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Giorno: 16 Novembre 2021

“Riserva della Biosfera Delta del Po: dal Piano d’Azione al Branding”

Dal 18 novembre al 6 dicembre, 3 webinar aperti a tutti per riscoprire il riconoscimento MAB UNESCO Riserva della Biosfera Delta del Po

16 novembre 2021
Dal 18 novembre al 6 dicembre il Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, in occasione del 50° anniversario del Programma MAB UNESCO, propone un ciclo di 3 seminari online (webinar) gratuiti dal titolo “La Riserva della Biosfera Delta del Po: dal Piano d’Azione al Branding”, per (ri)scoprire i valori e le opportunità di questo riconoscimento.

Gli argomenti dei 3 seminari online

1. Cos’è e cosa fa la Riserva della Biosfera Delta del Po. Presentazione del riconoscimento MAB UNESCO del Delta del Po. Illustrazione dei progetti e delle attività che, nel versante emiliano, sono state realizzate e sono in corso.

Giovedì 18 novembre, alle ore 17.00

2. Il Piano d’Azione in corso di definizione. Presentazione del Piano d’Azione in corso di definizione e di come tutti gli stakeholder del territorio possono contribuire a costruirne la banca progetti.

Giovedì 25 novembre, alle ore 17.00

3. Essere “Sostenitore della Biosfera Delta Po”. Presentazione delle modalità con cui imprese e organizzazioni del territorio possono chiedere il brand della Riserva della Biosfera e le opportunità connesse.

Lunedì 6 dicembre, alle ore 17.00
La durata di ciascun webinar è di circa 45/60 minuti, a seconda delle domande che verranno poste ai docenti.

Necessaria l’iscrizione
Per partecipare ai webinar è necessaria l’iscrizione al seguente link https://bit.ly/3vN99AD

PILASTRI… 3500 ANNI FA

Presentazione dei Volumi de I Pilastri della Terramara. Alle radici di economia, società e ambiente nel territorio di Bondeno
La serata ha l’obiettivo di presentare direttamente al pubblico le principali scoperte effettuate nelle sei campagne di scavo (2013-2018) finanziate dal Comune di Bondeno, con la direzione scientifica del dott. Valentino Nizzo (già Soprintendenza Archeologia) e del prof. Massimo Vidale (Università di Padova – Dipartimento dei Beni Culturali). Durante la presentazione si alterneranno sul palco alcuni degli autori dei saggi e degli articoli presenti nei due volumi della pubblicazione, che presenteranno brevemente le loro scoperte e ciò che è stato effettuato per reggiungerle. Tutta questa enorme mole di dati archeologici e biologici – grazie a cui la Terramara di Pilastri si può definire uno dei siti archeologici padani dell’età del Bronzo più studiati in assoluto e studiati a più ampio spettro – contribuisce a dare dettagli dell’immagine di quello che doveva essere l’antico villaggio che un tempo sorgeva nel luogo di Pilastri, dell’ambiente in cui era inserito, delle attività che vi si svolgevano, e di ciò che vi venne dopo. Il tutto senza dimenticare l’esperienza fondamentale svolta dallo stesso cantiere di scavo nel coinvolgimento del pubblico e delle scuole, un vero e proprio laboratorio di “archeologia partecipata“.
La serata vuole essere anche un tributo e un ringraziamento a Pilastri, e a tutti i pilastresi – associazioniaziendeprivati cittadini – che in questi quasi 10 anni hanno sostenuto e aiutato il progetto a crescere, e senza i quali nulla di quanto scritto sarebbe stato possibile.
 
La serata è organizzata da team Scavo della Terramara di PilastriGruppo Archeologico di Bondeno e Associazione Bondeno Cultura, in collaborazione con Città di BondenoCooperativa “Arte e Spettacolo Unità e Progresso” e Pilastriamo, sotto gli auspici di Ministero della CulturaUniversità degli Studi di Padova e Università di Ferrara.

