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Giorno: 22 Aprile 2021

Nel paradiso dei calzini

 

Da un po’ di tempo mi sveglio presto, fa ancora buio, pensando al paradiso. Ai paradisi impossibili, o a quelli immaginabili: quindi possibili.
Nella nostra testa il paradiso è il principio e la fine. Prima, quando ancora non c’eravamo, e abitavamo Eden, il giardino delle delizie. E dopo tutto, dopo il pianto dirotto di venire al mondo, dopo gli accidenti della vita, quando immaginiamo la pace di un qualche paradiso.
La religione c’entra relativamente. Non sposta nulla che ci crediamo o meno. Tutti veniamo da un paradiso terrestre – e ci nuotiamo in quel mare dentro una pancia di donna. E tutti sogniamo la quiete dopo il casino, un tranquillo oblio: un paradiso in terra o in cielo.
Resta da vedere cosa troveremo – cosa vorremmo trovare – dall’Altraparte.

Vinicio Capossela, non un cantautore qualsiasi, ha messo dentro a una canzone, Il paradiso dei calzini, tutto quanto nella vita si perde per strada, le cose che dimentichiamo, le persone che abbiamo amato e che non abbiamo più visto. Tutti i calzini – e i calzini siamo anche noi – quelli che rimangono orfani, mutilati, feriti. Miracolosamente, in quel paradiso, tutti ritroveranno il bandolo del gomitolo, il calzino spaiato, la parte mancante per tornare interi. Canta Vinicio Capossela:
Dove vanno a finire i calzini
Quando perdono i loro vicini?
Quelli a righe mischiati con quelli a pois
Dove vanno nessuno lo sa
Dove va chi rimane smarrito?
In un’alba d’albergo scordato
Chi è restato impigliato in un letto
Chi ha trovato richiuso il cassetto
Chi non ha mai trovato il compagno
Fabbricato soltanto nel sogno
Chi si è lasciato cadere sul fondo
Chi non ha mai trovato il ritorno
Nel paradiso dei calzini
Si ritrovano tutti vicini
Nel paradiso dei calzini

Non so se anche voi, almeno qualche volta, abbiate gridato (al vento): “Fermate il treno, voglio scendere”. Voglio fermare questo momento. O almeno voglio ricordarmelo. Magari me lo scrivo, faccio una foto. Beh, non funziona. E se è svanito nel blu, uscito senza nemmeno salutare da una fessura della memoria, è davvero perduto per sempre?
Il Paradiso dei calzini, sarà solo un’ipotesi, mi sembra una risposta perfetta.

Il paradiso dei calzini (Vinicio Capossela, 2008)

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 22 aprile 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su 27.511 tamponi effettuati, 1.010 nuovi positivi, 2.990 i guariti. Calano i ricoveri (-92) e i casi attivi (-2.008). Vaccinazioni: un milione e 388 mila dosi somministrate.

Sul totale dei positivi il 96% è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è d 40,8 anni. 28 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 361.700 casi di positività, 1.010 in più rispetto a ieri, su un totale di 27.511 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,7%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni e le persone dai 70 anni in su.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.388.338 dosi; sul totale, 424.103 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale su: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 374 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 361 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 587 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40,8 anni.

Sui 374 asintomatici, 276 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 35 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, e 8 tramite i test pre-ricovero. Per 55 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede al primo posto Bologna con 186 nuovi casi, seguita da Modena (179) e Reggio Emilia (149). Poi Parma (90), Ravenna (77), Rimini (76) e Cesena (75). Quindi Ferrara (59), Forlì (59), infine Piacenza (35) e il Circondario Imolese (25).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 16.615 tamponi molecolari, per un totale di 4.289.314. A questi si aggiungono anche 10.896 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.990 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 292.461.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 56.521 (-2.008 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 54.210 (-1.916), il 96% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 28 nuovi decessi: 1 a Piacenza (un uomo di 71 anni); 1 a Parma (una donna di 77 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 89 anni e un uomo di 85 anni); 8 nella provincia di Modena (quattro donne di 52, 79, 84, 90 anni, e quattro uomini di 48, 78, 87 e 89 anni); 3 in provincia di Bologna (tutte donne, di 84, 87 e 90 anni); 5 nel ferrarese (due donne di 82 e 90, e tre uomini di 51, 87 e 98 anni); 2 in provincia di Ravenna (entrambi uomini, di 53 e 89); 1 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 92 anni); 5 nel riminese (due donne di 48 e 75 anni, e tre uomini di 74, 79 e 91 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.718.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 282 (-5 rispetto a ieri), 2.029 quelli negli altri reparti Covid (-87).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (-1), 32 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 31 a Reggio Emilia (invariato), 45 a Modena (+1), 75 a Bologna (-1), 12 a Imola (invariato), 35 a Ferrara (-2), 12 a Ravenna (invariato), 6 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 20 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.606 a Piacenza (+35 rispetto a ieri, di cui 26 sintomatici), 25.475 a Parma(+90, di cui 47 sintomatici), 43.657 a Reggio Emilia (+149, di cui 82 sintomatici), 61.731 a Modena (+179, di cui 119 sintomatici), 77.441 a Bologna (+186, di cui 144 sintomatici), 12.144 casi a Imola (+25, di cui 13 sintomatici), 22.238 a Ferrara (+59, di cui 22 sintomatici), 28.566 a Ravenna (+77, di cui 39 sintomatici), 15.504 a Forlì (+59, di cui 41 sintomatici), 18.151 a Cesena (+75, di cui 52 sintomatici) e 34.187 a Rimini (+76, di cui 51 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 4 casi, di cui 3 positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare e 1 caso risultato non Covid-19.

 

Difesa della costa: Spiaggia pronta per l’avvio della stagione balneare, nel riminese 800mila euro di lavori da Bellaria a Misano Adriatico.

 

Difesa della costa. Spiaggia pronta per l’avvio della stagione balneare, nel riminese 800mila euro di lavori da Bellaria a Misano Adriatico. L’assessore Priolo: “L’impegno per la sicurezza e la difesa del litorale è parte fondamentale della strategia regionale sul territorio”

Proseguono gli interventi di ripascimento delle spiagge e di manutenzione delle barriere sommerse nei tratti di costa maggiormente interessati dall’erosione marina. In autunno ulteriori lavori già finanziati con oltre 1 milione di euro. Complessivamente tra primavera e autunno destinate alla costa risorse per oltre 2 milioni di euro.

Bologna – La spiaggia si fa bella in vista dell’estate. Proseguono gli interventi di difesa e manutenzione del litorale riminese con i lavori a cura dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile che vedono un investimento complessivo della Regione Emilia-Romagna pari a 795mila euro.

E, a stagione balneare finita, sono in programma a partire dall’autunno ulteriori lavori di ripascimento dei litorali già finanziati, sempre dalla Regione, con 765mila euro aggiuntivi oltre ad interventi di manutenzione delle opere per altri 780mila euro. Risorse che complessivamente, tra lavori in corso e programmati, portano gli investimenti della Regione per la difesa della costa a oltre 2 milioni di euro.

