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Miseria e nobiltà. Re, regine e alfieri che si alternano a gabbiani randagi e contadine acqua-e-sapone. Sono i due estremi dentro ai quali sta tutta l’opera di Mirella Guidetti Giacomelli. La scultrice festeggia i quarant’anni della sua attività artistica con una serie di esposizioni in città, inaugurate questo fine settimana e destinate a concludersi con l’autunno-inverno.

Le due anime opposte dell’opera di Mirella Guidetti Giacomelli convivono, ad esempio, nel bronzo messo letteralmente in piazza domenica scorsa con una parte delle sue sculture più auliche: trentadue scacchi giganteschi, che trasformano il cortile interno del Castello in un tavolo di gioco a riquadri da percorrere a grandi passi. La rappresentazione ricorda l’antica passione dei signori estensi per queste partite, grazie anche alla presenza dei figuranti della Corte ducale, il gruppo all’interno dell’ente Palio di Ferrara che dà volti e sembianze agli Este e ai loro familiari. In questo caso negli abiti di velluto e seta ispirati agli antichi affreschi ci sono, in prima fila, Isabella e sua cognata Lucrezia Borgia. Le ragazze che rappresentano le celebri dame siedono accanto alla tavola con la versione maneggevole delle stesse sculture-pedine, modellate in questo caso in terracotta da Mirella, per ricordare la partita che le due avrebbero giocato proprio qui, qualche centinaio di anni fa (1483). A vigilare sul gioco da tavolo e su quello a grandezza umana che si svolge nel cortile c’è anche Borso, il marchese che riceve dal papa l’investitura a duca e che prende il volto di Franco Zoboli, imprenditore metalmeccanico che da quando è in pensione veste i magnifici panni di colui che innalza il livello nobiliare della casata.

In parallelo alla versione scultorea e signorile degli scacchi, si svolge la mostra allestita all’interno di una banca in pieno centro storico per raccontare l’altra anima del lavoro della Guidetti Giacomelli, “L’anima della terra”. E’ questo infatti il titolo scelto dal curatore Lucio Scardino per la rassegna di sculture negli spazi della banca Mediolanum, in via Saraceno 18, che danno corpo alla “Contadina”, a un paesano e appassionato “Incontro”, ma anche a composizioni che trasportano nel paesaggio delle paludi, tra il Po e il mare, con i gabbiani che volteggiano “Dove il fiume lascia la rena” e gli eleganti uccelli del “Richiamo”.

Cresciuta nelle terre tra Mirabello e Casumaro, Mirella mette in scena quarant’anni di attività e lo fa in modi e luoghi diversi, adatti a mostrare i vari aspetti contenuti nelle sue opere. Scardino le definisce “sculture dai robusti ritmi plastici, che trascendono l’ovvia ruralità per divenire simboli, metonimie, allegorie”, con “la scena ferrarese e la Vita che si confondono” fino ad arrivare alla “trasfigurazione fantastica dell’ambiente, del vivere quotidiano”.

Un’ulteriore esposizione di lavori dell’artista è prevista per settembre nel salone d’onore di Palazzo Municipale. Intanto si può anche andare a riscoprire alcune delle sue opere pubbliche, disseminate per la città: il busto di Dante a Parco Massari; quello di Giorgio Bassani nella biblioteca comunale di Barco; l’arcangelo Michele combattente, realizzato per commemorare gli aviatori ferraresi in viale IV Novembre all’incrocio con via Fortezza.

“Nell’anima della terra” è visitabile alla banca Mediolanum, via Saraceno 16-24 con catalogo edito da Liberty House e fotografie di Aldo Gessi e Andrea Samaritani. Fino al 30 giugno dal lunedì al venerdì negli orari di ufficio.

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Figuranti della corte guardano la partita a scacchi (foto Giorgia Mazzotti)
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Scacchiera a grandezza umana di Mirella Guidetti Giacomelli (foto Giorgia Mazzotti)
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Figuranti della corte guardano la partita a scacchi (foto Giorgia Mazzotti)
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Scacchiera a grandezza umana di Mirella Guidetti Giacomelli (foto Giorgia Mazzotti)
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Figuranti della corte guardano la partita a scacchi (foto Giorgia Mazzotti)
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Borso d’Este interpretato da Franco Zoboli davanti alla scacchiera di Mirella
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La scultrice con l’assessore Aldo Modonesi, il presidente del Palio Alessandro Fortini e il presidente del Lions estense Paolo Bassi
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Lucio Scardino e Mirella Guidetti Giacomelli davanti alla scacchiera
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Scacchi nel cortile del castello (foto Giorgia Mazzotti)
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Scacchi nel cortile del castello (foto Giorgia Mazzotti)
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“Incontro” di Mirella Guidetti Giacomelli in mostra in via Saraceno (foto Luca Pasqualini)
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“Dante Alighieri, l’esilio” di Mirella Guidetti Giacomelli (foto Luca Pasqualini)

Scacchi

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore del mantovano volante” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” dedicato all’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017).

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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