Skip to main content

Zebra. Una vita in rima

ZEBRA. UNA VITA IN RIMA

Zebra. KadiriSono nato in un piccolo villaggio dello Stato di Edo, in Nigeria. Eravamo una famiglia molto numerosa e io sono l’ultimo di tredici fratelli. Da piccolo la mia vita si divideva tra la scuola, la fattoria dei miei genitori dove piantavamo igname, manioca e fagioli, e il campetto da calcio.

Da bambino sognavo proprio di diventare un calciatore. Giocavo ala sinistra con il numero 11 sulle spalle. Il mio idolo calcistico, come per molti altri cresciuti negli anni Novanta, è stato Jay Jay Okocha. Il calcio, però, è rimasto un sogno, perché dovendo aiutare i miei genitori non mi ci sono potuto dedicare anima e corpo.

Ho continuato però a studiare, e a sedici anni mi sono trasferito a Benin City per frequentare l’Immaculate Conception College, un istituto di istruzione secondaria molto conosciuto. Ho frequentato corsi di diverso genere, tra cui scienze sociali, agricoltura sociale ed economia.

Anche in quegli anni non ho trascurato l’attività sportiva: oltre a giocare a calcio con gli amici nel tempo libero, infatti, ho iniziato a praticare anche il salto in alto. Terminati gli studi ho trovato lavoro alla SC Johnson, una multinazionale statunitense che realizza prodotti chimici e per la cura della casa. Ci sono stato sedici anni, fino a quando ho dovuto lasciare il mio Paese.

Il viaggio verso l’Europa è stata sicuramente l’esperienza più difficile che ho affrontato finora: dalla Nigeria alla Libia, poi la pericolosa traversata su un barcone alla volta dell’Europa e il successivo tentativo di raggiungere la Germania, fino al respingimento in Italia, dove ho passato sei mesi per strada prima di entrare in accoglienza.

Ecco, dopo aver superato tutto questo, sono convinto di poter far fronte a qualsiasi situazione. Le aspettative che avevo rispetto alla vita in Europa erano molto alte, perché a noi arrivano solo gli aspetti positivi del vostro continente. Qui, però, il costo della vita è altissimo e faccio molta fatica a mettere da parte un po’ di risparmi per poter fare piani a lungo termine. Arrivare alla fine del mese è la preoccupazione che più di tutte mi attanaglia.

A causa di questo stress costante non riesco coltivare le mie passioni, in particolare la musica, che ascolto praticamente da sempre. Mi piace molto la Christian music – cantavo nel coro della chiesa –, ma quella che preferisco è il rap. Il più grande rapper della Storia è stato sicuramente Tupac, di cui conosco molte canzoni a memoria.

Vorrei scrivere pezzi miei, ma, tra i mille problemi che devo affrontare nella mia quotidianità – le spese per la casa e i trasporti, la ricerca di un lavoro e le complicate questioni burocratiche – non riesco a dedicarmi alla scrittura delle mie barre. Quando sarò un più tranquillo, ci proverò. Le mie canzoni prenderanno spunto dalle mie esperienze, contrassegnate da gioie e dolori, successi e delusioni. Spero di emergere e raggiungere un pubblico vasto, tra cui ovviamente i lettori e le lettrici di Zebra.

Continuate a sostenere il nostro progetto!

KADIRI AMIEWALAN

ZITAT: “Quando sarò un più tranquillo scriverò le mie canzoni rap.”

Per maggiori informazioni in italiano: www.oew.org/zebra   In tedesco: www.oew.org/zebra

Nelle prossime settimane Periscopio ospiterà la voce di Zebra, attraverso gli articoli dei suoi redattori e collaboratori

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Redazione Zebra

Samia Kaffouf, Responsabile di Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)