Parole a capo
Cecilia Bolzani: «Il silenzio si fa musica»
Cecilia Bolzani: «Il silenzio si fa musica»
E’ la silloge poetica d’esordio di Cecilia Bolzani, Bertoni Editore, 2025. Le poesie scorrono piene di musicalità mai appesantite da rischiosi sperimentalismi o costruzioni letterarie indecifrabili. Nella postfazione, Rita Bonetti nota che “Cecilia entra con passi di silenzio nelle nostre stanze per lasciarvi impronte leggere ma indelebili.“
La struttura di questa opera prima è scandita dal ritmo di alcune sezioni “tematiche”: “Melodie“; “Dediche” e “Natura sorella“.
L’esordio della prima sezione è lasciato alla poesia riportata sulla copertina: “I miei passi“.
I miei passi
Nel seme posto a dimora.
Nel rosa fiore di pesco.
Nel tramonto dietro i rami del pino.
Nell’azzurro sulle ali del rapace.
Nel silenzio vicino al mare.
Nel bosco alpino.
Nei vicoli freschi del borgo antico.
Negli occhi enigmatici della mia gatta.
Nelle immagini dei naufragi.
Nel fumo nero delle macerie.
Nelle campagne inondate.
Nella musica nelle parole.
Nelle nostre risate…
Libero i miei passi
In questa parte del libro si rincorrono sentimenti, emozioni, ricordi che lasciano trasparire dolori non del tutto sopiti.
Il paese dei balocchi
Suoni calore colore sorrisi:
il paese dei balocchi
ammalia, illude.
Libro nella spirale colorata,
nessuno nota la mia
dissonanza.
Traccia dolce amara
Tempo breve lascia una traccia
dolce amara…
Gli oggetti continuano a parlare.
La stanza muta ci strazia, le parole
rimbalzano, si frangono inutili.
Una bolla oscilla dal cuore alla
mente rinnovando il vuoto.
Si celebrerà la Pasqua
senza campane e senza doni,
Ma la vita che ritorna alla vita,
piano piano mostrerà
il cammino.
La seconda parte contiene numerose “dediche”, pensieri a parti di universo – mondo. Ad esempio agli immigrati morti annegati nel Mediterraneo, ai bambini africani, ai bambini palestinesi, alla giornata della Memoria, ai disastri dell’alluvione in Romagna e alla innegabile capacità di quelle popolazioni di rialzarsi, di reagire, non aspettando aiuti dall’alto che arrivano sempre tardi e insufficienti (“Tieni botta!” e “Colline“).
Colline
Verdi
coltivate
ordinate
Gialle distese
limitate
dal bosco
bianche case
linee seminate
rettangoli fioriti
Vedute
armoniose
laboriose
Orgogliose
come uliveti
vigneti antichi
Ora calanchi
alberi divelti
giù giù…la terra scivola
strada ferrata
sospesa
sul nulla
interrotta
spezzettata
la via di casa
arriva l’acqua!
“Natura sorella” impone con forza una realtà sempre più violata e piena di “Squilibri“.
Squilibri
Raffiche, nubi rotolanti pioppi
piegati bianche sfere distruggono.
Il cielo incombe su
strade, passanti, case.
La passeggiata è ora affanno.
Aria, acqua, fulmini
mostrano equilibri e squilibri.
Spazio umano devastato.
La natura ha ripreso il suo posto,
agli umani, colpevoli, che resta?
In “Azzurro vento di Marzo“, la Bolzani conclude con alcuni versi che non concedono repliche. “(…) La forza della natura / affascina, sfida a trovare un senso. / La violenza umana / spaventa, col suo nonsenso.” L’ultima poesia del libro riprende il titolo della silloge. E’ un inno alla gentilezza: “(…) Nel cuore gentile / si annida / l’amore / che scioglie le lacrime. / Un gesto gentile / salva: / è il primo passo / del cammino”.
Cecilia Bolzani è nata a Ravenna, vive a Ferrara dove ha insegnato Lettere in Istituti Secondari. Ha svolto studi letterari e teologici. Nel 2022 ha contribuito a fondare l’Associazione culturale “Ultimo Rosso” di Ferrara di cui ricopre la carica di Vice-Presidente e con la quale ha partecipato agli eventi poetici da essa organizzati a Ferrara ed in altre località emiliane.
Foto di Christel da Pixabay
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Pierluigi Guerrini
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
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