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In fondo, non siamo tutti senza qualcosa? Un albo ‘silent’ ce ne parla

Il contatto umano a colmare un vuoto interiore, una necessità di cui ci siamo resi conto anche grazie agli eventi degli ultimi anni. Quel contatto che ci è a lungo mancato e che, ancora, stentiamo a recuperare. Tutti abbiamo un vuoto da qualche parte e per qualche motivo, tutti abbiamo un senza.

Dal latino absĕntiā, la preposizione impropria ‘senza’ sta per privo di, privato di, mancante di, sprovvisto di, spoglio di, sfornito di, con l’esclusione di, in assenza di, in mancanza di.

Catarina Sobral, giovane illustratrice portoghese, ci porta a riflettere su questo termine, con il suo colorato e accattivante ‘silent book’ Senza, Kite edizioni, traduzione italiana, appena uscita, della versione originaria Vazio, vuoto.

“L’idea del libro”, ha dichiarato l’autrice, “nasce dall’idea del personaggio, la cui sfida maggiore è stata quella conferirvi espressività, essendo solo una forma, una silhouette bianca. Ho iniziato a farlo attraverso la posizione del capo, la curva del corpo, e soprattutto con il naso”. E lo ha fatto benissimo, aggiungiamo.

Il personaggio è trasparente, si vede tutto attraverso di lui, è vuoto. Di fronte a sé stesso e agli altri. Nel libro il lettore segue le vicende di una giornata tipo di questo simpatico omino, ogni pagina riserva una sorpresa. Con delicatezza e grazia, seguiamo le vicende di chi cerca di riempire un vuoto, non è facile farsi capire quando non si usano le parole. E qui sta la maestria di questa magnifica artista. E poi la bellezza di questi volumi senza immagini è proprio la libertà di interpretazione che viene lasciata al lettore. Ciascuno può vederci quanto crede. Ciascuno fa la sua storia e il suo cammino. Sono le immagini che contano. I colori, le diverse grane, il mix di vari materiali portano il contrasto tra il personaggio e il mondo.

Siamo di fronte, quindi, alla storia di un uomo ‘senza’ che, con la sua simpatica borsetta rossa, si muove disperato alla ricerca di un senso per la sua vita (anche questo, come tutti). Cerca anche aiuto da un medico, che analizza ai raggi X la sua ‘mancanza’. Esce, prova a passeggiare a zonzo, ad andare al supermercato affollato, al parco silenzioso, a mostre variopinte, a vedere e incontrare gente. A toccare la vita. Si riempie di cibo e di fiori. Le cose lo invadono, cercano spazio in lui, provano a riempire quel vuoto. Carino quell’uccello in gabbia, ma lo è forse come lui?

La pioggia è trasparente e lo attraversa, non gli serve un ombrello, persino un pupazzo di neve dal naso di carota e con berretto a pompon ha più spessore di lui.

Cosa manca, cosa manca? Dove cercarlo? Perché non lo capisce? Perché non lo capiamo? Le prova davvero tutte. La sua sofferenza si risolverà solamente quando incontrerà qualcun altro (a), che sarà ‘senza’ anche lei. Lei, la signora ‘Senza’ (‘Vazia’) con il suo libro in mano. Cosa mai leggerà? … Forse due ‘senza’ possono essere destinati a risolversi a vicenda. Il suo lato-omologo femminile. Due cuori che si uniscono. Chissà.

È vero, a volte possono succedere delle cose nella nostra vita a seguito delle quali ci sentiamo vuoti, o meglio svuotati. Senza noi stessi, senza la nostra anima, senza i nostri sentimenti, senza qualcuno, senza qualcosa, senza senso, senza felicità, senza direzione. Che cosa si può fare? Sembra una situazione senza scampo, senza via di uscita (ancora altri senza…). A meno che non incontriamo qualcuno o qualcosa che ci portano a ritrovare noi stessi. Che ci ridanno la direzione, alla luce di un romantico lampione lunare.

Ma a voi la vostra interpretazione. Buon viaggio!

PS: intanto vi dico solo che questo “senza” è veramente pienissimo di tante cose e idee….

Catarina Sobral

Nata a Coimbra in Portogallo nel 1985, dopo aver studiato Graphic Design, si è laureata in Illustrazione e ha iniziato a pubblicare libri illustrati e lavorare come illustratrice freelance. Sebbene non usi una sola tecnica, la sua preferenza ricade quasi sempre su una tavolozza di colori limitata e le piace esplorare la miscelazione di trame e motivi in ​​immagini ricche e bidimensionali. Ad oggi, ha illustrato tredici libri illustrati e ne ha scritti dieci. Ha anche diretto un cortometraggio animato intitolato Ratio Between Two Volumes, prodotto da Animanostra Portugal, che è stato nominato per il National Animation Award (2018) ed è stato selezionato per alcuni festival cinematografici. Sta anche producendo un programma radiofonico per bambini, con testi di alcuni dei migliori autori portoghesi per un pubblico giovane musicati da  Bruno Santos. Oggi vive e lavora a Lisbona.

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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