“L’impegno per la sicurezza e la difesa del litorale è una parte fondamentale della strategia regionale sul territorio- afferma l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della Costa, Irene Priolo-. Da Ferrara a Rimini, sono aperti cantieri rilevanti dal punto della protezione dall’erosione e dall’ingressione marina, ma anche fondamentali per consentire lo svolgimento delle attività balneari nei prossimi mesi: per questo siamo impegnati nel rispettare il cronoprogramma e far trovare le spiagge pronte quando sarà possibile riaprirle e metterle a disposizione dei turisti”.

In particolare, in questi giorni si completerà la posa di circa 2mila sacchi di sabbia per la manutenzione della barriera sommersa che protegge il litorale di Riccione, a sud del porto, e di Misano Adriatico.

Proseguono inoltre le attività di ripascimento sui tratti maggiormente interessati da erosione, sempre a Riccione e Misano Adriatico. In particolare, dopo i lavori di ripascimento e rafforzamento delle dune protettive già eseguiti durante la stagione invernale, sono partiti i camion che trasportano ulteriore sabbia, utile a rimpinguare e ampliare le spiagge in attesa dell’estate.

Analogamente, a nord del porto di Rimini, tutti i lidi, da San Giuliano a Torre Pedrera, stanno ricevendo apporti di sabbia per un volume complessivo di oltre 10mila metri cubi. Per la prima volta, parte degli interventi viene effettuata trasferendo su questi lidi una parte della sabbia che si accumula nel tratto a sud del porto di Rimini, per effetto delle dinamiche marine.

Infine, sul litorale di Bellaria e Igea Marina si procederà in questi giorni a ridistribuire la sabbia accumulate durante l’inverno nella zona della Cagnona e nella spiaggia libera a sud del porto. Per il ripascimento dei tratti più critici si procederà con ulteriori apporti di sabbia.

Pin Bike: al via il nuovo progetto BIKE TO WORK per AUSL Bologna e Policlinico Sant’Orsola.

 

Comunicato stampa Pin Bike.

AUSL DI BOLOGNA e AOUBO- IRCCS POLICLINICO DI SANT’ORSOLA SI AFFIDANO A PIN BIKE PER IL RILASCIO DI INCENTIVI ECONOMICI AL BIKE TO WORK.

Il supporto tecnologico scelto – già in uso nei comuni di Bari, Pescara, Bergamo e dell’Area Metropolitana di Torino – è brevettato antifrode e consente di tracciare i chilometri effettivamente percorsi e di calcolare con precisione gli incentivi da erogare.

Aprile 2021AUSL di Bologna e AOUBO-IRCCS Policlinico di Sant’Orsola hanno scelto di affidarsi a Pin Bike per incentivare la mobilità urbana sostenibile dei propri dipendenti nel progetto “Bike to Work”.

Il progetto – cofinanziato grazie ai fondi della Regione Emilia Romagna dedicati alla mobilità sostenibile – coinvolge il Policlinico e oltre 50 sedi AUSL in tutta l’Area Metropolitana e mira a incentivare l’uso della bicicletta in un’ottica di mobilità sostenibile – con la distribuzione di buoni sulla base dei chilometri percorsi e delle emissioni di Co2 risparmiate –associata a una analisi dei benefici sanitari che ne derivano, non ultimo il naturale distanziamento sociale.

Gli incentivi vengono maturati dai lavoratori dell’AUSL Bologna e del Policlinico Sant’Orsola semplicemente raggiungendo il luogo di lavoro sulle due ruote, una modalità di spostamento sempre più diffusa, che da 5 anni è stata anche riconosciuta dall’INAIL per l’infortunio in itinere.

Il supporto tecnologico è fornito da Pin Bike, l’unico sistema brevettato antifrode in grado di certificare i chilometri effettivamente percorsi.

Con Pin Bike le pubbliche amministrazioni e le aziende hanno a disposizione un portale web di monitoraggio, mentre gli utenti che si registrano ricevono un kit che comprende un dispositivo hardware da montare sulla propria bicicletta collegato a un’app, e una serie di strumenti come una luce led di segnalazione, una targa catarifrangente, un adattatore per gonfiare le gomme da benzinai e gommisti.

“Il sistema Pin Bike è una tecnologia solida che impedisce il comportamento dei più furbi, aspetto questo lamentato da diversi utenti nelle precedenti edizioni” commenta Nico Capogna, CEO della startup Pin Bike, fondata nel 2018 e che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio ANGI 2020 (Associazione Italiana Giovani Innovatori), l’oscar italiano dell’innovazione. “Siamo orgogliosi di essere stati selezionati per l’affidabilità del nostro sistema e siamo a disposizione di aziende e P.A. che desiderano eseguire una verifica di fattibilità del progetto personalizzata sulle proprie esigenze. L’utilizzo della bici è prima di tutto una questione culturale e di abitudine: i sistemi premianti si sono rivelati vincenti perché vanno a incidere direttamente sulle abitudini di spostamento quotidiane di ogni utente. Una reale cultura della bicicletta deve necessariamente partire dall’educazione a dall’incentivazione per l’utilizzo quotidiano del mezzo”, conclude Capogna.

Il sistema è già attivo in diversi comuni italiani: Bari, Pescara e Bergamo e negli undici comuni del Patto della Zona Ovest nell’Area Metropolitana di Torino.

Secondo il Report Pin Bike 2020, nei comuni dove è attivo il servizio sono stati percorsi in bicicletta oltre 800 mila km urbani – con un saving di oltre 100 tonnellate di kg di Co2 – e sono stati rimborsati chilometri per quasi 75.000 Euro.

In piena ottica smart city, attraverso il portale è inoltre possibile rilevare i flussi sulle direttrici urbane più frequentate, ideali per la redazione dei piani del traffico, mentre l’app consente anche di inviare notifiche di utilità o per l’organizzazione di iniziative nel tempo libero.

Pin Bike è il sistema antifrode, brevettato e certificante che permette di rilasciare incentivi chilometrici agli utenti/cittadini che utilizzano la bicicletta di proprietà per gli spostamenti urbani (bike to work ma anche tratte generiche effettuate all’interno del perimetro urbano). Lobiettivo di Pin Bike è affiancare P.A., imprese e scuole nell’incentivazione della mobilità urbana sostenibile, con un’iniziativa di gamification”. Pin Bike è una startup ideata da Nico Capogna, pugliese, ambientalista e ciclista urbano.

Tra i premi ricevuti: l’Innovation Business Award di  ANGI – associazione Nazionale Giovani Innovatori, Digithon 2019, Tim WCap 2019, Treno Verde di Legambiente 2019,  StartCup Puglia 2018, il Premio PA Sostenibile 2018 e  il premio Ready to start – Wake Up 2018 promosso dal Rotary International.

 

Ripartenza scuola, l’assessore Corsini: “L’Emilia-Romagna è pronta a garantire il diritto allo studio e alla mobilità in sicurezza per i suoi studenti.

 

Trasporto pubblico locale. Ripartenza scuola, l’assessore Corsini: “L’Emilia-Romagna è pronta a garantire il diritto allo studio e alla mobilità in sicurezza per i suoi studenti. Nessuna disorganizzazione o ritardi”.

