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Giorno: 16 Settembre 2020

Regione: Coronavirus, l’aggiornamento: su oltre 10mila tamponi 106 nuovi casi positivi, di cui 52 asintomatici le persone guarite salgono a 25.213 (+29). Nessun decesso

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Sono stati effettuati anche 2.971 test sierologici. 12 i casi di rientro dall’estero e 8 da altre regioni. L’età media dei nuovi positivi è di 39 anni. I casi attivi sono 4.179 (+77), il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna sono stati registrati 33.862 casi di positività, 106 in più rispetto a ieri, di cui 52asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 106 nuovi casi, 66 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 52 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 12 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è 8.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 39 anni.

Su 52nuovi asintomatici, 11 sono stati individuati attraverso i test per categoria introdotti dalla Regione, 4 tramite i test pre-ricovero, 36 grazie all’attività di contact tracing mentre in 1 caso da screening sierologico.

Per quanto riguarda la situazione nel territorio, il maggior numero di casi si registrano nelle province Bologna (22), Modena (16), Ravenna e Ferrara (15).

A Bologna e provincia sono 22 i nuovi positivi (uno solo ricoverato e tutti gli altri in isolamento domiciliare): 17 sono riconducibili in gran parte a focolai noti (familiari e ambiente di lavoro), 5 sono casi sporadici. Sui 22 totali, 3 sono stati individuati tramite attività di contact tracing; 1 attraverso screening con test sierologico, 1 rientro dall’estero (Moldavia); 3 da altre regioni (Liguria, Puglia e Lazio).

A Modena e provincia sono 16 i nuovi positivi: 6 casi sono legati a un focolaio familiare già noto, 3 sono contatti di casi conosciuti, 1 è relativo a un positivo individuato tramite screening aziendale, 1 legato al focolaio dell’iniziativa di Carpi, 3 sono di rientro dall’estero (1 Albania, 1 Marocco, 1 India) e 2 rientri da altre regioni (1 Sardegna, 1 Liguria).

Sul territorio ravennate 15 nuovi casi, di cui 12 contatti di casi già noti (11 in ambito famigliare), 2 casi sporadici emersi a seguito di sintomi, 1 emerso a seguito di tampone eseguito spontaneamente dal paziente.

In provincia di Ferrara 15 nuovi casi: di questi, 12 sono stati individuati a seguito di tracciamento di casi noti, tutti riconducibili a focolai famigliari; 2 persone a cui il tampone è stato effettuato per presenza di sintomi. Un caso è riconducibile al rientro dall’estero (Libano).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Infografiche e analisi sull’andamento dei dati in Emilia-Romagna sono consultabili on line attraverso il report periodico sull’andamento del contagio: https://bit.ly/3c6bKeQ .

I tamponi effettuati sono 10.024, per un totale di 1.050.690. A questi si aggiungono anche 2.971test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 4.179 (77 in più di quelli registrati ieri). Non si registra alcun decesso.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.986 (69 in più rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. I pazienti in terapia intensiva sono 19 (2 in più rispetto a ieri), mentre i ricoverati negli altri reparti Covid 174 (+6).

Le persone complessivamente guarite hanno raggiunto quota 25.213 (+29 rispetto a ieri): 9 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 25.204 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.919 a Piacenza (+7, un sintomatico), 4.128 a Parma (+5, di cui 1 sintomatico), 5.628 a Reggio Emilia (+9, di cui 5 sintomatici), 4.723 a Modena (+16,  di cui 5  sintomatici), 6.016 a Bologna (+22, di cui 18 sintomatici), 543 a Imola (+6, di cui 3 sintomatici ), Ferrara 1.346 ( +15, di cui 8 sintomatici ), a Ravenna 1.682  (+15, di cui 6 sintomatici), 1.280 a Forlì (+1, nessun sintomatico ), 1.071 a Cesena (+5, tutti sintomatici ) e 2.526 a Rimini (+5, di cui 2 sintomatici)

Al via i concerti dell’Euyo Ferrara Chamber Academy

Da:Ufficio Stampa Ferrara Musica

L’Euyo Chamber Academy torna al Teatro Comunale di Ferrara con quattro concerti tra venerdì 18 e giovedì 24 settembre: per due settimane i maestri della Chamber Orchestra of Europe insegneranno, guideranno e si esibiranno con musicisti membri dell’Euyo, che a propria volta faranno lo stesso con un gruppo di giovani musicisti italiani selezionati con apposito bando.

