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Dopo Rimini, è Ferrara la città più economica dell’Emilia Romagna per gli acquisti nelle catene della grande distribuzione. La geografia del risparmio e le dinamiche concorrenziali nella grande distribuzione sono state tracciata anche quest’anno dall’associazione Altroconsumo. L’indagine ha preso in esame 68 città di tutta Italia. Tra alimentare fresco e confezionato, igiene per la persona e per la casa sono 6.356 gli euro a famiglia spesi in media in un anno. A Ferrara, ventiseiesima in graduatoria, la spesa risulta essere di 6.325 euro, rispetto ai 5.876 euro di Treviso (prima) e ai 6.731 di Reggio Calabria, ultima. In regione, dopo Rimini diciannovesima e Ferrara, c’è Modena trentaseiesima. Dai dati emerge come il risparmio per una famiglia che scegliesse di fare la spesa al discount può arrivare anche a 3.500 euro.

L’inchiesta su super, iper e hard discount fornisce un’istantanea dettagliatissima: 1.031.562 prezzi rilevati su 108 categorie merceologiche, 909 punti vendita passati al setaccio.
Nel confronto tra regioni il Veneto emerge come il territorio dove la concorrenza gioca un ruolo virtuoso e efficace per le tasche del consumatore; su un carrello di spesa fatto di prodotti di marca è Treviso a risultare la città più conveniente, tra tutte le 68 della classifica. Territorio altrettanto dinamico la Toscana, con Firenze e Pistoia al secondo e terzo posto. Altra regione dove si spende meno che nella media italiana per l’acquisto dei prodotti in super, iper e hard è il Piemonte.

Altroconsumo fornisce anche qualche regola generale e qualche consiglio di buon senso per aiutare a ridurre le spese inutili. Consigli semplici, anche di buon senso: controllare quello che manca, stilare una lista della spesa e attenersi a quella; consultare il dépliant del supermercato può essere un’opportunità, ma attenzione a non farsi abbagliare dalle offerte; comprare i prodotti in offerta se rientrano nella lista o se sono particolarmente convenienti rispetto alla spesa abituale; per i deperibili il risparmio consiste anche nel comprare solo ciò che si è sicuri di consumare per tempo; fare scorta di prodotti in offerta ma solo se si tratta di articoli che si consumano con regolarità e non deperibili; confrontare i prezzi al chilo o al litro, non a confezione. Di solito i prodotti meno cari sono in basso o in alto, non ad altezza occhi.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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