L’assessore: “Il piano Tpl già pronto da dicembre. Grave che un consigliere confonda scuolabus, servizi a domanda individuale dei Comuni, con il trasporto pubblico locale”.

Bologna – “Il trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna è pronto alla ripartenza della scuola, lunedì 26 aprile, considerando che il Decreto legge del Governo fissa una soglia minima di lezioni in presenza al 70% nelle zone gialle e arancioni. Non c’è nessuna disorganizzazione né tantomeno ritardi o scaricabarile. Già da dicembre scorso avevamo preparato e pronto il piano che garantiva il trasporto in sicurezza al 50% della capienza dei mezzi per il 75% degli studenti, piano che stiamo aggiornando in queste ore e che avevamo sospeso per l’ingresso in zona arancione, prima, e poi in quella rossa della regione”.

Così l’assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti, Andrea Corsini, replica alle polemiche sul Tpl innescate da alcuni esponenti della minoranza che siedono in Assemblea legislativa.

“Prima di lanciare accuse pretestuose- aggiunge Corsini– bisognerebbe informarsi e soprattutto conoscere ciò di cui si sta parlando. È infatti molto grave che un consigliere della Regione confonda il trasporto pubblico con gli scuolabus, servizi a domanda individuale organizzati dai Comuni, e ancora di più che utilizzi fake news per dimostrare una finta solidarietà con studenti, insegnanti e famiglie solo per scopi meramente politici ed elettorali”.

“La Regione è al fianco del mondo della scuola e delle famiglie- prosegue Corsini– senza ipocrisie e con fatti concreti. Come dimostra l’impegno con cui da più di un anno, insieme alle Agenzie e Aziende Tpl e con la collaborazione delle prefetture e delle forze dell’ordine, stiamo lavorando ogni giorno per garantire il diritto allo studio e il diritto alla mobilità in sicurezza. Bastano i numeri: 530 mezzi in più, oltre 10 milioni di chilometri aggiuntivi, 23 milioni di euro di risorse. Questo è quello che facciamo come sempre- chiude l’assessore- ci rimbocchiamo le maniche e troviamo soluzioni. Le chiacchiere a vuoto solo per seminare confusione e alzare il livello della tensione le lascio a chi non ha altri argomenti”.

Pucciarelli (Difesa): CY4GATE eccellenza made in Italy nella cyber intelligence e cyber security.

 

Comunicato stampa Ministero della Difesa.

Cy4Gate è un’eccellenza made in Italy di prodotti all’avanguardia, che ha saputo cogliere i trend tecnologici emergenti su temi prioritari per le Istituzioni e per il tessuto industriale nazionale quali la cyber intelligence e la cyber security. È un fronte delicato, quello cyber, sul quale l’Italia potrà vincere la sua sfida solo supportando e incentivando iniziative imprenditoriali di successo come Cy4Gate.” – ha detto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, nel corso di un incontro con l’Amministratore Delegato Emanuele Galtieri, presso la sede di Cy4Gate a Roma, società del gruppo Elettronica quotata al listino AIM della Borsa e specializzata in Cyber Intelligence & Cyber Security”.

“Nel corso della visita ho potuto apprezzare la competenza del personale e la rilevanza dei progetti che fanno di questa azienda un qualificato player nazionale in forte crescita, dove operano uomini e donne in possesso di una solida professionalità nel dominio cyber.

La difesa dello spazio cibernetico è ormai parte del dominio delle operazioni militari. Anche per questo il nostro Paese continua a porre la massima attenzione su questo tema. In particolare, il Dicastero  – ha proseguito Pucciarelli – intende sviluppare, in questo settore, nuovi progetti volti, da un lato, ad ampliare ed irrobustire le capacità di gestione ed efficiente utilizzo dei dati per l’adozione di decisioni strategiche attraverso il ricorso a strumenti di decision intelligence, dall’altro progetti che mirino a potenziare le capacità di difesa e resilienza innalzando i livelli di sicurezza nel contrasto alle minacce cyber, anche a protezione delle infrastrutture critiche del Paese.

I settori digital e cyber – in cui Cy4Gate opera – rientrano, peraltro, tra i temi centrali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che l’Italia dovrà presentare entro il 30 aprile alla Commissione e al Consiglio Europeo.

Sono certa che sapremo cogliere anche l’opportunità offerta dal PNRR per valorizzare iniziative imprenditoriali come Cy4Gate che consentiranno al nostro Paese di consolidare il dominio su tecnologie allo stato dell’arte che si riveleranno sempre più determinanti, un valore aggiunto nella tutela degli interessi e sicurezza dei cittadini e delle Istituzioni.” – ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.

L’UNICA CHE ABBIAMO
22 Aprile: Giornata Mondiale della Terra

 

Probabilmente il nostro pianeta, la Terra, la cui festa viene celebrata quest’anno il 22 aprile, sarà ben contenta dei tanti libri pubblicati in questi ultimi tempi che trattano i temi dell’ambientalismo e del cambiamento climatico. Meno contenta sarà invece dell’atteggiamento di politici e governanti che, nella maggior parte, continuano imperterriti e sordi agli innumerevoli appelli provenienti dal mondo della scienza e alle proteste di cittadini di tutto il mondo, specie giovani, portate avanti negli ultimi anni. Politici e governanti che continuano a permettere attività produttive e pratiche inquinanti e distruttive della biosfera terreste. Che giornata sarà allora per la Terra? Conosciuta nel mondo come Earth Day, è l‘evento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta, nel periodo dell’equinozio di primavera.

Come e quando è nata la Giornata della Terra

USEPA Photo by Eric Vance

Si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita. La prima celebrazione fu il 21 marzo 1970, mentre un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitiva Giornata della Terra – Earth Day veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista.
Fu invece Denis Hayes, in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio, a rendere la manifestazione una realtà internazionale: Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, con l’ultima firma, aggiunta nel 2000, di Mikhail Gorbachev.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali a livello mondiale, dando un impulso enorme alla cultura del riciclo, e contribuendo ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.
Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. In quell’anno vennero coinvolti più di 5.000 gruppi ambientalisti, raggiungendo centinaia di milioni di persone in 183 paesi.

Il tema della Giornata della Terra 2019 è stato Proteggi le nostre specie. Gli scienziati paventano il pericolo di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica, che, a differenza delle precedenti, causate da catastrofi e disastri naturali, sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, determinando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.
Nel 2020 si è celebrato il 50 anniversario della Giornata della Terra in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per la pandemia di COVID-19.

Ma quali sono oggi le condizioni dell’ambiente terrestre? 