Gli eventi programmati al Teatro “Claudio Abbado” alle 20.30 del 18, 19, 23 e 24 settembre costituiranno il momento di visibilità finale dell’Accademia.

Il primo appuntamento vedrà l’esecuzione, venerdì 18 settembre alle 20.30, di due capolavori assoluti del Classicismo come l’op. 76 n. 4 di Haydn e l’op. 95 di Beethoven accostati a Different Trains di Steve Reich. Emily Davis (Euyo), Elena Bonandrini, Francesco Maria Pignataro e Lea Galasso si dedicheranno al Quartetto op. 76 composto da Haydn tra 1796 e 1797: intenso ed espressivo, è una magnifica pagina che rivela la volontà di valorizzare il colore e la sonorità dei quattro archi.

Il programma della serata continuerà con Dominik Kossakowski, Cathy Heidt, Jaume Pueyo e Richard Lester (Coe) impegnati nell’op. 94 di Beethoven, l’unico Quartetto che abbia ricevuto un titolo descrittivo tutto suo: con “Serioso” l’autore probabilmente intendeva affermare l’audacia del lavoro, rassicurando musicisti dubbiosi che sì, era proprio “serio” e che tutto ciò che riguardava il pezzo era del tutto intenzionale.

Paula Sanz Alasà, Sofía Fasla Prolat, Pascal Siffert (COE) e Matthias Fröschl concluderanno il concerto con Different Trains di Steve Reich per quartetto d’archi e nastro magnetico, composto nel 1989 per il Kronos Quartet e cavallo di battaglia della formazione americana per tutti gli Anni Novanta, divenuto un vero e proprio manifesto del Minimalismo.

L’organizzazione tiene conto delle norme di sicurezza anticovid per pubblico ed esecutori. Gli spettatori saranno collocati nei palchi e in platea con adeguato distanziamento.

Due le fasce di prezzo: 25 euro per platea, palchi di primo, secondo e terzo ordine, 18 euro per quarto ordine e loggione. I giovani fino a 30 potranno entrare a metà del costo intero a seconda del posto prescelto, e i giovanissimi fino a 20 anni a 9 euro.

Info: www.ferraramusica.it 

Progetto 2020 per la sostenibilità ambientale:a Comacchio il 22 settembre

Da: Ufficio Stampa Gruppo Lumi

Sabato 12 settembre parte l’impresa di Salvatore Magliozzi, travel blogger: un percorso attraverso le 20 regioni d’Italia in 20 giorni viaggiando a impatto 0 su uno scooter elettrico. Appoggia il progetto anche l’azienda URSA Italia, che lo aveva annunciato a Klimahouse 2020, in quanto promotrice della sostenibilità ambientale. Accompagneranno Magliozzi dei curiosi passeggeri: tre bruchi. 2020: per tutti l’anno del COVID-19, eppure quest’anno avrebbe dovuto avere come tema l’ecologia, data la scadenza del protocollo di Kyoto. Ma quanto è stata ridotta davvero l’emissione di elementi inquinanti? Stiamo sconfiggendo il virus, e sicuramente ce la faremo, ma non vogliamo dimenticarci dell’ambiente. Da qui l’idea dall’Associazione Tototravel.it di attuare nonostante tutto un’impresa volta a trasmettere un messaggio positivo per la nazione e per la sostenibilità.

L’associazione, che ha in capo il travel blogger Salvatore Magliozzi, si occupa da anni di valorizzazione del territorio e di rapporto fra turismo e natura attraverso imprese molto particolari (perfino un volo in orbita). La nuova missione consiste nel visitare tutte le 20 regioni d’Italia in soli 20 giorni viaggiando a bordo di un innovativo scooter elettrico, con batterie intercambiabili, dunque a impatto 0. Per una traversata interamente a emissioni zero, Magliozzi (in collaborazione con Rete Clima, Riccardo Valentini Premio Nobel 2007 e Luca Mercalli Presidente Società Meteorologica Italiana), calcolerà e compenserà la CO2 emessa dai traghetti utilizzati per lo spostamento dal continente alle isole. Seguirà il progetto denominato Carbon Offset, ovvero la compensazione di CO2 mediante riforestazione urbana in Italia, annullando così l’impatto negativo sull’ambiente.

