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Certi bambini mangiano molte cose ma, quando si tratta di bere, “non se le bevono tutte”.
Certi adulti mangiano poche cose ma quando si tratta di bere, spesso “se ne bevono molte”.
Mi spiego meglio…

A scuola, ci sono giorni in cui certi bambini mangiano soprattutto ciò che hanno nell’astuccio: ad esempio, diversi di loro si nutrono di colle, di gomme e di matite.
Secondo le mie osservazioni etologiche, ognuno segue varie tecniche di degustazione ed ha le proprie preferenze in fatto di forma e di marca.
Le matite che piacciono di più ai bambini sono quelle senza gomma sopra; esse vanno mordicchiate lentamente lasciando che il legno di pioppo rilasci il suo succo rinfrescante.
Non bisogna metterle in bocca dalla parte della punta, ma dalla parte opposta (anche se qualche buongustai@ preferisce prima predisporre il palato col sapore della grafite e poi mordere il legno).
Le colle stick vanno affrontate con tecnica da sommelier: prima si toccano velocemente con la punta della lingua per sperimentare il nuovo sapore, poi si può procedere con leccate più decise come se si mangiasse un gelato.
Il sapore della colla infatti varia se è nuova, se è a metà o se è quasi alla fine; naturalmente lo strofinio protratto sulla carta sembra modificare il suo gusto che, a seconda del tipo di supporto, può diventare via via più intenso.
Il galateo scolastico infine consente ai bambini di mangiare la gomma con le mani: essa va prima sminuzzata con le dita facendone delle briciole che poi devono essere lasciate a decantare sul banco, quindi vanno raccolte con la pressione del dito indice (inumidito prima in bocca), infine ingerite lasciandole per qualche minuto sulla lingua prima di deglutirle.

Davvero certi bambini mangiano molte cose ma non se le bevono tutte…
Infatti quando i bambini osservano che non ho i capelli, io gli racconto la storia della strega Seimenda (cattivissima perché è doppiamente Tremenda) e del sortilegio che mi ha fatto: lei, essendo molto ma molto invidiosa del colore unico dei miei capelli, con un incantesimo me li ha resi invisibili. Solo ogni notte, a mezzanotte, essi tornano incredibilmente visibili allungandosi a dismisura tanto che nessuno, se mi incontrasse, mi riconoscerebbe; purtroppo però la ricomparsa dura solo fino all’alba… e così tutte le notti.
Alla fine della storia, che hanno ascoltato attenti partecipi e divertiti, mi si avvicinano uno alla volta ed indicandomi mi dicono: “Tu non hai i capelli”… quasi a volermi dire: “Questa bella favola ha catturato la nostra attenzione ma la realtà è tutta un’altra cosa”.
Invece certi adulti mangiano poche cose ben selezionate ma quando si tratta di bere, spesso “se ne bevono molte”.
In ambito scolastico, fra gli argomenti che certi adulti si bevono, ci sono soprattutto quelli confezionati con parole “dolcificanti” oppure con vocaboli “esaltatori di sapidità”: bevande tipiche di questo tipo sono la “buona scuola”, l’ “organico potenziato”, la “valorizzazione del merito”, l’ “alternanza scuola-lavoro”, lo “school bonus”.
Certi grandi non guardano attentamente gli additivi che mettono in queste bevande e così le mandano giù senza accorgersi che la scuola invece di essere “buona” è “cattiva” perché edulcorata artificialmente per nascondere la puzza di incostituzionalità e di competizione, che l’organico non è “potenziato” ma “impotente” a risolvere gli obiettivi dichiarati, che la valorizzazione del “merito” in realtà corrisponde alla incentivazione della “ruffianeria”, che l’ “alternanza” scuola-lavoro può diventare “sfruttamento” degli studenti e che lo school “bonus” diventa il “malus” della maggior parte delle scuole collocate in ambienti meno “ricchi” di altri.
Consiglio a chi trangugia così avidamente di fare attenzione alla propria salute poiché c’è il forte rischio di “non avere più il fegato” per esprimere le proprie convinzioni e di “perdere di vista” il vero senso della scuola pubblica… infatti se si rivolgessero a chi si disseta con l’acqua della sorgente costituzionale si accorgerebbero pure loro che: “Questa bella favola ha catturato la nostra attenzione ma la realtà è tutta un’altra cosa”.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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