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Di questi tempi, negli scaffali che le librerie predispongono per ospitare la letteratura per l’infanzia contemporanea si trovano alcune opere egregie, diversi testi normali e moltissima “croda”.
Quest’ultimo termine, preso a prestito dal vocabolario ferrarese, significa “frutta caduta dall’albero”, non da vendere a baco, cassetta ma da destinare alla sidreria. l’ho scelto perché esprime bene il senso di un prodotto di scarsa qualità che non riesce a conquistare l’attenzione dei lettori per la sua trama banale e poco significativa.

Ce ne sono tanti di questi libri in commercio; sembra che gli autori pretendano di conquistare i piccoli lettori edulcorando le loro storie con il semplice inserimento di qualche simpatico animaletto che agisce seguendo una presunta morale. Insomma, vedo pochi libri degni di nota destinati ai bambini e ai ragazzi. Fra questi, mi piace segnalare l’opera d’esordio della giovane giornalista ferrarese Cecilia Gallotta che si intitola “Misteri al Castello” (Robin Edizioni).
È un libro adatto a chi ha dai 10 anni in su.
È un racconto che si legge bene perché è scritto bene.
È una storia che incuriosisce ed attrae man mano che si procede.
È un testo che si presenta “appetitoso” quindi lo si “divora”.
È uno scritto in cui l’autrice riesce a mescolare sapientemente diversi ingredienti: storia e mistero, realtà e fantasia, passato e futuro.
È una trama dove gli intrighi attirano magneticamente il lettore e dove ci sono inviti indiretti ad approfondire, a ripassare e a studiare la storia della nostra città.
Infatti, due ragazzi si ritrovano catapultati nella Ferrara rinascimentale per risolvere un mistero del passato che potrebbe cambiare la realtà del futuro.
Cecilia racconta: “Ho cercato di creare più immedesimazione possibile attraverso la narrazione in prima persona della protagonista di 12 anni, nel tentativo di rendere la lettura leggera e fruibile pur avendo inserito cenni culturali a piccole dosi. Non manca poi un messaggio trasversale a tutte le età, quello del valore dell’amicizia, del coraggio e soprattutto della capacità di riconoscere quando compiere una scelta – anche se difficile e impegnativa – può cambiare le cose.”

La protagonista è Sara, una ragazzina di origini italiane trasferitasi negli Stati Uniti con la sua famiglia, che ha ricordi sfocati del suo paese natale; presto però ci tornerà in gita scolastica, e la prima tappa sarà proprio Ferrara. Lì, fra voci misteriose e indizi enigmatici, verrà trascinata da un irresistibile richiamo legato alla nostra città dal fascino rinascimentale, dietro cui si cela un incredibile segreto. Sarà l’inizio di un’avvincente avventura per Sara e il suo migliore amico Matt, che dovranno trovare il coraggio di compiere una scelta decisiva per le sorti del loro futuro, fra salti nel tempo e nella storia, suspense e colpi di scena.

Dal Castello Estense al Parco Massari, passando per il Duomo e per Le Mura d Ferrara, un ruolo fondamentale è poi dedicato anche al Museo della Cattedrale, dove Cecilia ha tenuto percorsi di guida didattica con la Fondazione Enrico Zanotti, e dai quali ha attinto qualche pillola di curiosità culturale sapientemente inserita nella vicenda.

“Misteri al Castello” è un libro perfetto per una lettura in chiave didattica e io lo consiglio sinceramente perché penso che sarebbe un bel testo da adottare a scuola a partire dalla classe quinta della scuola primaria e a continuare nelle tre classi della scuola secondaria di primo grado.

È raro infatti che un libro per ragazzi offra diversi elementi positivi: la motivazione alla lettura, il piacere nel leggere, la curiosità di approfondire e l’interesse verso la propria città.

L’autrice inoltre si rende disponibile per incontri con le classi e un’ottima occasione per partecipare alla presentazione del libro che avverrà, insieme a Sergio Gessi, nel pomeriggio del 13 maggio, alle ore 17.30 presso la libreria “Il Libraccio” di piazza Trento e Trieste a Ferrara.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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