Nel 2019, secondo ISPRA , in Italia le emissioni di gas serra sono diminuite del 19% rispetto al 1990, passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e del 2,4% rispetto al 2018 (- 0 milioni di ton), grazie a fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Per il 2020 si stima un ulteriore -10% rispetto al 2019, ma principalmente a causa delle restrizioni dovute alla epidemia di Covid. Tale diminuzione, ribadisce ISPRA in un comunicato stampa, “anche se si è ancora in attesa di avere tutte le informazioni necessarie per una stima definitiva, è avvenuta a fronte di una riduzione prevista del PIL pari all’8.9%”. L’andamento stimato è dovuto alla riduzione delle emissioni per la produzione di energia elettrica (-12,6%), per la minore domanda di energia, e dalla riduzione dei consumi energetici anche in altri settori: industria (-9,9%), trasporti (-16,8%) a causa della riduzione del traffico privato in ambito urbano, e riscaldamento (-5,8%) per la chiusura parziale o totale degli edifici pubblici e delle attività commerciali”.
“Un taglio, afferma Luca Mercalli in un recente articolo, che si dovrebbe mantenere ogni anno per frenare la corsa verso un mondo rovente e invivibile, attraverso una strategia di decarbonizzazione a lungo termine che permetta di raggiungere la neutralità climatica nel 2050, come annunciato dall’Italia a Bruxelles nel quadro dell’accordo di Parigi”.

Quanto dichiarato dal climatologo viene confermato da Italy for Climate [vedi il sito]. Questa Fondazione promossa da un gruppo di imprese e di associazioni di imprese scrive che “il calo del 2019 è ancora molto lontano da quanto sarebbe necessario per raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo”. Secondo la Roadmap climatica delineata dalla Fondazione “l’Italia nel 2019 avrebbe dovuto ridurre le emissioni di gas serra di 17 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, allineandosi così con l’obiettivo del -55% rispetto al 1990 indicato dal Green Deal europeo come tappa intermedia al 2030 per la neutralità climatica”.

A conferma di quanto detto da Mercalli, ci sono i dati, abbastanza impressionanti, dell’aumento del numero di eventi estremi in Italia (fonte European Severe Weather Database) tra il 2018 e il 2019, passati da circa 1000 a 1668, quando la media degli ultimi anni era stata di circa 600 eventi.

Vorrei suggerire la lettura di qualche libro, citandone, tra i tanti, alcuni che mi hanno particolarmente colpito per il messaggio proposto. Inizio con Ora – La più grande sfida della storia dell’umanità, dell’astrofisico Aurelien Barrau, un testo che nasce dall’appello di scienziati, artisti, filosofi, scrittori in occasione delle dimissioni di Nicolas Hulot, ministro francese della Transizione Ecologica e solidale fino a metà del 2018. “Non considerare l’ecologia la principale priorità del nostro tempo – scrive Barrau – si confìgura come un crimine contro il futuro. Non attuare una rivoluzione nel nostro modo di esistere si confìgura come un crimine contro la vita. È tempo di guardare in faccia l’agonia del mondo e impegnarsi seriamente”.

Un altro libro, uscito ad inizio 2021, è quello di Federico Butera, professore emerito ed ex docente di Fisica Tecnica Ambientale al Politecnico di Milano. Già dal titolo, Affrontare la complessità – Per governare la transizione ecologica, si comprende il percorso che l’autore intende trattare. “Affrontare la complessità – si legge nella presentazione – fa chiarezza sulle questioni ambientali – l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità – da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Viviamo in un’epoca, l’Antropocene, in cui gli impatti delle attività umane sul pianeta hanno raggiunto livelli senza precedenti. Anche se la quantità di analisi e ricerche scientifiche su questi temi è ormai sconfinata, è sempre più difficile orientarsi tra fake news e fonti credibili. Per questo, servono strumenti per imparare a ragionare nel modo corretto su questi argomenti, centrali per il benessere, presente e futuro, delle nostre società”.

L’umanità in pericolo-Facciamo qualcosa subito, è un testo di un autrice, Fred Vargas, conosciuta come giallista, ma di professione ricercatrice in Archeozoologia presso il CNRS francese. Scrive Fred Vargas: “Per anni le élite politiche e finanziarie hanno nascosto la verità. Senza una drastica riduzione delle emissioni di CO2, entro il 2100, fino al 75% degli abitanti del pianeta potrebbe essere annientata da ondate di calore. Cambiare non è solo auspicabile ma necessario. Dobbiamo modificare la nostra dieta per incidere sempre meno sul cambiamento climatico; ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e passare all’energia pulita. Lavorando insieme, riflettendo e immaginando soluzioni, l’umanità può ancora cambiare rotta e salvare sé stessa e il pianeta”.

Concludo con una citazione dal libro Ora di Barrau che mi sembra sintomatica del nostro tempo, dell’oggi che stiamo vivendo: “I «sognatori» oggi non sono gli ambientalisti, ma quanti pensano di poter sfidare le leggi fondamentali della natura. E il loro sogno diventa il nostro incubo”.

Cover: USEPA Photo by Eric Vance – su licenza Creative Commons

Hera ridurrà del 37% le emissioni entro il 2030.

 

Comunicato stampa Gruppo HERA.

Gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra sono tra i più ambiziosi per un’azienda in Italia, come ufficializzato oggi, nella Giornata Mondiale della Terra, dal network internazionale Science Based Target initiative. Per contenere l’aumento della temperatura globale, in linea con l’Accordo di Parigi, la multiutility mette in campo azioni concrete al suo interno e punta sul coinvolgimento dei propri stakeholder

Hera può vantare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra certificato su base scientifica tra i più ambiziosi per un’azienda in Italia: il 37% in meno entro il 2030 rispetto al 2019. Ad attestarlo è il prestigioso network internazionale Science Based Target initiative (SBTi), nato dalla collaborazione tra CDP, Global Compact delle Nazioni Unite, World Resources Institute e WWF, che proprio oggi – nella Giornata Mondiale della Terra – ha ufficializzato la validazione degli obiettivi di riduzione dei gas serra del Gruppo.

L’impegno di Hera punta in particolare all’obiettivo “Well below 2°C”, volto a limitare l’incremento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, in linea con le traiettorie dell’Accordo sul Clima di Parigi.


Hera in prima linea per la transizione energetica e la lotta a cambiamento climatico:

L’attenzione di Hera alla sostenibilità è pienamente integrata nelle strategie di business del Gruppo e si accompagna alla creazione di valore condiviso in crescita con i propri stakeholder e i territori in cui opera. La multiutility è da tempo in prima linea per la lotta al cambiamento climatico, con azioni e investimenti per la transizione energetica verso la carbon neutrality e per la transizione verso l’economia circolare, come confermato anche nel Piano industriale al 2024.

E per indirizzare in modo ancora più concreto i propri obiettivi, Hera ha allungato la prospettiva fino al 2030, includendo anche i target validati da SBTi, secondo i più rigorosi criteri scientifici.

L’obiettivo di riduzione del 37% delle emissioni di anidride carbonica da parte della multiutility è tanto più ambizioso poiché non si limita alle emissioni prodotte dalle attività del Gruppo ma si estende anche a quelle dei suoi clienti, relativamente alla vendita di energia elettrica e gas, e dei fornitori. Numerose, infatti, sono le soluzioni messe in campo da Hera per privati e aziende per promuovere l’efficienza energetica, che si accompagnano a più ampie iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione volte a incentivare la riduzione dei consumi.