In ogni tappa del tour sarà inoltre promosso un punto d’interesse e il cibo locale DOP/DOC e a chilometro 0. Il “Progetto 2020” è stato presentato nel contesto della fiera dell’edilizia Klimahouse già a inizio 2020 per interessamento dell’azienda URSA Italia che con il suo programma culturale Isola URSA da anni si rende promotrice di questa e di altre iniziative didattiche e divulgative aventi come comune denominatore il tema della sostenibilità ambientale. L’azienda, leader nel settore dell’isolamento termico e acustico con stabilimento produttivo a Bondeno di Ferrara, ha scelto di sostenere questo interessante progetto proprio per continuare a sensibilizzare sui temi dell’ambiente.

Originalissimi compagni di viaggio di Toto Magliozzi saranno tre bruchi (Papilio Machaon), alloggiati in un cestino appositamente creato per tenerli al riparo dalle intemperie. Tutti potranno seguire il loro sviluppo e la creazione della crisalide. Dopo 20 giorni nasceranno le splendide farfalle, giusto in tempo per essere liberate all’arrivo. Una metafora di come potremmo rinascere dopo il virus, più belli e forti di prima! Il viaggio partirà il 12 settembre dalla Sicilia per terminare in Sardegna il primo ottobre. La tappa dell’Emilia Romagna è prevista per il 22 settembre (Riviera Adriatica, Riccione, Comacchio). Intanto l’associazione mette in premio un viaggio per chi l’aiuterà a scegliere i nomi per i bruchi!

Regione: “Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita”Regione e aziende sanitarie insieme per sensibilizzare i cittadini con iniziative

Da:Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Banchetti informativi, ‘kit sicurezza’ distribuiti ai cittadini e momenti di incontro con il personale sanitario, oltre alla campagna di comunicazione ‘Sicurinsieme’. Ecco il programma della giornata

Tanti palazzi pubblici e monumenti dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, saranno illuminati di arancione domani, giovedì 17 settembre, in occasione della “Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita”, alla seconda edizione.

Un colore comune e molte iniziative promosse sul territorio dalla Regione e dalle Aziende sanitarie e ospedaliere in collaborazione con i Comuni – banchetti informativi, video, ‘kit sicurezza’ distribuiti ai cittadini, momenti di incontro con il personale sanitario – per richiamare l’attenzione e la responsabilità di tutti sul fatto che una sanità sicura dipende anche dallo sforzo collettivo di cittadini e operatori.  Piccoli gesti che possono fare la differenza, come portare con sè la propria documentazione sanitaria quando si va dal medico, comunicare agli operatori le medicine che si stanno assumendo, seguire precise norme igieniche quando si va a far visita a un paziente in ospedale, ma anche attenersi alle nuove regole imposte dall’emergenza sanitaria: sono alcuni dei consigli promossi dall’assessorato regionale alla Sanità anche attraverso la campagna di comunicazione “Sicurinsieme” per accedere e usufruire dei servizi sanitari in tutta sicurezza, contribuire a migliorare ulteriormente le cure e, soprattutto, ridurre i rischi inevitabilmente collegati all’assistenza sanitaria.

“La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute- sottolinea l’assessore regionale alle Sanità, Raffaele Donini- e questa pandemia ci ha ricordato come la garanzia della sicurezza per cittadini e operatori sia un valore e un obiettivo fondamentale per le organizzazioni sanitarie. La Regione Emilia-Romagna è da diversi anni impegnata a garantire elevati standard di qualità delle prestazioni attraverso la costruzione di un ‘sistema sicurezza’ di livello regionale e aziendale. E come coordinatori del gruppo nazionale- aggiunge l’assessore- per accendere i riflettori sul tema abbiamo chiesto, assieme alle altre Regioni, l’istituzione di questa giornata nazionale, che viene celebrata insieme al World Patient Safety day, come ha stabilito l’Organizzazione mondiale della sanità. Il nostro servizio sanitario, dunque, anche per il 2020 ha messo in campo tante iniziative e appuntamenti informativi, anche sulle buone pratiche relative al Covid-19, per sensibilizzare cittadini e operatori; la Regione ha poi rilanciato con un nuovo video la campagna di comunicazione ‘Sicurinsieme’, per ricordare che una sanità ancora più sicura comincia da ognuno di noi”.