“AFGHANISTAN ANNO ZERO:
PRESENTE E FUTURO DEL POPOLO AFGHANO”
dibattito con la corrispondente di guerra Barbara Schiavulli
Giovedì 18/11 ore 21.00 al consorzio factory Grisù

 

L’iniziativa di Legacoop Estense, promossa in collaborazione con Fondazione Pangea e cooperativa sociale CIDAS, si terrà giovedì 18 novembre alle ore 21,00 al Consorzio Factory Grisù. 

“A tre mesi dal ritiro delle forze militari occidentali dall’Afghanistan e dal picco di attenzione mediatica, il regime dei talebani viola e comprime quotidianamente i diritti più basilari e le libertà di bambini, donne e uomini. Abbiamo quindi deciso di promuovere un dibattito per tenere accesa l’attenzione e darci la possibilità di comprendere, grazie alle testimonianze di professionisti che vivono da vicino questa grave emergenza umanitaria, le condizioni in cui vive oggi la popolazione, le prospettive per il futuro del Paese e, soprattutto, come possiamo concretamente aiutare sia coloro che sono riusciti ad arrivare in Italia sia chi ancora vive in Afghanistan”.
Con queste parole il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini presenta il dibattito che si terrà giovedì 18 novembre alle ore 21:00 nella Sala Convitto del Consorzio Factory Grisù (Via Poledrelli 21, Ferrara), promosso in collaborazione con Fondazione Pangea Onlus e cooperativa sociale CIDAS.

Aprirà la serata la giornalista Barbara Schiavulli che, grazie all’esperienza diretta come corrispondente di guerra, ci aiuterà a comprendere cosa sta succedendo in Afghanistan e a quali rischi è esposta la popolazione.

Simona Lanzoni restituirà lo sguardo della Fondazione Pangea, di cui è vicepresidente, presente dal 2003 a Kabul a fianco delle donne afghane con un circuito di microcredito e interventi di formazione, sostegno ed empowerment economico e sociale che hanno coinvolto oltre 7.000 donne. “Legacoop sostiene e promuove, insieme alla Commissione pari opportunità, le attività di Pangea – prosegue Benini – una realtà che è rimasta sul campo anche dopo l’arrivo al potere dei talebani, nel tentativo di continuare a dare aiuto e protezione a donne e bambini. Questo incontro sarà anche l’occasione per conoscere i progetti attualmente in corso e come sostenerli”.

Infine Francesco Camisotti, responsabile del settore Società e Diritti di cooperativa sociale CIDAS, illustrerà i percorsi di accoglienza e integrazione attivati sul territorio per dare risposta ai bisogni dei rifugiati afghani, a partire dal progetto Vesta che, dal 2016, nell’ambito del SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione, promuove percorsi di inclusione diffusa e partecipata, attraverso l’accoglienza dei rifugiati in famiglia. Modera l’incontro la giornalista Camilla Ghedini.

L’iniziativa è ad ingresso libero e gratuito, previa verifica del Green Pass. Sarà inoltre possibile seguire l’evento anche in diretta streaming sui canali Facebook e Youtube di Legacoop Estense.

Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra e scrittrice, ha seguito i fronti caldi degli ultimi venticinque anni, come Iraq e Afghanistan, Israele, Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan, Cile, Haiti, Venezuela. I suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su Repubblica, il Fatto Quotidiano e l’Espresso. Ha collaborato con radio (Radio 24, Radio Rai, Radio Popolare, Radio Svizzera Italiana, Radio Capital, Radio Radicale) e TV (RAI, RAI News 24, Sky TG24, LA7, TV Svizzera Italiana). Attualmente collabora con la BBC arabic.
Dirige  Radio Bullets , una testata giornalistica online che si occupa di Esteri. Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Premio Lucchetta, il Premio Antonio Russo, il Premio Maria Grazia Cutuli e il Premio Enzo Baldoni. Ha pubblicato  Le farfalle non muoiono in cielo  (La Meridiana, 2005),  Guerra e guerra  (Garzanti, 2010),   La guerra dentro  (2013) e  Bulletproof diaries. Storie di una reporter di guerra  (2016). E “Quando muoio lo dico a Dio, storie di ordinario estremismo”, (2017). Viaggia sempre con un trolley rosa e una stilografica.

