Tre cappelli e un volto per costruire una storia:
iscriviti in biblioteca al laboratorio di scrittura creativa
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Tre Cappelli e un volto per costruire una Storia:
iscriviti in biblioteca al laboratorio di scrittura creativa
Ascoltare e raccontare storie è un modo per prendersi cura della vita. È questa, dopotutto, la ragione di “25: le storie di Elin e gli altri”, il laboratorio pensato da Elena Buccoliero e Miriam Cariani prendendo spunto dai ritratti dipinti da Miriam ed esposti alla Biblioteca comunale “Niccolini”, in Via Romiti 13 (a pochi passi dalla Biblioteca Ariostea), fino al 25 febbraio.
I volti sono quelli di venticinque bambini e bambine migranti conosciuti dall’autrice nel suo lavoro presso l’Ufficio Stranieri della Cgil di Ferrara.
L’occasione è importante per provare a capire la necessità da cui sono mossi ma è, tutto sommato, ininfluente quando si è dinanzi a quegli occhi bambini, belli per quanto sono espressivi e veri, non per una probabile condizione di bisogno nella situazione personale o familiare.
Sono i volti di 25 piccoli cittadini che hanno un vissuto da raccontare e diritti da esercitare per diventare grandi in modo equilibrato.
La proposta, per chi vorrà raccoglierla, è quella di tratteggiare le storie che quei volti potrebbero raccontare. O, se lo si preferisce, immaginare una favola dedicata a loro, come si inventa una fiaba prima di dormire.
Il laboratorio si sviluppa grazie a tre cappelli che rimarranno disponibili alla “Niccolini” anche oltre il termine della mostra. Ogni narratore ne estrarrà tre elementi: un nome, una cosa, una persona.
Il primo è il nome attribuito da Miriam a uno dei suoi ritratti. (Al partecipante verrà donata la riproduzione del ritratto in dimensione ridotta in modo che possa tenerla con sé, coccolarla, lasciarsi interrogare da quello sguardo bambino.
Il ritratto tutto intero potrà rivederlo quando vorrà, negli orari di apertura della biblioteca: Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 19.00 e Mercoledì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00.
Nel secondo cappello sono contenuti biglietti che riportano i nomi di oggetti, sarà chi scrive a stabilire se sono oggetti magici oppure di uso quotidiano.
Il terzo cappello, infine, riporta l’indicazione di personaggi da mettere in relazione con il protagonista come compagni di viaggio, aiutanti, antagonisti…
Nell’infinita libertà della scrittura, si propone a 25 persone di cucire una trama che riguardi uno di quei bambini, associandolo all’oggetto e al personaggio estratti. Potrà essere un racconto fantastico o un viaggio di formazione, una favola, un’avventura, una poesia, una lettera, una storia familiare o di amicizia. Ogni trattazione è ammessa, entro due pagine di word, in modo che tutte le storie possano essere lette ad alta voce sabato 8 aprile, dalle ore 10 in avanti, presso la Biblioteca “Niccolini”.
Il laboratorio non ha limiti di età, è gratuito ed è possibile partecipare singolarmente o come gruppo, ad esempio una classe potrebbe fantasticare insieme su uno di quei volti.
Infine, chi si iscrive è vivamente pregato di inviare una email a elineglialtri@gmail.com indicando il proprio nome e quello del bambino, o della bambina, che ha estratto, in modo che sia possibile monitorare l’evolversi del laboratorio.
Il contatto e-mail servirà anche per raccogliere i testi prima della lettura e per impaginarli in un quaderno digitale insieme ai volti che li hanno originati.
Dove trovi i 3 cappelli:
BIBLIOTECA CASA NICCOLINI
Orari Contatti
Martedì e giovedì 15.00-19.00
Mercoledì e sabato 9.00-13.00
Mar, gio e ven 9-12,30 (su prenotazione per gruppi organizzati)
I ritratti sono acquerelli di Mirian Cariani
Redazione
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
direttore responsabile
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Buonasera,
sono la professoressa Grazia Russo, dell’IIS Einaudi di Ferrara e Le scrivo perché vorrei partecipare all’attività proposta con un gruppo di ragazze di prima e seconda superiore -che risulterebbero numericamente inferiori al 25, indicato come numero minimo e massimo per la partecipazione all’attività. Vorrei sapere se è possibile partecipare lo stesso (anche con un gruppo di 15-16 studentesse) e se l’attività proposta termina il 25 febbraio -come indicato- o se invece sarà possibile continuare a visionare i ritratti anche dopo, come mi sembra comunque di intuire dalla presentazione del bando. Resto in attesa di un suo riscontro, per procedere eventualmente alla pianificazione dell’uscita delle studentesse.
Cordiali saluti,
prof.ssa Grazia Russo