Tra le azioni previste rientrano l’ulteriore espansione del teleriscaldamento, la riqualificazione energetica di edifici e l’avvio di iniziative per lo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico fino all’aumento dell’uso di energia elettrica da fonte rinnovabile per i consumi interni, che passerà dall’83% del 2019 al 100% già entro il 2023. Per quanto riguarda il fronte interno, la multiutility ha già raggiunto nel 2020 un calo del 6,2% deipropri consumi energetici (rispetto al 2013) e si è posta come obiettivo di arrivare alla riduzione del 10% entro il 2030. Senza contare i progetti di water footprint per arrivare a ridurre del 25%, sempre al 2030, anche i propri consumi idrici (rispetto al 2017).

Sul fronte delle imprese, i progetti sviluppati anche grazie alle società del Gruppo dedicate ai servizi di efficienza energetica, Hera Servizi Energia e AcegasApsAmga Servizi Energetici, vanno dalle diagnosi energetiche, alla realizzazione di impianti “chiavi in mano”, fino a interventi di riqualificazione mirati. Attraverso la proposta multiservizio Hera Business Solution, inoltre, la multiutility può offrire alle aziende anche la gestione sostenibile e integrata di rifiuti, acqua ed energia. Anche per quanto riguarda infine i clienti retail, già oggi usufruiscono di energia al 100% da fonti rinnovabili e hanno gratuitamente a loro disposizione strumenti come il Diario dei consumi, per poter meglio valutare le loro abitudini e i risparmi ottenibili grazie a una riduzione degli sprechi.

“La validazione del nostro target di riduzione delle emissioni da parte del SBTi conferma la validità del nostro impegno per il clima e per l’ambiente – afferma Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – Si tratta di un obiettivo particolarmente sfidante, considerando anche l’impegno per lo scenario ‘Well below 2°C’, con riferimento alla riduzione sia delle nostre emissioni sia di quelle dei nostri clienti e fornitori. Ma siamo sulla strada giusta: nel 2020 le emissioni di gas serra hanno registrato una riduzione del 5,4% rispetto al 2019 e puntiamo a una diminuzione di oltre il 15% al 2024. I risultati già ottenuti, insieme ai target in arco Piano, ci consentono quindi di guardare con fiducia all’obiettivo di riduzione del 37% delle emissioni al 2030: una traiettoria coerente con il nostro percorso di crescita sostenibile e che rendiconteremo sia nel nostro Bilancio di sostenibilità sia nel report Valore all’energia”.

Per la definizione dei target il Gruppo Hera si è avvalso della consulenza tecnica di Carbonsink.

 

“Sicurezza e prevenzione”: Nasce un’innovativa laurea triennale in Scienze giuridiche concepita per il mondo del lavoro.

 

Comunicato stampa Università degli studi Ferrara.

Il 28 aprile l’Open Day di presentazione e il 6 maggio un evento speciale affronterà il caso ILVA.

Nasce a Ferrara un nuovo corso di laurea triennale in Scienze giuridiche, unico in Italia, interamente dedicato alla “sicurezza e prevenzione” in tutte le sue applicazioni professionali: dalla polizia, all’ambiente, all’impresa e molto altro ancora.

Il nuovo corso in Scienze giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione, che prenderà il via dall’anno accademico 2021-2022, è una laurea concepita su misura per il mondo del lavoro. In soli tre anni fornirà ai propri laureati il titolo e gli strumenti per fare carriera e ricoprire il ruolo a cui aspirano. Con tre specializzazioni uniche nel panorama accademico e formativo italiano: “Polizia, indagini e servizi alla giustizia”, “Sicurezza sul lavoro, ambientale e dei prodotti”, “Prevenzione e gestione dei rischi d’impresa”.

Proprio per venire incontro a ogni esigenza specifica, sarà composto da un primo anno comune, al termine del quale si potrà scegliere quale percorso di specializzazione seguire nei due annisuccessivi.

In un mondo sempre più complesso e messo alla prova da sfide ed emergenze inedite, infatti, un corso di laurea in Scienze iuridiche che si concentri proprio sui diversi aspetti della Sicurezza e Prevenzione assume un valore particolare, nonché strategico per formare la classe dirigente dell’immediato futuro.

Il nuovo corso di laurea sarà presentato ufficialmente con un Open Day online, che si terrà mercoledì 28 aprile alle ore 10, mentre una seconda presentazione avverrà a margine di unevento pubblico online sul caso ILVA, che il Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara organizza giovedì 6 maggio. Situazioni così ampie e complesse come quella dell’impianto di Taranto, infatti, sfuggono alle tradizionali analisi settoriali. Una delle sfide del corso in Scienze giuridiche della Sicurezza e Prevenzione è proprio quella di fornire le competenze per affrontare il caso dalle angolature diverse e complementari che saranno al centro delle specializzazione del corso, come ad esempio: il diritto del lavoro e l’esposizione a sostanze tossiche nelle attività industriali, la tutela penale dell’ambiente e le relative investigazioni, le imprese di interesse strategico nazionale tra continuità produttiva e responsabilità civile.

Con questo corso innovativo si arricchisce ulteriormente l’offerta formativa del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, che già può vantare il riconoscimento del Ministero come “Dipartimento di Eccellenza”: al primo posto in Italia per la qualità della ricerca e ai vertici per la didattica innovativa.

Tra i molti servizi dei quali potranno beneficiare anche studentesse e studenti del nuovo corso in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione ci sono le piattaforme smart per la didattica a distanza. Strumenti che sono stati fondamentali per garantire il normale proseguimento delle lezioni anche durante l’emergenza sanitaria, ma che consentono anche di rendere più flessibile il percorso di studi: un aspetto molto apprezzato in particolare dagli studenti lavoratori.

Per la sua natura professionalizzante, infatti, la nuova triennale in Sicurezza e Prevenzione sarà  apprezzata sia da neodiplomati, che da professionisti già inseriti nel mondo del lavoro che intendano migliorare le proprie prospettive di carriera. Per entrambe le categorie, il punto di forza del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara resta la sua dimensione familiare, che consente un rapporto diretto con i docenti, tutor per ogni esame e un supporto costante per aiutare ogni studente nel proprio personale percorso di studi.

Per maggiori informazioni e per iscriversi agli eventi di presentazione: www.giuri.unife.it/orienta

email: giuri.orienta@unife.it

tel: 0532 455694

 

No a nuove trivellazioni nel Delta del Po: Serve una tutela turistico-ambientale a 360 gradi.

 

Comunicato stampa Gruppo Europa Verde.

Le consigliere regionali di Europa Verde del Veneto e dell’Emilia-Romagna, Cristina Guarda e Silvia Zamboni, unite nel contrastare la obsoleta corsa alle fonti fossili, intervengono sul via libera da parte del Ministero della Transizione ecologica a nuove trivellazioni per idrocarburi nel mare Adriatico.