Nota: L’immagine di copertina, come quella che illustra la locandina dell’evento. sono tratte dalle opere della street artist Shamsia Hassani. In queste settimane una mostra delle sue opere e sulle condizione delle donne afghane sotto il gegime talebano sta girando per le scuole di Ferrara.

POSTE ITALIANE: LA SOSTENIBILITA’ AL CENTRO, ANCHE IN PROVINCIA DI FERRARA OBIETTIVO ZERO EMISSIONI AL 2030

Led, Serbatoi, ed Efficientamento Energetico, sono alcuni dei nuovi interventi nelle sedi di Poste
Italiane a Ferrara in coerenza con il piano strategico “2024 Sustain & Innovate” che prevede un
importante impegno nella decarbonizzazione degli immobili e della logistica.
Ferrara, 16 novembre 2021 – Proseguono in provincia di Ferrara gli interventi di Poste Italiane che
consentiranno all’azienda di raggiungere, entro il 2030, l’obiettivo di ‘zero emissioni nette di
anidride carbonica come previsto dal piano strategico “2024 Sustain & Innovate”; piano che mette
al centro della strategia, oltre all’innovazione anche la sostenibilità, declinata in otto pilastri tra cui
la decarbonizzazione degli immobili e della logistica.
“A conferma della rilevanza dei temi ambientali per la nostra strategia, Poste Italiane diventerà
un’azienda a zero emissioni nette entro il 2030 — aveva ricordato l’Amministratore Delegato
Matteo Del Fante in occasione della presentazione del piano strategico “24 S.I. – l’impegno che
abbiamo assunto per la sostenibilità e l’innovazione è un supporto importante per raggiungere gli
obiettivi del Paese e dell’Europa per una ripresa economica sostenibile, in linea con quanto
programmato nel Recovery Plan.
Il progetto “Led” rappresenta da alcuni anni, per le sedi della provincia di Ferrara uno dei
interventi principali per contenere i costi energetici. L’iniziativa prevede la sostituzione delle
lampade fluorescenti con la nuova tecnologia LED per l’abbattimento (circa il 50%) dei consumi di
energia elettrica e il risparmio dei costi di manutenzione, legati alla maggior durata in ore dei corpi
illuminanti. Il progetto ha visto nel corso del 2021 la sostituzione di ulteriori 445 lampade
fluorescenti con i LED, su un totale di 10 sedi della provincia di Ferrara.
Altro progetto che interessa la provincia di Ferrara è “Serbatoi” che prevede la piantumazione di
alberi e siepi e la realizzazione di un sistema di raccolta dell’acqua (da destinare all’irrigazione con
la riqualificazione dei serbatoi interrati per combustibile da riscaldamento non più in uso); per la
provincia ferrarese sono stati già eseguiti 40 interventi di bonifica delle cisterne.
Anche in provincia di Ferrara è operativo il progetto “Efficientamento Energetico”, questo
prevede la sostituzione di caldaie, di impianti di climatizzazione e regolazione impianti elettrici e di
illuminazione interna ed esterna ed elementi isolanti dell’involucro delle sedi territoriali.
Infine a Roma è attivo il progetto “Platoon” a cui Poste ha aderito con i fondi della Commissione
europea per il programma Horizon 2020 per la ricerca e l'innovazione. I tecnici certificati
dell’azienda potranno avvalersi della piattaforma Platoon, che punta ad ottimizzare in tempo reale
l’utilizzo e la gestione delle risorse energetiche attraverso soluzioni scalabili, replicabili e sicure che
contribuiscono ad incrementare il consumo di energie rinnovabili, utilizzando algoritmi di
intelligenza artificiale e strumenti di ottimizzazione a supporto della gestione delle risorse
energetiche.

Ultimo appuntamento di “Autunno da sfogliare”
Venerdì 19 novembre alle ore 18,00 presso la Biblioteca di Formignana

“Autunno da sfogliare 2021” ultimo appuntamento 19 novembre ore 18,00 presso la Biblioteca di Formignana, Paola Bastianoni presenta Una regina come madre. Storie di bambini e adolescenti in crescita tra diritti e ingiustizie, Junior 2021
Dialoga con l’autrice Luca Gherlinzoni.

