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Zebra. Attivista per necessità

ZEBRA. ATTIVISTA PER NECESSITÀ

Zebra. SolomonSono di etnia Igbo e provengo dal Biafra, regione nel sud-est della Nigeria devastata da una guerra civile tra il 1967 e il 1970, gli effetti della quale, però, sono tuttora palpabili.

Il Biafra è un popolo oppresso da un governo corrotto e dal colonialismo, che non ha mai abbandonato l’Africa. Si tratta di un massacro altamente documentato, ma ciò che le persone non sanno è che l’oppressione dei biafrani è in atto ancora oggi.

Le uccisioni, i sequestri di persona, il traffico di esseri e organi umani, il controllo dei mezzi di sostentamento e la marginalizzazione sono tutte tattiche che il governo nigeriano tutt’oggi mette in campo contro il mio popolo. In tutto questo, chi prova a parlare o a protestare in modo pacifico viene silenziato per sempre.

Il movente di questa guerra non è religioso, bensì materiale, dato che il nostro territorio è ricco di risorse naturali, come petrolio e gas, che sono il reale interesse del governo nigeriano e dell’entità coloniale britannica.

Ancora non comprendo come l’avidità possa giustificare l’uccisione di milioni di civili innocenti. Ci sono così tanti modi pacifici per risolvere i problemi politici e noi chiediamo proprio questo: non vogliamo una guerra, ma un referendum istituito dalle Nazioni Unite per fare in modo che noi biafrani possiamo determinare in maniera democratica il nostro futuro.

A noi non interessano le risorse materiali, ciò che vogliamo è l’autodeterminazione in una regione laica, in cui tutti sono benvenuti e liberi.

Questa pagina buia della nostra Storia mi ha reso un attivista. Mio padre ha partecipato alla lotta per l’indipendenza del Biafra e per questo è stato ucciso dai servizi segreti nigeriani. Da quel momento ho iniziato a indagare questioni politiche che per tanti anni ho ignorato.

Non ero consapevole della situazione geopolitica della mia regione, né delle ingiustizie deplorevoli a cui il mio popolo è sottomesso da anni. Io stesso sono dovuto fuggire dalla Nigeria per salvarmi la vita, perché ero finito nei radar dei servizi segreti a causa della mia attività investigativa.

Arrivato in Europa, ho sentito la necessità di raccontare al mondo ciò che stava succedendo in Biafra. Non avevo particolari risorse, ma ho presto scoperto il potere dei social media, tramite i quali ho iniziato a divulgare i fatti e le documentazioni delle ingiustizie perpetrate nei confronti del mio popolo, per mostrare alle persone il lato della questione che i media, corrotti dal governo nigeriano, manipolano e occultano.

Chiediamo il rispetto dei nostri diritti e veniamo marchiati come terroristi, etichetta che ci deumanizza e contribuisce alla marginalizzazione e oppressione dei biafrani. A causa del mio attivismo, se tornassi in Nigeria verrei ucciso. È un prezzo che sono però disposto a pagare se questo impegno porterà un giorno alla libertà del mio popolo.

CITATO: “A causa del mio attivismo, se tornassi in Nigeria verrei ucciso.”

Solomon Asimgba – Sogna un Biafra libero e democratico.

Per maggiori informazioni in italiano: www.oew.org/zebra   In tedesco: www.oew.org/zebra

Nelle prossime settimane Periscopio ospiterà la voce di Zebra, attraverso gli articoli dei suoi redattori e collaboratori 

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Redazione Zebra

Samia Kaffouf, Responsabile di Redazione

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)