La Regione Emilia-Romagna per la sicurezza delle cure

Da anni la Regione è impegnata a promuovere la sicurezza nelle strutture sanitarie e a prevenire, evitare o mitigare i potenziali esiti indesiderati e i danni che sono possibili nei processi assistenziali. Anche quest’anno – in concomitanza con la Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti e quella nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita – promuove il terzo appuntamento con l’Open Safety Day nei principali presidi ospedalieri.

Le attività che si svolgono a livello regionale e nelle Aziende sanitarie prevedono analisi, valutazione e prevenzione dei rischi, applicazione e monitoraggio di buone pratiche per la sicurezza, gestione di eventi avversi e azioni di sostegno e riparazione per eventuali eventi negativi che si dovessero verificare. Esistono molti modi per evitare gli errori in ambiente sanitario, che sono possibili come in tutte le attività umane, ma per migliorare la sicurezza delle cure c’è bisogno della collaborazione di tutti. Per questo la Regione, con le Aziende del servizio sanitario, ripropone la campagna informativa  “Sicurinsieme”, con un nuovo video di 1 minuto che quest’anno si concentra sulle misure adottate e i comportamenti da osservare all’interno delle strutture sanitarie in conseguenza dell’epidemia da Coronavirus.

Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita: come nasce

Il 17 settembre 2020 si celebra per la seconda volta la Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, promossa da ministero della Salute, commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Istituto superiore di sanità, Agenzia italiana del farmaco e Agenzia per i servizi sanitari regionali. Nata su richiesta della sub Area ‘Rischio Clinico’ della commissione Salute coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, è ufficialmente indetta nel nostro Pase il 17 settembre di ogni anno, con direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 4 aprile 2019.

Il 28 maggio dello scorso anno, nell’ambito della 72ª Assemblea mondiale della Salute dell’Oms, è stato istituito il World Patient Safety Day nella medesima data, che prevede la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e la simbolica illuminazione in colore arancione di monumenti nazionali dei Paesi aderenti.

BUFALE & BUGIE
Chi è il nuovo untore?

L’ansiogena rincorsa all’ultima novità sull’argomento dell’anno non dà segni di allentamento, e chi non si è mosso sin da gennaio a studiarlo e approfondirlo non può sperare proprio ora di recuperare con semplicità il bandolo della matassa.

La caccia all’untore prosegue, tocca adesso alle giovani generazioni. Ce ne dava notizia l’Ansa, il 20 agosto, con un titolo e un articolo certi del contenuto: “Coronavirus, i bambini sono diffusori silenziosi”. L’agenzia di stampa ha tuttavia ignorato il contesto in cui si inserisce lo studio scientifico, dimenticando di segnalare diversi elementi imprescindibili per la sua corretta comprensione. Per cominciare, si tratta di un articolo in attesa di pubblicazione e ancora suscettibile di modifiche prima della versione finale. Venendo alla ricerca condotta, essenziale risulta il campione stabilito e testato: 192 individui fino ai 22 anni di età, con sospetta infezione [vedi qui] da SarsCov-2, che si sono presentati al pronto soccorso, o che sono stati ricoverati per sospetta o confermata infezione da SarsCov-2, oppure per la presenza della MisC, la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica, al momento ritenuta associata e non causata dal germe menzionato. La metodologia principale usata per indagare la positività al virus è stata quella del tampone oro-nasofaringeo, analizzato tramite la tecnica della Real Time Polymerase Chain ReactionReal Time Pcr – , utilizzata per quantificare le espressioni geniche, esaminare le variazioni riscontrate e misurare la quantità di sequenze degli acidi nucleici in determinati campioni. L’inventore della Pcr, il Nobel Kary Mullis, sottolineava tuttavia come la propria creazione permettesse di scovare sequenze genetiche di virus, ma non i virus stessi. I limiti dei tamponi nelle analisi diagnostiche, tra falsi positivi e falsi negativi, sono ampiamente conosciuti, così come la possibilità che presentino contaminazioni e che non vengano effettuati correttamente [vedi qui], divenendo un rischio per la salute pubblica e individuale. I risultati dello studio, circoscritti dai paletti che abbiamo dovuto evidenziare, fanno emergere pertanto una ipotetica carica virale più alta, nelle vie respiratorie dei soggetti attenzionati, rispetto ai pazienti adulti ricoverati nelle terapie intensive. Il che non equivale a una maggiore contagiosità, nonostante la notizia italiana sia quasi interamente concentrata su questo aspetto. Per di più, dalla lettura si rischia di cadere nel tranello che assimila il microbo a una malattia: dire che le bambine e i bambini non sono immuni dal virus, nel senso che possono ospitarlo, non significa dire automaticamente che possano esserne attaccati tanto da veder insorgere una patologia.