L’autrice: Paola Bastianoni è professore associato in Psicologia dinamica all’Università degli Studi di Ferrara, ove da molti anni dirige il Master “Tutela, diritti e protezione dei minori”. Le sue principali aree di ricerca riguardano lo studio delle dinamiche familiari e della genitorialità in tutte le sue diverse espressioni. Da alcuni anni ha approfondito anche lo studio delle interazioni adulti/minori nei contesti educativi per la prima infanzia e le tematiche relative ai processi di elaborazione del lutto. È autrice e curatrice di numerose pubblicazioni scientifiche e volumi.

Il libro: Le storie narrate in questo libro illustrato da Anna Ferrandes sono autentiche. Sono storie di vita vissuta, sono storie ispirate a fatti di cronaca. Sono storie ascoltate in tanti anni di supervisione agli operatori sociali e agli educatori di comunità per minori e dei servizi socio-educativi. Sono storie sussurrate negli spazi protetti della confidenza, sono storie condivise nei tanti anni d’insegnamento universitario nella formazione dedicata alle mie studentesse e ai miei studenti, perché potessero essere sostenuti a risignificare i fatti dolorosi accaduti. Sono storie che aiutano a non sentirsi né soli né gli unici a cui l’inenarrabile è capitato. Le immagini sono molto evocative e addolciscono o rendono ancora più amara la parola. Sono storie che non hanno pretese. Leggetele da soli, con i vostri familiari, con i vostri allievi e allieve, con le persone che amate e che hanno bisogno di sentirsi accolte e di sentirsi rappresentate da storie che nessuno vorrebbe narrare.Paola Bastianoni è professore associato in Psicologia dinamica all’Università degli Studi di Ferrara, ove da molti anni dirige il Master “Tutela, diritti e protezione dei minori”. Le sue principali aree di ricerca riguardano lo studio delle dinamiche familiari e della genitorialità in tutte le sue diverse espressioni.
ianni ha approfondito anche lo studio delle interazioni adulti/minori nei contesti educativi per la prima infanzia e le tematiche relative ai processi di elaborazione del lutto. È autrice e curatrice di numerose pubblicazioni scientifiche e volumi.

SILVIO ORLANDO LA VITA DAVANTI A SÉ

Dal 18 al 21 novembre l’attore e regista porta al Teatro Comunale di Ferrara l’avvincente storia di tolleranza e di amore di Madame Rosa e Momò. Uno spettacolo su “un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia”, adattamento contemporaneo del bestseller “La Vie devant soi” di Romain Gary / Émile Ajar. In scena anche l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre.
Sentimenti e musica, commozione e comicità, per raccontare le “vite sgangherate che vanno alla rovescia”, ma anche “un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia”. Con ‘La vita davanti a sé’ Silvio Orlando torna al Teatro Comunale di Ferrara, in scena da giovedì 18 a domenica 21 novembre. Info e vendita in biglietteria e on line sul sito www.teatrocomunaleferrara.it (18, 19 e 20 novembre inizio spettacolo ore 20.30, domenica 21 inizio alle ore 16).
Silvio Orlando – che dello spettacolo firma anche la regia ed è unico attore in scena – sarà accompagnato dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre, con Simone Campa (chitarra battente e percussioni), Gianni Denitto (clarinetto, sax), Maurizio Pala (fisarmonica) e Kaw Sissoko (kora, djembe), per ricreare quell’energia culturale multietnica che anima Belleville, tra sonorità yiddish, arabe e francesi. Sabato 20 novembre alle ore 12 al Ridotto del Teatro l’attore e regista incontrerà il pubblico. Evento a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, necessario il green pass.
Lo spettacolo, inserito nel cartellone di prosa dell’Abbado, nasce come adattamento contemporaneo di Orlando del bestseller “La Vie devant soi” di Romain Gary / Émile Ajar. Al centro di un discusso Premio Goncourt, pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977 (è del 2020 la versione con Sophia Loren), il romanzo La vita davanti a sé dello scrittore lituano naturalizzato francese è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. “Un romanzo commovente e ancora attualissimo – racconta Silvio Orlando – che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia”.
Silvio Orlando conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia del piccolo Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. “Un autentico capolavoro ‘per tutti’ – continua l’attore e regista – dove la commozione e il divertimento s’inseguono senza respiro. Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo: la convivenza tra culture religioni e stili di vita diversi. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo, claustrofobico, in deficit di ossigeno. I flussi migratori s’innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti”. Se questo è il quadro, dunque, quale funzione può e deve avere il teatro? “Non certo indicare vie e soluzioni che a oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti commoventi, divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Raccontare la storia di Momò e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile”. Per Silvio Orlando, “le ultime parole del romanzo di Gary dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: ‘Bisogna voler bene’”.
Per gli appassionati di serie TV, Silvio Orlando è l’attore di “The Young Pope” e di “The New Pope”. Per chi ama il cinema è il David di Donatello 2006 come migliore attore ne “Il caimano” di Nanni Moretti. È protagonista in ben due film usciti di recente al cinema: Il bambino nascosto di Roberto Andò e Ariaferma con Toni Servillo. Con comicità, ironia e una speciale sensibilità emotiva capace di toccare molti luoghi (talvolta inesplorati) della mente, a teatro ha portato in scena numerosi spettacoli tra cui “Lacci”, “La scuola”, “Si nota all’imbrunire” e ora torna al Teatro Comunale di Ferrara con “La vita davanti a sé”.

