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Definire la nostra vita è difficilissimo. Lo spagnolo Raúl Guridi Nieto, in “Che cos’è la vita”, edito da Kite, ci accompagna in una storia poetica che in poche parole cerca di raccontarla. Sublime.

Arduo, davvero arduo definire la vita, breve, lunga o intensa che sia. Difficile soprattutto perché è fatta di momenti, di contraddizioni, di certezze che diventano dubbi, di conquiste e di tante malinconie. Di incontri che ci cambiano per sempre. Vita che chiama vita.

In questo percorso a volte tortuoso ma affascinante e sinuoso che è la vita ci accompagna oggi un albo di qualche anno fa ma sempre bellissimo, un evergreen di poche righe: “Che cos’è la vita”, di Raúl Guridi Nieto, già incontrato con “Parole”.

Le strade della vita sono tante, in questo albo si contorcono come un serpente, tutto vi gira intorno: paesaggi, luoghi, persone, parole, poesie. I sentieri divergono, a volte sono semplicemente paralleli, magari ad un certo punto convergono. Chissà.

Nella vita ci sono la curiosità, i pericoli, le decisioni che ne cambiano corso e direzione, i dubbi ragionevoli e irragionevoli. A volte questa vita scorre veloce, a volte è lenta, troppo. È costellata da momenti oscuri, da casualità che fanno incontrare o fare qualcosa di inaspettato, da difficoltà più o meno insormontabili, da impedimenti, disparità, differenze, e, soprattutto, da inversioni obbligatorie, spesso a U. la vita è fatta di silenzi, alcuni necessari, altri intollerabili. Ma spesso succede qualcosa, che comporta un’altra cosa. Ci si segue e ci si accompagna, bello se e quando arriva l’amore. L’amor che tutto muove.

Ci sono gesti teneri, fantasia, sogno e realtà, fragilità, tratti dipinti che sono carezze, in queste pagine. Attimi. Incontri. Linee invisibili e dolci che legano le vite, l’una all’altra.

Tutto qui è pura poesia, tutto è amore. Ognuno alla ricerca della sua strada. Perché la vita è un dono, è meravigliosa. Semplicemente meravigliosa.

Raúl Guridi Nieto, Che cos’è la vita, Kite, Padova, 2018, 36 p.

Raúl Guridi Nieto si è formato alla Facoltà di Belle Arti di Siviglia. Dal 1995 ha lavorato e sperimentato professionalmente quasi tutti i campi di immagine, design e pubblicità. Il suo lavoro è molto apprezzato in Spagna, ma è anche riconosciuto internazionalmente.
Ha pubblicato più di 60 libri, alcuni dei quali sono stati pubblicati negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Italia, Libano. Dal 2010 si dedica ai libri per bambini per i quali ha ottenuto vari premi e riconoscimenti internazionali.

 

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandriin collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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