermiglia che irrompe nel cammino
dopo vaghi e isolati meriggi
di libertà conquistata a ogni metro
come una bacca di bosco spogliata
delle sue lacrime a maggio mi appare.

 

O MUSA

O Musa
quale miracolo
di giugno adorato
schiude la pioggia.
Quale visione dolce e piena,
ritrovarsi vivi
verso il villaggio la cima le aquile,
respirare colore.
Gli occhi coperti di pianto
per il nuovo giorno che nasce,
o Musa
quale miracolo.

(Poesie tratte dal libro “Accessi di eternità“, Controluna Edizioni, 2021)

 

Marco Sestini nasce alla vigilia dell’equinozio d’autunno del 1989.   A ottobre 2021 è uscita per Controluna Edizioni la sua prima silloge poetica, intitolata
Accessi di eternità”.
I suoi versi, essenziali e lirici a un tempo, dallo stile in costante evoluzione, tessono la trama di una biografia interiore complessa, a cavallo tra le cruciali domande
sull’esistenza umana, in apparenza insolubili, e l’anelito spirituale capace di avvicinare il terreno al divino, e viceversa.

LO SCAFFALE POETICO
Segnalazioni editoriali interne (o contigue) al mondo della poesia.

  • Antonio Spagnuolo, Riflessi e velature, La valle del tempo , 2023
  • Tiziano Broggiato, Il copiatore di foglie, I Quaderni del Battello Ebbro, 1998
  • Alberto Ronchi, Anni meravigliosi, MODO INFOSHOP, 2019

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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