IN SCENA:

Giovedì 18 Novembre 2021 – 20.30 Teatro Comunale Ferrara

Venerdì 19 Novembre 2021 – 20.30 Teatro Comunale Ferrara

Sabato 20 Novembre 2021 – 20.30 Teatro Comunale Ferrara

Domenica 21 Novembre 2021 – 16.00 Teatro Comunale Ferrara

 

LA COMPAGNIA INCONTRA IL PUBBLICO

Sabato 20 novembre, ore 12 – Ridotto del Teatro

Ingresso libero. L’attività è realizzata grazie al contributo concesso alla Biblioteca della Fondazione Teatro Comunale dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.

L’aggressività ai tempi della pandemia

 

Ci sono interrogativi che continuiamo a porci e che regolarmente restano senza risposta, come ad esempio il perché dell’aggressività. Un interrogativo a cui tendenzialmente rispondiamo confondendo i sintomi con le cause. La guerra, come causa delle violenze, ora la pandemia, come causa del disagio giovanile, che sfocia in atti di violenza tra coetanei.

Se fosse così, tutto sarebbe comprensibilmente semplice: cessata la guerra cessano le violenze, scomparsa la pandemia, rientrano il disagio giovanile e con esso gli episodi di aggressione.
Nel dare risposte ai nostri interrogativi tendiamo ad essere condizionati dalle contingenze e dai contesti.

Per cui che un branco di ragazzotti meni un compagno con insulti omofobi e con inni a Mussolini sia un segno dei tempi della pandemia, come ai tempi del colera, francamente andrà bene per farci il pezzo di cronaca o un convegno sull’adolescenza, ma non certo per avere consapevolezza di quello che accade.

È il vizio degli adulti che stanno a guardare e che, una volta individuate le categorie entro le quali classificare il fenomeno, pensano di aver spiegato il mondo e quindi di essere intellettualmente in pace con se stessi.

Freud [Qui] ci ha insegnato che l’aggressività è un dato costitutivo della natura umana, espressione del conflitto tra Eros e Thanatos. Tra il principio di morte e il principio del piacere. Il piacere è vivere, abbracciare la vita contro ogni miasma mortifero, contro i becchini delle nostre esistenze, contro chi coltiva aggressioni e violenze.

Ad Einstein [Qui], che gli scrive interrogandolo sul perché della guerra, Freud risponde che l’aggressività non si può abolire, ma si può indirizzare, deviarla, si può incanalarla, cercando di far emergere l’Eros piuttosto che il Thanatos.

Siamo al dunque. Non siamo necessariamente aggressivi, una pandemia non rende più aggressivi di quanto lo si possa già essere.