Scoperta una nuova fonte di contagio? No. Il paper prossimo alla pubblicazione non aggiunge nulla alle conoscenze attuali sulla diffusione del SarsCov-2, tantomeno sulla vulnerabilità degli individui più giovani alla Covid-19.

BUFALE & BUGIE, la rubrica di controinformazione di Ivan Fiorillo esce ogni mercoledì su Ferraraitalia. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

Vite di carta /
I libri sono oggetti perfetti, scatole di storie

Vite di carta. I libri sono oggetti perfetti, scatole di storie

Di mercoledì una settimana fa a Mantova è cominciato il Festivaletteratura, giunto alla ventiquattresima edizione. Ho perlustrato il programma con avidità, prima di scegliere sabato 12 settembre come mio giorno mantovano. Ne scrivo quando questo giorno è appena passato, e che giorno. Marina è venuta con me e ha fatto la scoperta del Festival; che bella atmosfera abbiamo condiviso tra uno scrittore in presenza, anzi due (Fabio Geda e Sandro Veronesi) e un collegamento web con l’immenso Noam Chomsky.

L’aria che si respira a Mantova tra il mercoledì e la domenica del Festival è sempre stata questa: un concentrato di idee, di parole, di riflessioni che riempiono la città. I tanti luoghi deputati agli eventi sono come dei catalizzatori, attorno si può sentire passando il loro effetto alone, si sentono spezzoni di idee col loro richiamo.

Poi negli spazi tra un evento e l’altro vive la città con la sua leggerezza di fine estate, tutto è animato: bar, negozi, stand di gadget e pubblicità. Dimenticavo, ristorantini e gelaterie. Convivono che è un piacere la leggerezza di chi passeggia per godersi il centro, così bello, e il magnetismo che si sprigiona dagli incontri tra intellettuali e pubblico. Magari lì a due passi, sotto un tendone o nel cortile del Castello.

Marina sentiva con me la forza, dicevamo insieme ‘la catena delle idee’ che ci passava accanto e si poteva afferrare con presa sicura. Quasi un fatto fisico. Un bel passo avanti, dopo i lunghi mesi passati, in cui abbiamo caparbiamente insegnato da casa, lei Inglese e io Italiano, ai nostri studenti diventati dei pixel su uno schermo. Senza il contatto diretto, senza vedere cosa c’è sotto il piano della scrivania, mentre parli, o mentre ascolti, o scrivi appunti. E invece.

Nell’incontro di sabato si è vista bene la giovialità di Geda dai suoi gesti rassicuranti verso Enaiatollah, che gli sedeva accanto e pareva piuttosto emozionato prima di prendere la parola. Si è vista bene la nonchalance di Veronesi, giunto al suo secondo premio Strega, che simpaticamente ha manifestato la sua soddisfazione e ha evitato di apparire tronfio, trasformandola nella metafora del gioco del tennis. Pare che ora potrà chiedere ad Adriano Panatta di giocare con lui, non mi sembra poco….

Non ho un libro particolare a cui fare riferimento, stavolta si parla di ‘libri’. Non dico ‘parlo in prima persona’, perché ne hanno discusso i relatori sopra nominati a Mantova e io mi inserisco nello spazio delle loro sollecitazioni. Si parla dunque del libro come prodotto di una intenzione e del libro come oggetto.

Geda ed Ena hanno spiegato ampiamente come mai hanno deciso di scrivere Storia di un figlio, che continua la narrazione incominciata undici anni fa con Nel mare ci sono i coccodrilli, uscito nel 2010. Un bel libro, toccante e spontaneo, che mi ha conquistata e che è piaciuto anche agli studenti che ci hanno lavorato con me; nella loro spontaneità avrebbero voluto conoscere Ena di persona. Intanto Ena voleva smettere di incontrare il pubblico, smettere di ricostruire a ogni presentazione del libro la sua odissea durata quattro anni dall’Afghanistan all’Italia; sentiva il bisogno di concentrare le forze sul proprio presente, di costruirlo con nuove energie.

