Parole a Capo
Sofia Zoli: Due poesie
“La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è meno divina; di notte risplendono luminose le stelle, e si hanno rivelazioni che il giorno ignora.“
(Nikolaj Berdjaev)
Naufragi
Nella notte
ogni città è paese di provincia
Metropoli appiccica
nelle albe di giorni pigri
Un letto grande
ad accorciare le distanze
È rumore nel silenzio
questo caffè lavorato
Accompagna circolare voce automatica
– Linea 33
Le mie mani conoscono bene
i tagli della carta
i calli della neve e
l’ultima porta chiusa
– che è ben poco –
Le tue, la mia schiena
scarlatta e bruciata
di segni che voglio
contare a numeri familiari
di botte prese
sincera e incompresa
Tace,
a lasciarti vincere l’ultima volta
una pace
i cui morti hanno tutti il mio volto.
Io fiore di muro
cresciuta vent’anni
nel posto sbagliato
ho imparato a farmi zattera
salpare verso i confini
dimenticare questa nazione morta giovane
Un bacio é un naufragio
e nessuna carezza
a far sbocciare il grano difficile
della fiducia
e davvero poca fatica
a non confondermi
Subito
Con il petto di altri
ho diviso la mia sigaretta
con chi vive le notti
a compagne distratte
accompagna un sorriso
chi conosce il freddo
e riconosce il mio
dove gli altri non comprendono
– a chi tutto e
a chi niente
Me l’han detto
raccogliendo
un ricordo squartato dal fango,
mi accorgo
nel tuo rumore
essere stata falena
giunge a cantilena
una strofa d’amore
dedicata a me sola
Dice –
che è normale,
un cane randagio
Impara tardi
a farsi carezzare
smette presto di perdonare
Dispera in silenzio il dolore
di vedere
I propri germogli fiorire altrove
Ma quasi – li annaffia.
La rabbia ha un codice sacro
è intenzione, distruzione
è creazione e innovazione
ché ogni tanto ci crede
di poter cambiare il mondo
e poi
ne piange le frane.
Ricorda che le parole
sono solo parole
che serve azione e costruzione,
distrazione quando l’asfalto
ha lo stesso sapore per giorni
ma tu sai anche se neghi,
agli occhi basterà uno sguardo
un richiamo nel traffico
a rifugiarsi in braccia nuove
a rendermi colpevole ancora
di non aver detto
abbastanza
quello che volevi sentire.
Un giorno fuggiranno
i capelli rimasti
testardi ad aspettarti,
sanno anche loro
ci vuole – spazio
e un sesso nuovo
A completarsi certi
Che basti dirsele certe cose.
Obbligare l’amore
a una sola forma
adattarlo a conferma ogni giorno
d’essere un po’ meno soli
urlare solo per dirsi addio
Io – per andarmene –
Ho camminato
in punta
di piedi
per amarti
ho mostrato il difetto
E le ossa ancora rotte
– Chissà cosa non ho capito.
Basterà un gettone
a lavare il profumo
Io – continuerò a indossarlo
Senza dirlo mai
Ininterrotta parlando nel freddo
Nasconderò le mie guance a cercarlo
Sorriderò di questa cura
(mai meritata)
e ricorderò che sono bella
anche quando non mi guardi
e se volevi guardarmi
– ormai
Me ne sono già andata.
*
Uomini nudi
Oh amore che follia
Pensare io sia
Una donna da riporto.
Amore, l’altro giorno mi han detto che son bella
E io ho negato e ringraziato
Mi son voltata e ho sorriso:
Certo lo sono.
Certo credete
non conosca il fascino
Della mia rabbia e della mia verità
Di quanto sia io
Meravigliosa e terribile.
Così vi lascio
Pensare di poter conquistare
Una corrente del sud.
Così vi lascio
Felici quando vi bacio
E mi preparo
Al vostro ripudio.
Voi, che vi innamorate della tempesta
Ma siete senza vestiti.
Sofia Zoli (Faenza). Ha 22 anni e ha fondato un progetto culturale, In Bianco – Un progetto di cultura scondita (https://www.instagram.com/
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

Sostieni periscopio!
Pierluigi Guerrini
Commenti (1)
Lascia un commento Annulla risposta
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
Intense di dolore, ma ancora senza speranza.
Notevoli per la forza espressa