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21 novembre, giornata nazionale dell’albero

Ai miei affezionati lettori ormai è noto quanto gli alberi e la foresta siano per me importanti oltre che grande fonte di ispirazione, in quanto costante elemento di continuità con l’universo. Parte integrante di esso, noi con loro, imprescindibili l’un l’altro, avvolti in un legame indissolubile.

I bambini forse ne sono più consci degli adulti, nel loro girovagare libero e leggero per prati e boschi, capaci di abbracciare un albero o di accarezzarne teneramente e delicatamente la spessa corteccia. Loro sanno anche (e ancora) arrampicarsi spensieratamente sugli alberi, sicuri che i rami li sorreggeranno, magari attratti dal sogno di farvi sopra una bella casetta, il cui tetto non sia altro che la folta chioma del loro fedele amico. Bei tempi, quando anche noi abbracciavamo gli alberi o avevamo la voglia, la possibilità e la libertà di passeggiare a piedi nudi sull’erba.

A guidarci in questo mondo fatato, regno di una biodiversità che fa bene a tutti, pianeta in primis, ci sono tanti albi illustrati ma oggi due verranno regalati a voi, sensibili lettori.

Il primo è Alberi, di Tony Johnston, illustrato da Tiffany Bozic, Nord Sud Edizioni (2021), dedicato a tutti coloro che amano davvero gli alberi. I disegni di questo bellissimo e colorato volume sono stati possibili grazie agli stessi alberi: tutti dipinti, infatti, su tavole di legno d’acero, indica l’illustratrice in nota finale al libro, dalla sua casa di campagna in California, sotto alte e gigantesche sequoie. Tiffany ha un tratto elegante, deciso, colorato, caldo e magico. Coinvolgente, profondo e unico (scorrete il suo sito e ne resterete immediatamente conquistati…).

Nei disegni di Alberi ci sono i kapok, le querce, gli alberi della canfora, gli aceri palmati, le sequoie, i meli, le betulle, i pini di Jeffrey, i salici piangenti e varie foglie e rami. A tutti loro dobbiamo l’aria che respiriamo, le case in cui viviamo, i tetti che ci proteggono, i libri che leggiamo, la diversità che celebriamo, la bellezza che ci circonda. La vita, insomma.

Tiffany Bozic

Gli ingredienti sono tanti. Tratti delicati e avvolgenti, così come le parole che li accompagnano, che partono dalla credenza degli antichi greci che gli alberi fossero esseri viventi a testa in giù, con la testa nelle radici. Terra e aria, radici e foglie. Cuore ed energia. E poi la fotosintesi chesadimagia, tramite la quale gli alberi rilasciano ossigeno, fondamentale ed essenziale alla vita.

Gli alberi amano il cielo, tutto quell’azzurro che sta sopra di loro, immenso stupore attraversato dai raggi solari che illuminano cose e anime. Fitti fitti, zitti zitti, ne amano anche le multiformi nubi irriverenti e velate, alle quali si protendono, quasi a volerle toccare e accarezzare.

Durante il giorno assolato porgono i loro rami possenti ad accogliere il cinguettio degli uccelli, durante la notte argentina li tendono alle stelle ballerine che brillano e alla magica e trasparente luna. Verità, purezza e nobiltà, questo sono gli alberi.

Hanno foglie verdi che brillano, che luccicano al passaggio della rugiada e della pioggia, sono forti, sbocciano in fiori rosa o candidi come la neve, come la neve portano felicità.

Sono vecchi, antichi e secolari, con tanti faticosi anni negli anelli dei loro maestosi tronchi, tante storie vissute e viste vivere, tante estati, primavere, autunni e inverni. Anni e secoli. Sempre lì, coraggiosi, amici, come gli amici sanno essere e restare, disponibili a invitare ad arrampicarvisi sopra. Invito ben accetto e presto accolto, soprattutto dai bambini e da tanti simpatici animaletti, che ricordano i pelouche dei regali di Natale di un felice e spensierato tempo che fu.

Gli alberi offrono ombra ai passanti stanchi e a quelli meno stanchi, a chi è allegro e a chi è triste. Un refrigerio che fa bene. Bello leggere all’ombra di un albero, noi e lui, soli. Perché siamo foresta.

E qui arriva il secondo albo di oggi, dell’italiana Nadia Al Omari, per il testo, e del peruviano Richolly Rosazza, per le illustrazioni: Siamo foresta io e te, Kite Edizioni (2022), un volume sorprendente e delicato che parla di natura e deforestazione. Questo terribile mostro.

Richolly Rosazza

Una scimmietta dalla coda riccia sbircia fra gli alberi, ha gli occhi furbi e pare molto curiosa. Tanti fiori e piante intorno. Una bambina ama così tanto un albero da sognare l’incubo più tremendo, che venga abbattuto e portato via. Un rumore assordante, la foresta grida, gli uccelli scappano impauriti.

La bambina dai lunghi capelli lisci e con il suo bel vestitino bianco, corre nella foresta, va da lei, vuole vederla e sentirla, assicurarsi che tutto vada bene, è preoccupata. Fermandosi in quel luogo magico, respira aria, luce e verde, mentre una coccinella curiosa spunta fra le foglie.

Sente la geografia della corteccia, mentre una farfalla rossa le sorride. Il suo amico albero, dov’è? Dove sono i battiti del suo cuore? Dove porta il respiro del suo corpo caduto? Pesanti sono i temibili passi di chi, senza scrupoli, si aggira per la foresta e abbatte gli alberi per portarli via…

Ma la bimba si sveglia, è nel suo caldo lettino, per fortuna è un solo un brutto sogno: l’albero è proprio lì, dove è sempre stato, alto come non mai, imponente, vivo, eretto verso il cielo. Che bello capire che potrà di nuovo arrampicarvisi fino in cima e vedere il mondo, quella meraviglia vivacemente colorata, da lassù, sentire le voci della terra sussurrare segreti. Che sollievo!

Mentre il cielo si apre e il sorriso torna, bimba e albero restano ad aspettare la luna, a respirare uniti. In silenzio, insieme, all’unisono. Perché insieme sono foresta. Per sempre.

 

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.

 

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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