Poi il passato si è ripresentato a chiedergli il conto, lo ha spinto a guardare indietro, a saldare tra loro gli anni del viaggio e quelli di oggi, a ricostruire la vita difficile che la madre e la famiglia rimasti in Afghanistan hanno condotto nello stesso lasso di tempo.

A Mantova è stato lui a chiarire al pubblico la ragione che lo ha convinto a esporsi scrivendo, ancora una volta insieme a Fabio, un secondo racconto di sé, e la ragione è che si sente responsabile verso gli altri migranti meno fortunati di lui. Ena vive in Italia con lo status di prigioniero politico da ormai dieci anni, ha finito gli studi arrivando a laurearsi, lavora e ha una compagna. E’ ancora in attesa di risposta alla sua domanda per ottenere la cittadinanza italiana. Si interessa del suo paese, vorrebbe fare attività politica utile all’Afghanistan e alla etnia hazara di cui fa parte, ha contatti regolari con la famiglia.

Nel dibattito con Domenico Quirico, che faceva da sagace moderatore dell’evento ha evidenziato una conoscenza e un coinvolgimento totali nelle cose afghane. Dunque la responsabilità e l’impegno: su questo si regge il progetto del suo racconto numero due.

Quattro ore dopo nella stessa piazza Castello l’architetto e scrittore Sandro Veronesi, incalzato da Chiara Valerio, ha parlato, sia del suo ultimo libro, Il colibrì, vincitore del Premio Strega 2020, sia dei libri in generale come oggetti. Ha toccato anche altri temi per me avvincenti, come il rapporto tra narrazione e poesia, ma ora mi pare intrigante continuare a prendere in considerazione il libro. Ne ha scritti molti Veronesi, quando è uscito ho letto Caos calmo, vincitore dello Strega nel 2006, ora ho sul comodino Il colibrì e presto comincerò a leggerlo, col viatico privilegiato delle suggestioni che ha dato l’autore a Mantova.

“Che oggetti sono i libri? Sono oggetti perfetti” ho scritto nei miei appunti. Perfetti come il mattone, che per un architetto è un elemento fondamentale: i mattoni sono rimasti uguali a se stessi nei secoli, sono solo diminuite le dimensioni. Come del resto è accaduto ai libri che dopo Gutenberg e la diffusione dei volumi a stampa si sono fatti più piccoli e ora, nell’epoca della alfabetizzazione di massa, sono diventati tascabili. I libri sono uguali a se stessi e al tempo stesso estremamente versatili: hai tra le mani un parallelepipedo, lo stesso da almeno seicento anni, ma dentro puoi trovarci una infinità di contenuti diversi, di storie diverse.

I libri funzionano sempre, basta un po’ di luce che ne permetta la lettura. Per tutti questi motivi secondo Veronesi l’avranno sempre vinta sull’eBook. In più sono belli, si toccano con piacere e, aggiungo io, profumano, vanno annusati appena usciti dal cellophane. Da ultimo, in onore di Marina dirò last but not least, arredano. E giù con l’aneddoto di quando Veronesi lavorava presso una casa editrice (mi pare) ed elargiva copie di libri molto belli, ma rimasti invenduti a una platea di giovani ingegneri che stavano mettendo su casa e dovevamo allestire gli scaffali del soggiorno.

Sul libro come arredo ho le mie esperienze. Nel mio studio i libri sono identitari e occupano un posto molto pensato, ognuno per il contenuto che ha, ma anche per le dimensioni e il colore. Sono altrettanto convinta, però, di come arredino in modi diversi le case degli altri. Veronesi mi ha fatto proprio ridere con la storiella dei giovani ingegneri, ma avrei potuto aggiungere i libri che ho visto invecchiare sugli scaffali di certe sale da pranzo, tutti ancora nel loro cellophane e di altri volumi finti, fatti di legno e vuoti dentro che ho visto a casa di qualche compaesano. Facciamoci coraggio: una cosa in comune ce l’anno tutti quanti, ed è che vanno spolverati ogni tanto.