“L’esperienza negativa della subsidenza degli anni 50-60 a quanto pare non è servita a nulla. Rischiamo ancora una volta di incrementare la risalita del cuneo salino, causando abbassamenti del terreno fino a due metri, come avvenne pochi decenni fa a causa delle estrazioni, mettendo così a rischio attività agricole e turistiche.
Il Delta del Po, Patrimonio dell’Umanità e Riserva di Biosfera MAB Unesco, merita il più alto livello di attenzione e la massima tutela possibile. Anziché continuare a trivellare in questa zona naturalistica unica, si deve investire nella qualità e nella promozione dell’offerta turistica e nello sviluppo delle fonti rinnovabili, a partire dell’eolico offshore, andando a riutilizzare anche le vecchie piattaforme abbandonate. Ribadiamo anche la nostra opposizione all’impianto Eni per lo stoccaggio della CO2.
Ci uniamo quindi all’appello di tutti gli amministratori locali, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica, che si oppongono con forza a nuove trivellazioni e ai rischi ambientali e climatici che ne conseguono. Diciamo NO a devastare quella che da molti è definita la Camargue italiana, soprattutto dopo il recente referendum”, affermano le Verdi Guarda e Zamboni.

Le Consigliere regionali di Europa Verde stanno inoltre lavorando congiuntamente alla istituzione del Parco Delta che ricade entro i confini di Veneto ed Emilia-Romagna. E annunciano che si attiveranno nelle rispettive Assemblee legislative affinché i Presidenti di Veneto ed Emilia-Romagna agiscano in Conferenza Stato-Regioni e presso il Ministero  per garantire la sospensione delle concessioni per nuove trivellazioni nel Delta del Po.

“In Emilia-Romagna, rispondendo ad una interrogazione di Europa Verde, la Giunta regionale ha già espresso la propria disponibilità ad istituire il Parco del Delta del Po. Ora sta al Veneto battere un colpo!”, concludono le consigliere regionali Guarda e Zamboni.

23 APRILE GIORNATA DEL LIBRO
La biblioteca è … cultura, tempo libero e famiglia

W i libri!
(la redazione di Ferraraitalia)

da: Rete delle Reti – AIB – BIBLAB

In settantamila rispondono al sondaggio e confermano che le biblioteche civiche sono amate
e rappresentano uno straordinario volano per far crescere socialmente e culturalmente il nostro Paese.

23 aprile 2021 – Giornata Mondiale del LibroLa biblioteca per te rappresenta la più vasta indagine mai realizzata in Italia sul ruolo che le biblioteche di pubblica lettura hanno nella vita delle persone, sia a livello sociale che culturale. Promossa dalla Rete delle Reti – in collaborazione con l’Associazione Italiana Biblioteche e con la direzione scientifica di BIBLAB, il Laboratorio di biblioteconomia sociale e ricerca applicata alle biblioteche dell’Università di Roma Sapienza – l’indagine chiusa alla fine di marzo fornisce una interessante mappatura dei bisogni e delle attese delle comunità cittadine rispetto ai servizi offerti dalle biblioteche locali. Un’analisi che consentirà di modellarle sempre più sui desideri delle collettività.
In quattro mesi, a cavallo fra dicembre e marzo, 67.250 persone, utenti delle biblioteche civiche italiane, hanno risposto a un questionario fatto di domande semplici – quale biblioteca frequenti, quanto impieghi per raggiungerla, quali servizi utilizzi – ma, anche, personalizzate con approfondimenti che invitavano l’interlocutore ad esprimere liberamente il proprio sentire: “Cosa è per te la tua biblioteca” oppure “In questi periodi …. quanto hai sentito la mancanza della biblioteca?”.
Ed è proprio in questa sezione che emergono considerazioni importanti che richiamano i concetti di benessere e qualità della vita delle persone. Piccole storie, narrazioni brevi che definiscono appieno il sentimento indotto nelle persone da una biblioteca (aperta), che nella frequentazione viene identificata come luogo libero, protetto, prossimo e familiare, dove nutrire relazioni sociali positive e crescere culturalmente.

Frequentazione e Prossimità Il 94,55% degli intervistati ha confermato di frequentare la biblioteca pubblica. Per molti di loro è una destinazione di prossimità: i due terzi, infatti, hanno dichiarato di impiegare meno di 15 minuti per raggiungerla. In un’ottica urbanistica è una riconferma, se necessaria, della valenza del modello Città dei 15 minuti, adottata a Parigi, Barcellona e Milano. Con l’auspicio che i luoghi del lavoro, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione, dello shopping, dell’intrattenimento e della cultura possano davvero essere tutti raggiungibili entro 15 minuti da casa propria a piedi o in bicicletta. E quale luogo di cultura prossimo e vicino lo è più di una biblioteca?

Identità Tra coloro che si dichiarano frequentatori, una buona parte, oltre il 35%, sottolinea che la biblioteca è certamente luogo del libro e della cultura ma è soprattutto il simbolo, l’elemento identitario, il punto di riferimento della città.

Mancanza Alle considerazioni riguardanti lo spirito identitario di una biblioteca, si aggiunge la reazione degli intervistati alla domanda su quanto abbiano influito le recenti chiusure parziali o totali delle biblioteche. Dando un valore alla sensazione di ‘mancanza’, in una scala da 1 a 10, più del 30% delle persone ha espresso il massimo livello, 10 su 10, per un altro 25% il valore è 8 su 10.

Familiare Le donne della fascia di età 35-44 anni, in particolare, hanno dichiarato di frequentare la biblioteca anche per portarci i propri bambini, riconoscendo così un canale di arricchimento culturale sia per se stesse sia per la famiglia.

In definitiva l’indagine La biblioteca per te, tuttora in fase di elaborazione soprattutto in un’ottica di progettualità futura, pone in evidenza i due elementi costitutivi che caratterizzano la biblioteca pubblica, così come sono recepiti dagli utenti. La sostenibilità e il welfare culturale, due componenti che, insieme, connotano un luogo di relazioni tra le persone tale da contribuire al benessere e alla qualità della vita.

Alla domanda “Cosa è per te la tua biblioteca?” riportiamo di seguito alcune tra le più significative risposte:

R – È il motivo per cui, anni fa, scelsi di lasciare il mio paesino del Sud Italia (privo di biblioteche) per trasferirmi in una grande città (dove le biblioteche funzionano). È un’opportunità, per me e per le mie bambine. (Donna, 35-44 anni, Roma)

R – È il luogo che mi permette di soddisfare i miei interessi con la lettura, aumentare la mia cultura personale ed occupare positivamente il mio tempo libero, gratuitamente e quando voglio (Donna, 35-44 anni, Asti)

R – Uno dei luoghi centrali della vitalità della città (Uomo, 65-74 anni, Torino)

R – Asse dinamico di identità e crescita personale senza sosta, stimolo per sviluppo relazionale extraindividuale cosciente e motivato, nutrimento senza fine della mente (Donna, 65-74 anni, Vicenza)

R – Un contenitore ricco di emozioni (Uomo, 15-17 anni, Milano)

R – Confesso che mi divido tra due biblioteche, quella sul luogo di lavoro e quella nella città in cui vivo, entrambe sono un punto fermo della mia vita, sono luogo di incontro e di scoperta, sono anche luogo di silenzio e viaggio dentro me stessa o nel mondo attraverso i libri. In generale sono luoghi in grado di regalare benessere (Donna, 35-44 anni, Torino)

