ROMA: GIORDANO BRUNO (IL FILOSOFO) AL ROGO
FERRARA: GIORDANO BRUNO (IL PARCO) IN GABBIA
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Roma, 17 febbraio 1600, il grande filosofo nolano Giordano Bruno viene messo al rogo a Campo de’ Fiori (quando ci passate guardate per terra un tondino che ricorda il punto esatto).
Ferrara, in data da destinarsi ma prima delle prossime amministrative, il Parco Giordano Bruno sarà ingabbiato dall’Amministrazione Comunale. La sentenza verrà eseguita dal noto vicesindaco Naomo Lodi.
(Francesco Monini)
La denuncia del Comitato Giordano Bruno
Il tutto, senza il minimo rispetto dell’idea urbanistica del quartiere Giardino, che ha nel parco Giordano Bruno uno spaccato verde di passaggio, uno snodo vitale e coerente, che da domani diventerà una gabbia respingente.
Scelto da Periscopio
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
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Caro Francesco, mi ha fatto un po’ sorridere la chiamata in causa del (più citato che praticato, si direbbe) grande Giordano Bruno. Perché, lemme lemme, quatto quatto, ormai da qualche annetto, il giardinetto ha cambiato la sua titolazione. Qualcuno se ne è accorto? C’è una bella targa nel prato principale – che lascio alla personale scoperta rispetto al nuovo intronato (senz’altro figlio dei moderni tempi e segno premonitore della cultura verso cui si sta virando). Abito da 10 anni davanti a quelli che chiamo “Giardini ex Giordano Bruno”: tutto sommato, mi pare di fare un po’ un favore all’incolpevole Bruno di una così triste dedica. Mi piace però osservare con attenzione i dettagli, specie dei posti in cui vivo e che frequento quotidianamente e il loro mutare nel tempo. Una percezione da semplice cittadina, nemmeno ferrarese, che ogni giorno attraversa più volte l’area verde con il proprio cane. Ogni giorno da diversi anni, da diverse Giunte. C’è stato un tempo, negli ultimi 10 anni, in cui il parchetto ha brillato della sua miglior luce? Non lo ricordo, confesso. E’ un’area da cui non transiterei (né oggi né un tempo) dopo il calar del sole, anno dopo anno sempre più sporca, malmessa e mal frequentata. Da quando la osservo, luogo di traffici sotto la luce del sole, presidiata talvolta dalle unità cinofile, da quando esistono a Ferrara; un tempo dalla Municipale, poi dalle camionette dell’Esercito Italiano, più recentemente dalla Polizia di Stato. Tendenze anche queste che potrebbe dire qualcosa. Qualche gruppo di ragazzi nel fine settimana al campetto terroso da pallavolo, qualche avventore al chioschetto (che ricordo aperto fino a qualche mese fa), qualche tiro ai canestri. Negli anni, qualche banchetto per tentare di rivitalizzare l’area e a cui ho preso parte anche io, qualche tavolata mangereccia o bevereccia, qualche associazione con le proprie attività. L’indomani, ahinoi, tutto come prima. Questo per dire cosa? Intanto che, nel novero delle soluzioni al degrado, i cancelli non piacciono nemmeno a me: aprire le menti chiudendo gli spazi, mi sembra più un ossimoro che una buona pratica da implementare. Da cittadina che osserva mi sento però dire che c’è una certa trasversalità alle diverse amministrazioni rispetto alle gestioni che non funzionano, alla cecità rispetto a problemi (“una percezione”, come venne liquidata dall’allora primo cittadino), alla poca solerzia nel tentar soluzioni. Peggio ora, meglio prima? Forse non è l’aspetto più utile per trovare soluzioni creative. Da cosa partire? Intanto, da un’osservazione onesta: le panchine, l’erba alta, il chiosco chiuso, il beach tennis mai partito. Ma anche: sporco, immondizia, spaccio, gabinetti a cielo aperto. Ad ogni situazione critica possiamo mettere “un nome e un cognome”, i responsabili del degrado sono lì da guardare: alcuni siedono senz’altro in Comune, gli altri li puoi incontrare ai giardinetti tutti i giorni. Da un lato, possiamo provare a influenzare le politiche, facendo sì che rispecchino maggiormente lo spirito dei buoni cittadini; dall’altro, possiamo migliorare noi stessi per indurre un effetto contagio dal basso all’alto, all’intorno lavorando sulla cultura e la sensibilità dei nostri concittadini, ferraresi e non.
Si parla nel commento di Barbara Ascari, di nuova targhetta con nome nel parco, ma non si capisce quale sia il nome, forse hanno rifatto la targa con in nome di Giordano Bruno? 🤔 Comunque che ci possono essere dei problemi, nessuno lo nega ma cosa serve recintare. Nulla se non, limitare il movimento delle persone. Quando il Parco del Grattacielo, non era recintato, si poteva andare in stazione FS, passando dal vialetto a fianco del Bar Venezia scendendo per esempio dal Bus alla fermata li di fronte, ora credo non sia più possibile. La stessa cosa dicasi per quell’altro di Via Piave, se si tagliava giù per il prato, riuscivo a raggiungere la fermata del Bus al Bar Fiorella accorciando il percorso. Ora non si può più fare. E comunque vedere recintata un area vede, a parte dare l’idea di una prigione, vicino alle Mura Medioevali non si può vedere. Ma Sgarbi che, si indignava perché avevano abbattuto il municipio pericolante di Sant’ Agostino, non più recuperabile dopo il Sisna 2012, non ha nulla da dire? Forse è troppo preso dai sui numerosi incarichi istituzionali ( addirittura sindaco in due comuni, sottosegrerio alla cultura, ed altri) però trova il tempi di andare la Domenica pomeriggio in Tv ad offendere le donne, non c’è mai in televisione Sgarbi vero?😡