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In una fredda serata di un 8 Marzo di tempi duri e difficili, i nostri, la cultura ha, ancora una volta, lasciato il segno e segnato il passo, trovando spazio, oltre che per la danza, l’allegria e la spensieratezza (di un tempo), anche per la solidarietà e la comprensione.

La compagnia ucraina di ballerini e acrobati del Circus-Theatre Elysium di Kiev si è esibita, al Teatro Comunale di Ferrara, in Alice in Wonderland, spettacolo che unisce danza, arti circensi, recitazione e ginnastica acrobatica tratto dall’omonimo romanzo di Lewis Carroll del 1865, in un luogo avvolto dai colori giallo e blu della bandiera ucraina, al suono dell’inno nazionale di questo martoriato paese.

Sold out, non c’era un solo piccolo spazio, l’emozione tanta. Un successo enorme di pubblico commosso e molto coinvolto. Il gruppo è in tournée italiana dallo scorso 8 febbraio e allo scoppio del conflitto si è trovata lontana da affetti e famiglia. Ma è rimasta qui. Il direttore della compagnia, Oleksandr Sakharov ha detto, infatti: “Siamo profondamente preoccupati, ma andiamo in scena perché il teatro, la musica, la danza e il circo sono potentissimi strumenti di pace e di fratellanza”. “L’Ucraina – aggiunge Sakharov – è una terra che vanta una lunga e prestigiosa tradizione nel campo della danza e siamo orgogliosi di poter mostrare all’Italia e al mondo, nel corso delle nostre tournée, il frutto di un lungo e faticoso lavoro fatto di passione, sacrifici e creatività. In questo momento così difficile, andiamo in scena affinché a tutti gli spettatori arrivi un messaggio non solo di bellezza e di gioia, ma anche di speranza“.

Prima di entrare nel fantastico mondo di Alice in Wonderland, la cantante e musicista Liubov Kardash si è esibita con la bandura, strumento popolare della tradizione ucraina, un incrocio fra un liuto e una cetra, dal numero variabile di corde che vengono pizzicate. Nata in Ucraina centrale nella città di Kirovograd (ora Kropyvnytskyi, che prende il nome dell’inventore del teatro drammatico ucraino), Kardash è molto legata a Ferrara: tra il 2007 e il 2009 ha studiato canto lirico al Conservatorio Frescobaldi con il libanese Garbis Boyajian. Successivamente ha lavorato in Ucraina come insegnante, cantante e attrice, ma allo scoppio della guerra nel Donbass del 2014, ha deciso di tornare in Italia, dove vive dal 2021.

Circus-Theatre Elysium, invece, è stato fondato nel 2012 come circo collettivo, un progetto artistico nato dall’ispirazione di Oleg Apelfed, che ha riunito un cast di professionisti di respiro internazionale dando vita a un circo moderno e unico, mostrandone per primo le potenzialità sceniche. Una squadra composta da oltre 50 persone, con sette performer solisti, 12 artisti circensi, 20 ballerini ai quali si aggiunge il team tecnico. Il progetto è portato avanti anche grazie a Maria Remneva, pluripremiata direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina con più di vent’anni di esperienza. Tutto è iniziato con “Fairytale Show”, uno spettacolo allora composto da pochi numeri, ma che in poco tempo ha avuto enorme successo, registrando il sold-out in Francia.

Ha così preso vita “Alice in Wonderland e le geometrie del sogno”, già applaudito in Ucraina, Russia, Bielorussia, Francia e Cina, uno show di arte circense appassionante, sofisticato ed elegante, che coinvolge oltre trenta atleti, acrobati e ballerini e intreccia varie discipline sul palco: la ginnastica acrobatica, la recitazione e la danza. L’atmosfera fiabesca delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie è stata ricreata sul palco del Teatro Abbado grazie alle musiche e alle videoproiezioni con scenari onirici 3D proiettati su enormi schermi a LED.

Dopo Ferrara, l’Emilia-Romagna accoglie, dunque, questi artisti a braccia aperte, qui va in scena la solidarietà: altre due date (oltre a quelle dell’8 marzo di Ferrara e del 9 marzo al Teatro Duse di Bologna) si sono aggiunte, infatti, per la compagnia: il 30 marzo a Reggio Emilia (Teatro Valli) e il 2 aprile a Ravenna (Teatro Alighieri).

Dato il successo della serata, in segno di solidarietà, il Teatro Abbado sta pianificando di ospitare nuovamente lo spettacolo.

Per le immagini, ringraziamo l’ufficio stampa del Teatro Comunale di Ferrara

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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