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Comunicato Stampa FIALS.

22 apr. – In occasione della Giornata della salute della donna, iniziativa promossa dal ministero della Salute per parlare di prevenzione e assistenza al femminile, celebriamo un bene ancora più prezioso e da tenere in conto dopo 14 mesi di pandemia. Proprio in un momento così particolare, le donne sono le vere protagoniste dell’emergenza, essendo la maggioranza della forza lavoro in corsia da una parte, ma anche le più penalizzate dall’altra, dal momento che il 70% dei posti di lavoro persi nell’ultimo anno sono femminili. Ed è così che in molte rinunciano a curarsi o arrivano a farlo quando ormai è troppo tardi.

“La salute è il nostro bene più prezioso. Per questo, noi della Fials, invitiamo ad una riflessione sul tema centrale della prevenzione, proprio ora che il nostro SSN accumula ritardi e non riparte, messo in ginocchio dal virus. E lo facciamo lanciando la campagna ‘Donne+Salute=Vita’, per accendere un faro sulla rinuncia alle cure dei pazienti non Covid, che, stando al Rapporto Salutequità, sta crescendo sempre di più e difficilmente sarà possibile recuperare il tempo perduto. A rinunciare soprattutto le donne: a riprova ancora una volta di quanto duramente la pandemia le abbia colpite sul piano fisico, psicologico, professionale, sociale”. Queste le parole di Elena Marrazzi, responsabile del Coordinamento Donne Fials.

“È scandaloso – prosegue – che le donne siano penalizzate, anche quando si ammalano. Dai territori ci giungono notizie di consultori chiusi e servizi dedicati alla gravidanza che sono stati smantellati, per non parlare delle sedute operatorie rimandate sine die. E se un anno fa, tutto questo poteva essere giustificabile, ora lo troviamo inaccettabile: la salute femminile, nella sua specificità declinata a seconda delle età evolutive, deve essere valorizzata, protetta e tutelata. Rivendichiamo pari opportunità di accesso alle cure, come Fials, ribadendo l’urgenza degli screening per le patologie ‘dimenticate’, come ad esempio le malattie oncologiche e croniche”.

“La riduzione delle visite – spiega Marrazzi – e la limitazione dei centri di diagnosi e prevenzione sono un grave danno per le donne, e provocano incolmabili ritardi: prima nell’individuazione della patologia, e poi nella cura della malattia”. A soffrire le conseguenze della situazione attuale non ci sono solo le pazienti non Covid, ma anche le donne in gravidanza, visto che nel Lazio sono triplicati i bimbi nati morti durante il primo lockdown, a dirlo uno studio dell’Università La Sapienza di Roma pubblicato su Archives Disease in Childhood. “Un esito che potrebbe essere legato alla riduzione dei controlli in ospedale – avverte la sindacalista – e noi del Coordinamento Donne Fials sollecitiamo i decisori politici affinché questa situazione allarmante cessi al più presto”.

“Vengano riaperti prontamente i luoghi di cura dedicati alle donne – conclude – addivenendo ad accordi sul territorio a garanzia del ripristino dei percorsi di prevenzione, screening e cura della salute femminile. Preservando la salute delle donne, preserviamo la vita stessa”.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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