SINOSSI
Tenete presente una pressa? Ecco – come una pressa comprime i materiali, la poesia comprime le parole. Le parole della poesia diventano spessori di significati, simboli.
Un treno non può essere “imbecille” perché sottrae le adorate labbra all’amato, ma nella poesia lo diventa. Una misteriosa fobia diventa “una bestia ferita che non vuole farsi toccare”, nei componimenti di Nicola Corrado. O come in quelli di Esmeralda quando descrive “un soffio di ribelle libertà dissolto infine dal lieve tocco di un angelo“ o in quelli di Vincenzo Russo quando “ritagli di tempo“ appaiono “racchiusi in un pragmatico segmento“.
Quello che la prosa non riesce ad esprimere fino in fondo, poiché la parola in se’ non aderisce fino in fondo alla complessità della vita, tende a farlo la poesia.
La prosa produce SIGNIFICATI, concetti chiusi, limitati, finiti, euclidei. La poesia al contrario produce SIGNIFICANTI, concetti aperti, salti quantici, illimitati, indefiniti, riproduce cioè nella sua capacità di sintesi la complessità della vita con le sue più sottili sfumature.
PREFAZIONE
Davvero cerca con un filo di luce e il suo respiro, fumo di una candela. Conta davvero poco il poeta, l’essere invisibile nello spazio enorme, chi lo vede chi sa se c’è o non c’è? Allora cammina col suo vestito d’ansia, davvero parla con un filo di voce. Qualcuno da lontano ascolta confuso, si volta per cercare, per vedere, per sentire ancora. Conta davvero poco il poeta, mendica parole ad angolo della sua strada, braccato dalle stelle, dai sogni, dai giorni, dai suoi stessi pensieri. Siede in silenzio nel buio, mentre gli uccelli si chiudono nelle loro ali. (di Francesco Santini)
RITA CONSIGLIO
In arte Esmeralda, nasce a Palermo l’8 luglio 1987. Nel 2009 si trasferisce a Ferrara, dove attualmente risiede. Fin da bambina mostra uno spiccato talento per il canto, il teatro e la scrittura. Dall’età di 9 anni studia canto con un’insegnante di canto lirico e pianoforte, ma la sua anima è pop. Negli anni delle medie inizia a scrivere racconti. Sempre in quel periodo inizia a recitare ed è solista del coro della scuola, con il quale partecipa anche alla trasmissione Rai I fatti vostri. Ha la fortuna di conoscere diversi artisti come Patty Pravo, Giorgia e Fiorello. In seguito vince numerosi concorsi canori locali e nazionali, esibendosi con brani di Celine Dion, Mina, Witney Houston, Giorgia etc. Tra questi si ricordano il Delfino d’argento di Alcamo, Voce sull’onda, svoltosi nella sua città natale e concorsi nazionali. Nel 2006 si diploma in lingue. Da sempre ritiene il mare e i viaggi la colonna sonora della sua vita. Recentemente ha fondato un duo dal nome Esmeralda e il ladro di sogni, assieme all’amico Daniele Pirazzoli. Attualmente sta lavorando a diversi progetti in campo artistico. Inizia gli studi teatrali nel 2019. Dapprima con un corso di dizione e lettura espressiva tenuto dall’attrice e speaker Simona Sagone, poi con la compagnia teatrale Fonè diretta da Massimo Malucelli della Scuola Florestano Vancini di Ferrara. Ne fa parte ormai da due anni. Predilige il genere drammatico e poetico, scrivendo lei stessa alcuni componimenti e aforismi. Tra i progetti futuri la pubblicazione di un audiolibro da lei scritto e interpretato e la pubblicazione di alcune sue opere all’interno di una collana antologica.
Luna
Risplendi la notte,
ti eclissi nell’alba.
Tra mutevoli maree,
risvegli sopite malinconie.
Eppure, vista coi tuoi occhi,
la città sembra diversa.
Nella tua luce abbagliante sono nati amori,
si sono avverati desideri.
Nel canto dei grilli
i falò sulla spiaggia si accendono.
Iniziano danze,
risuonano concerti. Si odono voci lontane,
le stelle tracciano sentieri.
Quando d’argento riappari a brillare,
ci ricordi che un altro giorno è finito
e che La notte sta per arrivare.
Dall’alto osservi il mondo e tutte le sue anime.
Luna,
Io sono come te.
Risplendo eppure resto mistero
NICOLA CORRADO
Vive e lavora a Napoli, dove ha studiato lingua e letteratura tedesca presso l‘Istituto Universitario Orientale con una tesi su “Romeo und Julia auf dem Dorfe” di Gottfried Keller. La passione per la letteratura ha determinato la svolta professionale ed esistenziale della sua vita, quando, dopo un iniziale e lungo impegno professionale in campo tecnico, si è dedicato definitivamente all’insegnamento della lingua e letteratura tedesca. Parallelamente ha scritto di scuola e di disagio scolastico su riviste specialistiche, forte della sua esperienza accumulata negli anni alla ricerca della propria realizzazione. Le virate di bordo nella sua vita sono state pertanto numerose e tutte finalizzate alla scoperta di se stesso. La scrittura di racconti, pubblicati qualche anno fa con il titolo di “Se non esci non vendi” e talvolta di poesie, alcune delle quali raccolte nella presente pubblicazione, ha accompagnato l‘autore nel suo percorso di crescita, connotando la sua biografia emozionale di momenti altamente significativi.
Dea azteca
Ti ho cercata come la perla nera
nei mari del sud.
Il tempo di trovarti,
cuore di tenebra,
squarciato per incanto dall’avorio regale di un sorriso,
per lasciarmi all’improvviso
alla solitudine ferrosa di una stazione di periferia.
Dove ti porta questo treno imbecille
Adesso che ero per aprirti il mio cuore
Dea della notte azteca?
Perpetuerò l’inganno,
annuncerò mille volte
di parlare rapito alla tua anima,
mentre lo so mille volte bene
che è la porpora della tua bocca
che sto inseguendo.
VINCENZO RUSSO
Nasce ad Aversa l’8 marzo 1966. Nel luglio del 1990 si trasferisce, per motivi di lavoro, a Ferrara. dove tutt’ora risiede. La sua passione per la letteratura e la poesia si manifesta fin da ragazzo, quando inizia ad esprimere su carta i propri pensieri di poeta. Si laurea in scienze dell’amministrazione presso la facoltà di giurisprudenza dell’università La Sapienza di Roma. È agli inizi degli anni 2000, quando partecipa a diversi concorsi letterari nazionali che le sue poesie prendono vita, ricevendo altresì alcuni importanti riconoscimenti. Nel giugno 2022 realizza il suo primo libro, dal titolo “Quando il cuore sfugge”, dedicandosi ad un progetto destinato ad alcune associazioni locali senza fini di lucro. Riesce a coniugare la sua grande passione per la matematica con il diletto per il canto ed il teatro. In “Parole a capo” sono state pubblicate alcune sue poesie il 31 marzo 2022.
Angoscia d’amore
Come in un grigio autunno
Il freddo è tornato a gelarmi l’anima
Mentre te ne vai,
solitario,
cammino stanco.
Lo sguardo muto
affida i miei sogni alla macina del tempo
immergendoli nel cuore della luna
Mentre l’aria si imbruna,
sorrido stremato alla vita.
Sei uscita in silenzio
per ingannare questo eterno sognatore.
Vorrei mentire a me stesso
Ma so che non tornerai mai più!
Queste poesie sono inserite nell’antologia a tre voci: “POETI AL TRIVIO – Dissonanze” (Pasquale Gnasso Editore).
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
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Pierluigi Guerrini
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
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