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Sabato 25 novembre, al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il coro SonArte e l’Associazione Culturale Ultimo Rosso hanno presentato “Il Cammino delle Donne – Canto e Poesia”. Pubblichiamo di seguito le poesie lette all’evento da un gruppo di poetesse di Ultimo Rosso.

L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide.
(Gino Cecchettin)

Continuo a morire (di Rita Bonetti)

Mi ritrovo a gridare sotto il cielo
nell’ombra che mortifica ogni cosa
non sono abbracci
le raffiche che mi sferzano la schiena

un grido nel grembo
in bocca
l’amaro di astio e sconfitte

non so quando
se ieri o più di un anno fa
ho schiacciato i ricordi
sotto le costole

e senza aspettare risposta
continuo a morire.

 

Eppure c’è (di Anna Rita Boccafogli)

una forza irriducibile
che si vuole soffocare
dove la paura rende
la libertà
privilegio di pochi
esercizio di potere

nutrito di sopraffazione
controllo sulla vita
sulla gioia e sull’essere
sulla dignità e l’autodeterminazione.

Eppure esiste
una forza irriducibile
pur strozzata
da argini e dighe
costretta in flussi carsici
disconosciuta o negata
nella rassegnazione o nel cinismo
nell’abdicazione nichilista
della rinuncia e della resa.

Ma pulsa
questa forza irriducibile
sussurra nel silenzio
incrina certezze
pone domande scomode
raggiunge punti di non ritorno
prorompe come onde
impetuose
grida il diritto alla vita
ai colori, alla musica, ai capelli al vento.
Se tutto è collegato nella rete della vita,
non esiste libertà se non è per tutti.

 

Una vita (di Chiara Scaglianti)

Disegnare sull’asfalto
una vita che ha perso quota cadendo dall’alto
su un prato disseminato di ordigni
celati da fiori di lacrime pregni.
Blocchi di marmo tra i pensieri
le paure di oggi sono i ricordi di ieri
di un silenzio isolato
tra bisogni ignari in un corpo celato.

A piedi nudi nel selciato
l’ignara sapienza travestita da opulenza
si dilegua senza sosta
dove i sogni sono fuori rotta.

E’ salvezza senza lutto
è ebbrezza senza ardore
è una luce senza timore
che nell’aria muove al sole.
E’ avorio senza valore
ma che vale più dell’immenso amore
di una madre che culla un figlio
e muove i passi nel suo regno.

Libera è questa voce che ha trovato le parole
rompendo gli argini di storie morte
ha raccolto le gioie
di un tempo nuovo che è il perdono.

Brilla, brilla
l’atteso ritorno di una vita che sembrava vuota
si muove veloce come ruota
di un carro che trasporta la speranza.
E avanza
coltivando le sue radici
fiore all’occhiello di un giardino
che ha accolto il sorriso di un bambino.

 

Le madri benedicono (di Cecilia Bolzani)

Questi volti seri
avvolti da teli termici
sono figli e figlie

Le loro madri
li hanno visti partire
soffrendo e sperando

col cuore spezzato
con una preghiera
con un talismano

una lunga via verso nord
poi il deserto
poi il mare

poi… le onde
alte, su questo guscio
aiuto, madre aiuto

giovani vecchie donne
a lavorare
a cucinare
con la mente a nord

il cuore lo dice
il cuore lo sa
se il pericolo è superato

aspettando
una chiamata
mamma sono a nord

figlia hai mangiato
dove dormi
ti rispettano
figlia….

Ringrazia chi ti accoglie
pregherò per loro
ringrazia per me
tua madre li benedice.

 

Un passo alla volta (di Maria Mancino “Maggie”)

Ho un profumo di infanzia sulla pelle
e gocce di ricordi dentro occhi
ho terra tra le mani
e margherite tra i capelli
ho un vestito sul fondo rammendato
e scarpe di tela consumate
ma i miei piedi sono scalzi
e sui sassi san ballare
i miei piedi fanno passi uno alla volta
nell’incerto mio cammino
sulle spine e in mezzo ai rovi
tra le primule e le viole
Principessa senza anni senza anni
dalla sua fragilità nasce la donna
come il grano tra le zolle
come un fiore tra la crepa
come il sole quando è giorno
Ho un profumo di donna sulla pelle
e coraggio conquistato non so quando
ho storie scritte con il sangue
e ricordi conservati dentro al petto
Ho strade attraversate nella notte
e sentieri percorsi ad occhi aperti
ho un mazzo di rose di rimpetto
e spine senza punta tra le mani
Ho un abito di seta nell’armadio
e scarpe nuove da indossare
ma i miei piedi sono scalzi
i miei piedi come suole
fanno passi uno alla volta

 

Donne della mia storia (di Marta Casadei)

Mi domando
se ho fatto la mia parte
se la mia anima un poco vi somiglia
adesso che mi guardo nello specchio
e mi vedo una di voi
donne della mia storia antiche rocce
brunite
come la terra
madre
che avete custodito
con lavoro paziente
e a voi ha affidato
i segreti della vita.
Donne
dalla dura pelle
solcata dagli anni
dai sorrisi rari
preziosi come perle
voi che siete passate
silenziose
come le vostre madri
e le loro madri
e tutte le generazioni
di donne
che hanno salvato il mondo.

Cover: ROBERTA BARBIERI, CECILIA BOLZANI, CHIARA SCAGLIANTI, tre poetesse di Ultimo Rosso tra le protagoniste dell’ evento del 25 novembre.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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