Se l’aggressività ci prende, ci fa sbandare, ci induce a violare l’altro come noi, a sottometterlo ai nostri ricatti, ai nostri calci e pugni, al nostro essere branco, è perché qualcuno, che doveva crescere la nostra vita, dalla famiglia alla società, non ci ha insegnato a dirigere le nostre pulsioni aggressive verso la costruzione e la pratica di valori positivi, verso la realizzazione di noi stessi. Non abbiamo incrociato la mano giusta, quella in grado di aiutarci a deviare l’istinto di morte, come dice Freud, per impedire che potesse inquinare la nostra vita e quella degli altri.

Se si legge il Rapporto Istat del 2020 [Qui], al paragrafo La società italiana sotto il lockdown, emerge l’immagine di un paese coeso, con un elevato senso civico, al clima familiare vengono associate parole positive, come ancora di salvezza e fonte di serenità.

Questo quadro dell’Istat nemmeno un anno dopo sembra incrinarsi profondamente, di fronte alle proteste di piazza per le libertà conculcate, ai traumi sociali di giovani costretti alla segregazione.

L’incontro con il male sconosciuto, sempre latente, ha fatto sì che l’aggressività dei più fosse ‘deviata’ a difendere la propria vita e quella degli altri. Ma c’è anche chi quella aggressività ha scelto di orientarla verso Thanatos, scendendo in piazza contro i primi.

‘Vita’ e ‘morte’ sono i poli della violenza e di ogni aggressività e tra questi poli siamo chiamati a scegliere. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che senza aggressività non saremmo neppure assertivi, vivremmo senza progetti e senza conflitti.

L’aggressività è un elemento positivo della nostra umanità. Il tema è quello che pone Freud. L’aggressività va deviata, va orientata, va convogliata verso la vita e non verso la morte, per costruire non per distruggere. È dunque opera educativa dacché veniamo al mondo.

Il buon Rousseau [Qui], che non credeva nel peccato originale, nell’innata cattiveria dell’uomo, pensava che ognuno di noi in natura nasce buono e che a corromperlo sia la società, quindi la stessa educazione.

Ora, noi non alleviamo i nostri ragazzi e le nostre ragazze come tanti Émile, lontani dagli influssi della vita sociale, i nostri crescono tra la famiglia, la scuola e la società, luoghi di conflitti e di contraddizioni.

Tante ‘comunità educanti’, per riprendere questa espressione alquanto ipocrita tornata di moda. Perché che una comunità sia educante è tutto da dimostrare, come è da dimostrare che siano educanti la famiglia, la scuola, la società.

Famiglia, scuola e società perseguono fini educativi che vanno per conto loro, che non hanno mai avuto come obiettivo i giovani, ma come semmai difendersi dai giovani, o come sfruttarne la gioventù.

Chi salva i giovani? L’ipocrisia degli adulti? Quella che non manca mai, che denuncia l’arroganza della loro incoerenza, quella che i giovani come Greta additano alle nuove generazioni, perché apprendano a riconoscerla e a difendersi da essa.

Chi dovrebbe incanalare l’aggressività di bambine e di bambini, di ragazze e di ragazzi, fin dalla prima infanzia, da Thanatos a Eros? Quid Game? Se mai serviva, la serie televisiva ha squarciato il velo sull’inettitudine educativa di tanti adulti, a casa come a scuola, degli interessi sociali che sono sempre e prima di tutto di mercato.

Dell’ipocrisia, con cui ci stracciamo le vesti ogni volta che ci troviamo di fronte ad atti di bullismo, di sopraffazione, di squadrismo giovanile, come se il mondo adulto ne fosse esente e non ne fosse corresponsabile.

Euripide [Qui] scriveva più di 2500 anni fa: «Beato l’uomo che ha conquistato la sapienza / che nasce dallo studio della natura; / nessun danno egli reca ai cittadini, / azioni ingiuste non compie, / ma esamina l’immutabile ordine della natura / immortale, cosa la formi, / e come e perché: / non v’è posto nel cuore di un tal uomo / per il proposito di azioni ingiuste».

Dov’è chi possa oggi offrirsi ai giovani, per accompagnarli e assisterli lungo la strada suggerita dal poeta tragico greco? La famiglia, la scuola, la comunità educante?

Per leggere gli altri articoli di Giovanni Fioravanti della sua rubrica La città della conoscenza clicca [Qui]