Fino a poco tempo fa esisteva il vaccino, adesso che ne sappiamo qualcosa in più abbiamo scoperto che non esiste il vaccino ma esistono i vaccini.
Abbiamo scoperto che ci sono i vaccini vivi attenuati (morbillo), i vaccini inattivi (antipolio), i vaccini ad antigeni purificati (pertosse), i vaccini ad anatossine (tetano), i vaccini a Dna ricombinante (Ebola) e che ognuno di questi utilizza un metodo diverso per combattere la malattia specifica, dai microbi vivi ai virus o batteri uccisi con il calore, dagli antigeni alle sostanze tossiche prodotte dai batteri a quelli prodotti copiando informazioni genetiche dei virus.
E a tutti questi si aggiunge il vaccino oggi più famoso, quello che impegna il dibattito pubblico in maniera scomposta, quello anti Covid 19. Attualmente sembra quello più tecnologico, è a base di Rna messaggero (o Mrna), ovvero di una delle due molecole contenenti le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente.
L’altra molecola è il Dna, e mentre questa contiene tutte le informazioni necessarie alla vita, spetta al Rna il compito di trasmetterle alla cellula che permette poi la produzione di tutte le proteine che a loro volta permettono a noi di vivere.
Un’altra scoperta che abbiamo fatto riguarda proprio quest’ultimo vaccino.
Gli studi per produrre un vaccino utilizzando Rna messaggero sono iniziati da decenni ma non per prevenire i coronavirus bensì alcuni tipi di tumore, come quello alla prostata o al polmone nonché per prevenire alcune malattie autoimmuni come l’Alzheimer. Il successo di queste ricerche è arrivato grazie al fatto che a BioNTech e Moderna sono stati dirottati fiumi di miliardi, un sostegno senza precedenti da parte degli stati, gli unici a poter spendere per queste finalità e in queste quantità.
Nei decenni precedenti gli studi si erano infatti sempre interrotti per mancanza di fondi, e del resto sappiamo bene quando questa pandemia sia stata esacerbata proprio a causa dei tagli alla sanità e alla ricerca che ci hanno costretto a rincorrere, non essendo stati talmente saggi da prevenire.
Ma proprio questa pandemia ha permesso un salto di qualità e di quantità nella spesa pubblica. Ci siamo resi conto che è possibile fare deficit oltre il 10% e spendere addirittura 156 miliardi in un anno tenendo oltretutto le persone a casa, chiudendo interi settori produttivi e con il PIL italiano e mondiale in caduta libera. Abbiamo imparato che una decisione politica può essere più forte dell’economia.
A questo punto ci sarebbero alcune domande che dovremmo porci e porre.
Ad esempio, perché oggi è stato possibile mentre dopo la grande crisi del 2008 e quelle seguenti non lo era stato? In Italia molte famiglie e numerose aziende furono ridotte alla fame, la povertà aumentò in maniera esponenziale e appena prima della pandemia ancora non si era recuperato tutto ciò che con quella crisi si era perso. Si sarebbero potuti evitare sacrifici e suicidi, disoccupazione e disperazione. Tutto oggi dovrebbe apparire chiaro, comprese le colpe, fu per politica e non per economia.
Nel 2020 non ci si poteva permettere una nuova devastante crisi, sarebbe stato troppo. Ma già si comincia a parlare di restituzione, cioè dovremmo restituire i soldi a noi stessi, visto che la raccolta è stata fatta vendendo Btp e che questi sono stati comprati praticamente tutti da Banche Centrali e nazionali.
Bankitalia, ad esempio, a luglio 2021 aveva in contabilità oltre 631 miliardi di Btp, denaro creato quindi, ma non bisogna dirlo a voce troppo alta. Perché c’è il rischio che i cittadini possano imparare che esistono pasti gratis, ed è questa la prima e più grande verità che il potere deve nascondere.
E allora oggi il punto non è, secondo me, il green pass. Se il vaccino Mrna funziona davvero allora dovremmo pretendere che fiumi di denaro finiscano in ricerca, in scuole e università e sanità perché si arrivi a sconfiggere le altre malattie che sono pandemie perenni e con le quali conviviamo forse inutilmente, per mancanza di soldi che ci sono sempre stati e della giusta decisione politica.
E perché si smetta di mentire sulla capacità di uno Stato di poter spendere per le politiche sociali, per il lavoro, per la casa e per tutto quello che potrebbe rendere la vita “degna di essere vissuta”.
Illustrazione di copertina a cura di Carlo Tassi
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Claudio Pisapia
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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