R – Pura vita!!! (Donna, 35-44 anni, Bergamo)

R – È il luogo dove mio padre mi ha condotto da bambina, il paese dei balocchi, dove potevo guardare e scegliere quello che volevo, senza troppi controlli, in un tempo in cui comprare libri era appannaggio di pochi, almeno nel mio entourage. Oggi, che posso acquistare i libri che voglio, la biblioteca per me rappresenta il luogo privilegiato dove lasciarmi catturare dai libri.  È il luogo dove si riunisce il mio GDL all’interno del quale trovo momenti di condivisione, culturalmente stimolanti, incontri che soddisfano il mio desiderio segreto di ragazza, lettrice solitaria con grande desiderio di condivisione e confronto (Donna, 65-74 anni, Pescara)

R – Un’agenzia di viaggi unica nel suo genere. Da la possibilità di viaggiare nello spazio e nel tempo con i libri. È essenziale per me. (Uomo, 18-24 anni, Pistoia)

R – Un posto dove stare bene con me stesso, dove il tempo scorre lento e posso concentrarmi totalmente su una attività di studio o lavoro. Il luogo dove si respira cultura e si sogna un futuro migliore. (Uomo, 25-34 anni, Roma)

Rete delle Reti è un progetto nazionale di cooperazione tra sistemi bibliotecari. Include attualmente 32 Sistemi in tutta Italia, per un totale di oltre un migliaio di biblioteche. Insieme dispongono di un patrimonio – cartaceo e digitale – di oltre dieci milioni di documenti. Dal nord al sud, sono 934 i Comuni rappresentati, sette le Regioni – Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto – e un bacino di utenza di 11 milioni e 200mila abitanti. Info su https://retedellereti.dgline.it/

Welfare: Centri estivi, la Regione conferma i ‘bonus rette’ alle famiglie e aumenta la platea dei nuclei beneficiari.

 

Welfare. Centri estivi, la Regione conferma i ‘bonus rette’ alle famiglie e aumenta la platea dei nuclei beneficiari: fino a 336 euro per ogni figlio. Ai Comuni 6 milioni di euro. Schlein-Colla: “Un sostegno concreto per i bisogni educativi dei più piccoli e per la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, a maggior ragione in un anno difficile come questo”.

Il contributo sarà riconosciuto alle famiglie residenti in Emilia-Romagna e composte da entrambi i genitori, o da uno solo se monogenitoriali, occupati e con un reddito Isee annuo entro i 35 mila euro, più alto rispetto ai 28mila dello scorso anno. La ripartizione delle risorse, da Piacenza a Rimini.

Bologna- Tornano in Emilia-Romagna i Centri estivi, e con essi i bonus alle famiglie per sostenere i costi delle rette di frequenza, finanziati dalla Regione per il quarto anno consecutivo.

La Giunta regionale ha infatti confermato anche per il 2021 lo stanziamento di 6 milioni di euro – provenienti dal Fondo sociale europeo – che vengono ripartiti tra i Comuni e le Unioni di Comuni per finanziare il progetto diconciliazione dei tempi famiglia- lavoro.

Risorse destinate a finanziare i bonus per le famiglie con figli dai 3 ai 13 anni, quindi nati dal 2008 al 2018, che potranno contare su un contributo massimo di 336 euro a figlio – nel limite di 112 euro a settimana per tre settimane – per la frequenza ai Centri estivi: i contributi verranno infatti erogati per concorrere alla copertura totale o parziale, in funzione del costo effettivo, della rata di frequenza settimanale.  E si alza, rispetto allo scorso anno, la soglia Isee entro la quale è possibile fare richiesta del sostegno, che passa da 28mila a 35mila euro.

Obiettivo del progetto è promuovere e sostenere l’accesso da parte delle famiglie a servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro nel periodo di sospensione estiva delle attività scolastiche ed educative e allo stesso tempo contribuire a qualificare e ampliare le opportunità di apprendimento e integrazione, mediante esperienze utili per bambini e ragazzi.

“Anche quest’anno, il quarto consecutivo, la Regione non farà mancare il sostegno concreto ai genitori nella gestione dei figli e la graduale ripresa della loro socialità, dopo questi mesi durissimi- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione, Vincenzo Colla-. Le famiglie non possono essere lasciate sole nei mesi estivi, a maggior ragione in un anno come questo in cui come non mai si sono trovate ad affrontare, le donne soprattutto, le estreme difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, svolto in tanti casi in smart working”.

“Per dare risposta alle esigenze giuste e comprensibili delle famiglie- aggiungono Schlein e Colla– ci siamo messi al lavoro, con la collaborazione di tutti i soggetti interessati, della sanità regionale e del Governo, con cui abbiamo avviato una specifica interlocuzione per valutare l’aggiornamento dei Protocolli di sicurezza già esistenti. Naturalmente i Centri riapriranno nelle condizioni di massima sicurezza possibile per i bambini, le famiglie e il personale impegnato in questa attività, la cui tutela rimane il nostro obiettivo prioritario”.

Destinatari e criteri di assegnazione dei contributi:

Come per gli anni precedenti, anche nel 2021 i contributi vengono concessi alle famiglie (anche affidatarie) composte da entrambi i genitori, o uno solo in caso di famiglie monogenitoriali, occupati e residenti in Emilia-Romagna, che intendono iscrivere i loro bambini e ragazzi di età compresa tra 3-13 anni, nati cioè dal 1^ gennaio 2008 al 31 dicembre 2018, alle attività estive.

Possono chiedere il bonus anche le famiglie nelle quali anche un solo genitore sia in cassa integrazione, mobilità, disoccupato purché partecipi alle misure di politica attiva del lavoro definite dal Patto di servizio (strumento utilizzato dai centri per l’impiego per formalizzare un accordo con disoccupati ed occupati sul progetto per l’inserimento lavorativo o la partecipazione ad un percorso formativo); infine, impegnato in modo continuativo in compiti di cura, se nel nucleo familiare è presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente.

Per fare richiesta è necessario presentare l’attestazione Isee 2021 o, in alternativa per chi non ne fosse in possesso, quella 2020, con limite massimo di reddito entro i 35mila euro.

Protocolli di sicurezza e requisiti richiesti ai gestori:

A causa dell’emergenza Coronavirus, i soggetti gestori dei Centri estivi si impegnano ad adottare le indicazioni operative finalizzate a incrementare l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento per contrastare l’epidemia, che saranno contenute nei Protocolli nazionale e/o regionale per la riapertura in sicurezza dei servizi. Un protocollo al quale i Comuni e Unioni di Comuni, impegnati nel completare l’avvio dei bandi, dovranno attenersi per individuare i Centri estivi pubblici e privati (associazioni, cooperative, parrocchie e altri Enti religiosi).

La Regione ha già avviato l’interlocuzione con il governo e con il tavolo preposto per valutare eventuali modifiche ai protocolli già esistenti.

