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Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità. Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio. Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
(WISŁAWA SZYMBORSKA)

Al centro

Martellare un tu al centro
nel sasso lanciato
drenare lo squilibrio del fallimento
nel naufragio dei giorni
Compensare il tetro
con la luce del tuo nome
Rimbalza ora
sui pugni chiusi di pupilla
il verbo all’infinito
Tu coniughi mura e respingi

Multiversi

Almanaccando almanaccando
la vita si mette in cammino
e dilata navate
sul precario dei nostri orizzonti
Prima che si sciolga
in urlo d’azzurro
omelia di luce l’aurora
deflagra istanti
Prima che si compia
la bugia della fine

Le stelle sono pesci

Chiusa la custodia
odora di pece la pace
Ti abita
l’abbraccio della tavola
ti veste ti spoglia
nudo e muto
ti riconosce
Quando l’abisso si declina
le stelle sono pesci
ad ostentare un mare di silenzio

Fiancheggiare l’oltre

Nella furia di finestre d’alba
ruvido il trapasso di una stella
Il corpo adagiato
su creste arruffate
arruffate d’ombra e dolore
ingoia un sussulto
Nel fiancheggiare l’oltre
l’anima invortica

Il taglio di parole

Per rattoppare le storture
del disagio
rapace segreto
m’infilo nella cruna e pungo l’ignoto
Chiedo dimora a melodie arrossate
dalla vergogna della colpa
sul grido ancestrale
di armonie ribelli al piano
In sosta dal forte
pungo e cucio il taglio di parole

Mariateresa Bari è nata a Monza nel 71. Diplomata in violoncello presso il conservatorio N. Piccinini di Bari, ha al suo attivo un’intensa attività concertistica sia in formazioni da camera che orchestrali. Innumerevoli le sue collaborazioni ( in qualità di violoncellista) a recital poetici. È del 96 “Verso… Luzi”, per due voci e violoncello, portato in tournée in prestigiosi teatri italiani, con debutto a Firenze alla presenza del grande poeta fiorentino.
Mariateresa insegna nella scuola secondaria di primo grado, e vive a Palo del Colle (Ba), con la sua famiglia. Impegnata nel sociale, è presidente della fondazione Vittorio Bari, che ha come mission riproporre coraggiosamente l’arte come strumento educativo e la bellezza come modello di vita, ed essere faro per la promozione di eventi culturali.
Coltiva da sempre la passione per la scrittura poetica. Nel 2020 si è classificata seconda alla prima edizione del premio “Culture del mediterraneo” con la poesia “Archeologia di uno sguardo”.
Nel 2021 si è classificata al primo posto al concorso indetto dal comune di Palo del Colle sul tema “Il ruolo della donna nella società ” e al terzo posto al concorso nazionale “Alessandro Fariello” sul tema “sulle ali della libertà”. Seconda al concorso letterario nazionale “La cura della natura” associazione Maria Ruggeri città 2022, premio speciale del presidente dell’Accademia delle culture e dei pensieri del Mediterraneo nel 2022, menzione d’onore al premio Internazionale di poesia e narrativa città di Bitetto e terza al premio di poesia di Anzi, “Innanzitutto, poesia nel borgo”. Nel 2020 ha pubblicato con Nep Edizioni la sua prima silloge: “Intraverso, spiragli nell’essere”, che gode già di importanti recensioni. Alcune poesie sono presenti in antologie poetiche (“L’isola di Gary“, “L’isola di Gary, paesaggi di guerra e di pace”, “Fili d’erba”) ed anche nell’enciclopedia di poesia contemporanea edita dalla Fondazione Luzi. È Attiva nei Readings per la diffusione della parola poetica. Alcuni suoi versi sono stati pubblicati e commentati su diverse riviste letterarie e letti in dirette streaming e tradotti in spagnolo.

LO SCAFFALE POETICO
Com’è ormai consuetudine, inseriamo nella rubrica alcune segnalazioni editoriali interne al mondo della poesia. Buona ricerca poetica.

  • Valentina Meloni,  La tessitrice, Yod Edizioni, 2022
  • Giorgio Bolla – Valentina Meloni, Corrispondenze da un mondo increato, La vita felice, 2018
  • Vernalda Di Tanna, Fraintendere le stelle, Samuele Editore, 2021

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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