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Comunicato stampa Università degli studi Ferrara.

Il 28 aprile l’Open Day di presentazione e il 6 maggio un evento speciale affronterà il caso ILVA.

Nasce a Ferrara un nuovo corso di laurea triennale in Scienze giuridiche, unico in Italia, interamente dedicato alla “sicurezza e prevenzione” in tutte le sue applicazioni professionali: dalla polizia, all’ambiente, all’impresa e molto altro ancora.

Il nuovo corso in Scienze giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione, che prenderà il via dall’anno accademico 2021-2022, è una laurea concepita su misura per il mondo del lavoro. In soli tre anni fornirà ai propri laureati il titolo e gli strumenti per fare carriera e ricoprire il ruolo a cui aspirano. Con tre specializzazioni uniche nel panorama accademico e formativo italiano: “Polizia, indagini e servizi alla giustizia”, “Sicurezza sul lavoro, ambientale e dei prodotti”, “Prevenzione e gestione dei rischi d’impresa”.

Proprio per venire incontro a ogni esigenza specifica, sarà composto da un primo anno comune, al termine del quale si potrà scegliere quale percorso di specializzazione seguire nei due annisuccessivi.

In un mondo sempre più complesso e messo alla prova da sfide ed emergenze inedite, infatti, un corso di laurea in Scienze iuridiche che si concentri proprio sui diversi aspetti della Sicurezza e Prevenzione assume un valore particolare, nonché strategico per formare la classe dirigente dell’immediato futuro.

Il nuovo corso di laurea sarà presentato ufficialmente con un Open Day online, che si terrà mercoledì 28 aprile alle ore 10, mentre una seconda presentazione avverrà a margine di unevento pubblico online sul caso ILVA, che il Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara organizza giovedì 6 maggio. Situazioni così ampie e complesse come quella dell’impianto di Taranto, infatti, sfuggono alle tradizionali analisi settoriali. Una delle sfide del corso in Scienze giuridiche della Sicurezza e Prevenzione è proprio quella di fornire le competenze per affrontare il caso dalle angolature diverse e complementari che saranno al centro delle specializzazione del corso, come ad esempio: il diritto del lavoro e l’esposizione a sostanze tossiche nelle attività industriali, la tutela penale dell’ambiente e le relative investigazioni, le imprese di interesse strategico nazionale tra continuità produttiva e responsabilità civile.

Con questo corso innovativo si arricchisce ulteriormente l’offerta formativa del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, che già può vantare il riconoscimento del Ministero come “Dipartimento di Eccellenza”: al primo posto in Italia per la qualità della ricerca e ai vertici per la didattica innovativa.

Tra i molti servizi dei quali potranno beneficiare anche studentesse e studenti del nuovo corso in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione ci sono le piattaforme smart per la didattica a distanza. Strumenti che sono stati fondamentali per garantire il normale proseguimento delle lezioni anche durante l’emergenza sanitaria, ma che consentono anche di rendere più flessibile il percorso di studi: un aspetto molto apprezzato in particolare dagli studenti lavoratori.

Per la sua natura professionalizzante, infatti, la nuova triennale in Sicurezza e Prevenzione sarà  apprezzata sia da neodiplomati, che da professionisti già inseriti nel mondo del lavoro che intendano migliorare le proprie prospettive di carriera. Per entrambe le categorie, il punto di forza del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara resta la sua dimensione familiare, che consente un rapporto diretto con i docenti, tutor per ogni esame e un supporto costante per aiutare ogni studente nel proprio personale percorso di studi.

Per maggiori informazioni e per iscriversi agli eventi di presentazione: www.giuri.unife.it/orienta

email: giuri.orienta@unife.it

tel: 0532 455694

 

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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