I soggetti gestori dei Centri estivi oltre alla presenza di un progetto educativo reso pubblico e accessibile alle famiglie, dovranno garantire l’accoglienza di tutti i bambini richiedenti, fino ad esaurimento dei posti disponibili, e dei bambini disabili certificati, in accordo con il Comune di residenza, per garantire le appropriate modalità di intervento e di sostegno. Inoltre, i gestori dei Centri estivi dovranno anche garantire l’erogazione di diete speciali per le esigenze dei bambini accolti nei casi sia servito il pasto.

Tempi per fare richiesta:

Dopo la chiusura dei bandi comunali, saranno gli stessi Comuni a stilare l’elenco dei Centripubblici, gestiti cioè direttamente dal Comune, e privati accreditati – aderenti al progetto. Successivamente, i Comuni potranno ricevere le richieste di contributo: i genitori dovranno scegliere uno dei Centri inseriti nell’elenco comunale e la richiesta dovrà essere fatta presentando la dichiarazione Isee. Spettano al Comune l’istruttoria, il controllo dei requisiti e la successiva compilazione della graduatoria delle famiglie individuate come possibili beneficiare del contributo, fino ad esaurimento della disponibilità finanziaria.

Ripartizione delle risorse sul territorio:

A livello territoriale, i 6 milioni sono stati assegnati ai Comuni capofila dei Distretti in base al numero dei bambini residenti e in età compresa tra 3 e 13 anni (nati dal 1^ gennaio 2008 al 31 dicembre 2018), e vengono così ripartiti nelle province: Bologna 1.322.893 euro; Modena 1.000.316 euro; Reggio Emilia 797.628 euro; Parma 605.470 euro; Forlì-Cesena 536.896 euro; Ravenna 508.747 euro; Rimini 465.797 euro; Ferrara 394.604 euro ; Piacenza367.649 euro.

Donne, Fials: Salute femminile la più penalizzata da rinuncia cure, riavviare sui territori i percorsi di prevenzione dedicati.

 

Comunicato Stampa FIALS.

22 apr. – In occasione della Giornata della salute della donna, iniziativa promossa dal ministero della Salute per parlare di prevenzione e assistenza al femminile, celebriamo un bene ancora più prezioso e da tenere in conto dopo 14 mesi di pandemia. Proprio in un momento così particolare, le donne sono le vere protagoniste dell’emergenza, essendo la maggioranza della forza lavoro in corsia da una parte, ma anche le più penalizzate dall’altra, dal momento che il 70% dei posti di lavoro persi nell’ultimo anno sono femminili. Ed è così che in molte rinunciano a curarsi o arrivano a farlo quando ormai è troppo tardi.

“La salute è il nostro bene più prezioso. Per questo, noi della Fials, invitiamo ad una riflessione sul tema centrale della prevenzione, proprio ora che il nostro SSN accumula ritardi e non riparte, messo in ginocchio dal virus. E lo facciamo lanciando la campagna ‘Donne+Salute=Vita’, per accendere un faro sulla rinuncia alle cure dei pazienti non Covid, che, stando al Rapporto Salutequità, sta crescendo sempre di più e difficilmente sarà possibile recuperare il tempo perduto. A rinunciare soprattutto le donne: a riprova ancora una volta di quanto duramente la pandemia le abbia colpite sul piano fisico, psicologico, professionale, sociale”. Queste le parole di Elena Marrazzi, responsabile del Coordinamento Donne Fials.

“È scandaloso – prosegue – che le donne siano penalizzate, anche quando si ammalano. Dai territori ci giungono notizie di consultori chiusi e servizi dedicati alla gravidanza che sono stati smantellati, per non parlare delle sedute operatorie rimandate sine die. E se un anno fa, tutto questo poteva essere giustificabile, ora lo troviamo inaccettabile: la salute femminile, nella sua specificità declinata a seconda delle età evolutive, deve essere valorizzata, protetta e tutelata. Rivendichiamo pari opportunità di accesso alle cure, come Fials, ribadendo l’urgenza degli screening per le patologie ‘dimenticate’, come ad esempio le malattie oncologiche e croniche”.

“La riduzione delle visite – spiega Marrazzi – e la limitazione dei centri di diagnosi e prevenzione sono un grave danno per le donne, e provocano incolmabili ritardi: prima nell’individuazione della patologia, e poi nella cura della malattia”. A soffrire le conseguenze della situazione attuale non ci sono solo le pazienti non Covid, ma anche le donne in gravidanza, visto che nel Lazio sono triplicati i bimbi nati morti durante il primo lockdown, a dirlo uno studio dell’Università La Sapienza di Roma pubblicato su Archives Disease in Childhood. “Un esito che potrebbe essere legato alla riduzione dei controlli in ospedale – avverte la sindacalista – e noi del Coordinamento Donne Fials sollecitiamo i decisori politici affinché questa situazione allarmante cessi al più presto”.

“Vengano riaperti prontamente i luoghi di cura dedicati alle donne – conclude – addivenendo ad accordi sul territorio a garanzia del ripristino dei percorsi di prevenzione, screening e cura della salute femminile. Preservando la salute delle donne, preserviamo la vita stessa”.

 

Parole a capo
Roberto Paltrinieri: “Ci vediamo tra vent’anni” e altre poesie

“Le poesie sono pensieri che respirano e parole che bruciano.”
(Thomas Gray)

NON SAREMO MAI PIU’ FELICI DI COSI’

Non saremo mai più felici di così
Scusa papà
non avevo capito
Io vedevo solo
una tavola con noi tutt’intorno
per il pranzo
noi bimbi
tu e la mamma
come sempre indaffarata
a preparare i piatti
nel sole della nostra Domenica
Scusa papà ma non avevo capito
Avevi detto quella frase a noi?
Alla mamma ?
Non saremo mai più felici di così…
Ricordo che alzai gli occhi
dal piatto
Ti guardai
Per un attimo infinito
non eri più lì
Scusa papà
ma adesso
solo adesso
ho capito

 

GOCCE

Sei appena uscita

Ho ancora addosso
il tuo profumo
di mille parole
scivolate fresche
su di me
come gocce di pioggia leggera
su spalle accaldate.
Lo trattengo
nel mio respiro
per confondere
un cielo gonfio
senza sole
ancora grigio
quasi geloso
della nostra felicità.

 

ALLA FINE DEL BALLO
(OGGETTI SMARRITI)

Ho ballato
con te
fino a mezzanotte
su un filo di lana
vestita di sole
Non sei cambiato
mi hanno cambiata
lo sai.
Mi hai riportato
la mia scarpina
ma è il cuore
che ho di vetro

 

CI VEDIAMO TRA VENTI ANNI

 Mi hai chiamato
Ci vediamo tra venti anni
mi hai detto
salutandomi con la mano
Mi sono girato
e non eri più accanto a me
Ti ho sentito
nel vento che scompiglia i capelli
nelle calde notti d’estate
nelle parole sincere
Chiedo di te
con la tua foto nelle mani
Mi hanno detto
che non sei più la stessa
che sei cambiata
che mi hai dimenticato
Non ci credo
continuerò a cercarti
Se mi vedi prima tu
sorridi piano

Roberto Paltrinieri (1958), docente di scuola superiore a Ferrara, collabora con Ferraraitalia scrivendo articoli di ordine filosofico-sociale, racconti e poesie.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]