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Quattro anni fa scrissi un post dal titolo Cominciamo a chiamare le scuole con il loro nome in cui verificavo che una buona parte delle scuole pubbliche della provincia era ancora senza un nome e suggerivo alle colleghe, ai colleghi e ai cittadini di cominciare a riappropriarsi delle scuole anche a partire dal decidere insieme quale nome dargli.

Leggo sulla stampa locale che il Partito Democratico di Ferrara ha proposto di intitolare uno spazio della città a Gino Strada “simbolo di pace, di giustizia, di solidarietà, di educazione e collaborazione, di cura e vicinanza ai più deboli e fragili.”

Nel mio piccolo sono d’accordo, condivido la proposta e mi associo.
Suggerirei di ampliarla includendo anche il nome di Teresa Sarti Strada, prima moglie di Gino e fondatrice insieme a lui di Emergency.

Pensando ai vari spazi della città, proporrei una scuola infatti nel comune di Ferrara ci sono 6 scuole dell’infanzia statali di cui 2 non ancora intitolate, 29 scuole primarie di cui 11 non ancora intitolate, 11 scuole secondarie di primo grado di cui 5 non ancora intitolate, 10 scuole secondarie di secondo grado: tutte intitolate.
Riassumendo su 56 plessi, 18 devono ancora essere intitolati.

In dettaglio la indirizzerei verso una scuola elementare (che adesso si chiama “primaria” ma a me piace continuare a chiamarla così e a definirmi un “maestro elementare”), proprio perché si occupa degli ‘elementi’ base del sapere ma anche di quelli della relazione, in sintesi la scuola elementare educa (o dovrebbe farlo) anche alla pace, alla cooperazione, alla giustizia, alla solidarietà, alla cura ai più deboli e fragili.

Le modalità per le intitolazioni di scuole sono contenute nel post che ho citato all’inizio quindi ora si tratta di verificare concretamente quante altre persone sono interessate ad iniziare a percorrere questa ‘strada’; compagni di viaggio ce ne sono, ce ne saranno e altri se ne troveranno.
Comunque la pensiate, vale la pena ricordare una bella frase attribuita a Buddha: “Non puoi viaggiare su una strada senza essere tu stesso la strada”.

P.S. Non mi preoccuperei troppo delle falsità messe in giro dalla Destra [leggi Qui], visto che non hanno alcun riscontro ma ricorderei a chi pratica shitstorming (in pratica, il lancio della me…a, lo sport che praticano certe persone di destra) che c’è stato chi, come il direttore della Padania Luigi Moncalvo. che è stato condannato e ha pagato 150 mila euro di risarcimento per aver fatto le stesse accuse assolutamente prive di fondamento.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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