Ma torniamo alla lettura, per dire che raccolgo volentieri la sfida: vado al Festivaletteratura di Mantova dal 1999 e faccio incetta di stimoli a conoscere un mondo di libri. Questa volta i primi da leggere saranno i due di cui ho appena parlato. Anche il lettore, che è parte attiva nel circuito comunicativo instaurato dal testo, ha un suo progetto quando apre un libro e lo mette in relazione con quello dell’autore.

Leggerò Storia di un figlio, cercando di conoscere più a fondo la famiglia di Ena, la sua etnia e il suo paese; prenderò in mano Il colibrì e dentro il parallelepipedo scoprirò le esperienze di vita di Marco Carrera, uno capace di sbattere le ali per mantenersi uguale a se stesso, e conservare la propria energia vitale ed essere resiliente. In fondo, si dice che ogni scrittore è autore di un solo libro. Anche il lettore: in fondo, ognuno di noi legge per sentire parlare dell’ universo mondo e per riferire ogni cosa a se stesso.

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

Al Montalcini si riparte in sicurezza

Da: Ufficio Stampa Istituto Superiore R.L.Montalcini

L’Istituto Superiore “R. L. Montalcini” di Argenta e Portomaggiore ha ripreso l’attività didattica, riuscendo a garantirla in presenza per tutti i propri alunni.


Il risultato, insperato, giunge a compimento di una lunga estate di lavoro che ha coinvolto i Ministeri della Salute e dell’Istruzione, CTS, Amministrazioni locali, Uffici scolastici, Presidi, Organi collegiali e Sindacati per organizzare le fasi della ripartenza.


Deliberati a fine agosto i nuovi regolamenti da parte degli Organi Collegiali, già dal 1 Settembre l’Istituto aveva riaperto ai corsi per il recupero degli apprendimenti per gli studenti con insufficienze.

Nelle due settimane che hanno preceduto l’inizio ufficiale dell’anno scolastico, si è lavorato costantemente per una ripresa delle lezioni in sicurezza e serenità, attraverso corsi di formazione sulle nuove norme anti-Covid diretti a tutto il personale, incontri in videoconferenza con le famiglie sin dal 28 agosto, per informarli delle integrazioni al Regolamento scolastico, continui sopralluoghi nelle aule e negli spazi scolastici per la verifica del distanziamento previsto.


Lunedì 14 ha visto l’ingresso a scuola delle classi prime e seconde, mentre martedì 15 tutti gli studenti hanno ripreso le lezioni da ingressi separati in ogni plesso, con intervalli scaglionati, nuove norme di sicurezza e dispenser di gel disinfettante in ogni aula.
A Portomaggiore la vigilanza davanti ai due Istituti è stata supportata da 4 volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri,che con la propria disponibilità hanno permesso di evitare assembramenti.


Ad Argenta, dove è stata ultimata in tempo la prima parte dei lavori di messa in sicurezza della palestra e sono state approntate aule in spazi prima adibiti ad altro uso, il Dirigente ha accolto i nuovi studenti.


Le attività didattiche mattutine del “Montalcini” saranno in presenza per tutti: nessuna classe è stata sdoppiata né occorre far ruotare gli alunni su vari turni. Le ore che negli anni precedenti venivano svolte al pomeriggio quest’anno saranno effettuate in DDI (Didattica Digitale Integrata) una volta a settimana. A tal fine l’Istituto ha aderito a diverse iniziative che hanno permesso di acquistare e noleggiare portatili e SIM dati da dare in comodato d’uso agli alunni che ne avessero bisogno.


La scuola ha approntato un piano per garantire il diritto all’apprendimento anche agli alunni che temporaneamente non possono essere presenti in aula.


Altra importante innovazione voluta fortemente dal Dirigente Scolastico Prof. Diego Nicola Pelliccia è il potenziamento della dotazione di PC fissi nei laboratori informatici, della rete WI-FI ad Argenta e Portomaggiore e l’acquisto di monitor interattivi di ultima generazione collocati nelle classi mancanti di LIM.


Sebbene con qualche perplessità e timore, la reazione di studenti e famiglie alla prospettiva di un anno scolastico pieno di sfide e di evidenti difficoltà è stata buona. I primi due giorni di lezione si sono svolti serenamente, all’insegna della gioia di essere di nuovo insieme: le mascherine, indossate da tutti gli studenti e dal personale scolastico,non riescono a nascondere i sorrisi degli alunni e dei docenti.