Skip to main content

25 APRILE: 4° ANNO DI CHIUSURA DEL MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA

Digitando “Museo della Resistenza Ferrara”, esce questa comunicazione dal sito del Comune: “Il Museo è chiuso al pubblico fino a data da destinarsi per trasferimento sede”.
Dall’estate 2020 tutto ciò che conteneva è stato rimosso, gli uffici trasferiti a Porta Paola fino a data da destinarsi, in attesa della nuova sede, individuata nel Palazzo Pico Cavalieri, la cui ristrutturazione è in corso e lo è dall’estate 2023.

Negli ex spazi del Museo c’è da tempo il bar del Palazzo dei Diamanti. Si poteva scegliere di spostare il Museo in altra sede idonea o di lasciarlo in un limbo. E’ stato scelto il limbo.

25 aprile 2024: chiediamo che la riapertura del Museo diventi una priorità, con l’individuazione di in una sede adeguata, ripensando il tutto, per dare finalmente alla città un museo sulla sua storia in una sede ampia, con spazi per la didattica.
Chiediamo che chi oggi si occupa di ricerca e documentazione storica sia messo nelle condizioni di poter usare gli strumenti di cui la città già dispone, per sopperire alla perdita del patrimonio umano e morale costituito dai partigiani in carne e ossa. Senza sede fisica il Museo non può esprimere le sue potenzialità, come le attività di divulgazione e formazione.

Le memorie della storia, dell’antifascismo, della Resistenza, devono essere uno strumento per interpretare l’oggi! Antifascismo è una parola importante, che va pronunciata, promossa e praticata con tutti gli strumenti possibili.
Si tratta di chiedersi, oggi, cosa significa riconoscere e prevenire le radici del fascismo e farlo, interpellando la realtà che viviamo nel presente: tutelando la libertà di espressione e il pluralismo, difendendo le minoranze e riducendo le ingiustizie, denunciando le discriminazioni e la repressione del dissenso.

Il Museo è stato inaugurato nel 1903, in onore dei patrioti ferraresi Giacomo Succi, Domenico Malagutti e Luigi Parmeggiani: raccoglie armi, uniformi, cimeli, fotografie, manifesti e documenti di Ferrara e nazionali dei secoli XIX e XX. Nel 1954 venne aggiunta la sezione dedicata alla Resistenza italiana; nell’occasione l’originario “Museo del Risorgimento” cambiò nome in “Museo del Risorgimento e della Resistenza”.

Il Museo, anche in questi ultimi faticosissimi quattro anni, ha continuato a collaborare con le Scuole superiori della città: la coraggiosa mostra “Tutti colpevoli, tutti assolti” sulle atrocità compiute dal regime fascista nel periodo coloniale, realizzata in collaborazione con il Liceo “L.Ariosto” e il recente progetto di PCTO con una classe di Informatica dell’Iti “Copernico – Carpeggiani”, che ha consentito di impostare un programma informatico di catalogazione e visione dei materiali del Museo, ora nei depositi. Importanti anche le collaborazioni mantenute con l’ANPI e con l’Istituto di Storia Contemporanea.

Senza una sede, però, le potenzialità di un Museo che potrebbe e dovrebbe ampliare la propria attività di ricerca e di divulgazione sono, di fatto, quasi azzerate, nonostante l’impegno di chi lì lavora.

Ferrara quest’anno festeggerà per la quarta volta la Liberazione con il Museo del Risorgimento e della Resistenza senza sede.
Giovedì 25 aprile alle ore 12.00 ci troveremo davanti alla sede del Museo in Corso Ercole I d’Este, 17, per chiedere la riapertura del museo in una sede idonea. W l’Italia antifascista!

 

Anna Zonari
Candidata Sindaca di Ferrara

tag:

Anna Zonari

Le parole che preferisco sono relazione, ascolto, gruppo, comunità. Ma amo molto anche il silenzio, il canto degli uccelli, camminare in solitaria nelle foreste dell’appennino romagnolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it