I giorni paiono settimane
le settimane giorni
gli anni, minuti scanditi
da passi veloci.
Vorrei rallentare
il tempo
guardare fuori dal finestrino
respirare.
L’odore del sale
il profumo del sole
un bimbo che gioca
con un pallone.
Urla sguaiate
schiamazzi felici
riecheggiano gravi
da un passo carraio.
Rallentiamo il passo
freniamo la corsa
apriamo le persiane
al rosso dell’alba.
Fior di mimosa
per la mia sposa
un mondo pulito
per le mie figlie.
Strapperei la luna
da un cielo di stelle
per far della terra
un prato senza guerra.
Il padre padrone
lo sterco presente
il retaggio antico
dello schifo passato.
A voi donne di ieri
di oggi e domani
luce del tempo
speranze e futuro.
Vorrei poter dire
di un mondo più puro
di sogni reali
in un mondo di uguali.
Son poche parole
di rime contrite
ma il vento di un saggio
vorrei solo avere, il vostro coraggio.
(Cristiano Mazzoni)
*
A distrarsi non c’è modo
Se quel solido mancarsi
non si strugge di difetti
nella grazia e nella fuga
Alimentarsi, essere nodo
Razionare sopra specchi
Quella ruga sulla faccia
Inseguire il poco miele
Nei recessi più cortesi,
e mai perdere la traccia
dei tuoi passi, nei miei sogni.
FERRARA GIUDEA
Di chi è il nome
seguire il gioco
del silenzio
tra rimbrotti e
serpentine
ora di chi è il
nome
sul rosso vinoso
sangue
bianca la pietra.
(Giorgio Bolla)
*
LA POESIA
Sguardo sul mondo
e carne sensibile
appena rivestita
di parole come ponti
gettati fuori
disvelando memorie
come perle nascoste
e note da cantare
forte, o sommesse
lame delicate
a sbucciare l’anima.
(Anna Rita Boccafogli)
*
IL NIDO
L’eredità degli alberi
come resti di memoria
nel cavo caldo o abbandonato
risuona.
Architetture distopiche
tra becchi saliva e canti.
Un nido
io bramo
in bilico
fra desideri di cura
e l’inquietudine che
alle ali appartiene.
Il vuoto di paglia e rami
rimbomba nell’eco silvestre.
Ormai schiuse le uova
non più di pulcino
le mie forme.
Ora
paladina forse
nel mondo
spogliata nel candore
dalle mie piume ovattate.
Artefice arredo
stanze nel tempo
e ne riconosco il valore
e la contraddizione:
regali sono
di libertà e prigionia.
Il nido resiste
all’impeto del vento e di piogge improvvise
E io mi chiedo
come faccia
a non scivolare sulla solitudine della terra.
L’immensita’ fragile di steli e fili d’erba secchi
questa la meraviglia che mi circonda.
(Lidia Calzolari)
Pierluigi Guerrini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.
Francesco Monini
direttore responsabile
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
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