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“Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.”
(Pablo Neruda)

CAREZZA IN FRANTUMI

Carezza in frantumi
questi pezzi di ricordi
gettati confusi
sono scatole semivuote in rovina.
Accatasto il mio dolore
lucido e sapiente
tremore che sussulta
un minuto senza più secondi.
Non so rispondere
alla quiete che bussa alla porta
il cuore è un occhio
che vede solo nel silenzio.
E io mi sento
viva pestata in un mortaio
e la notte getta luce
su sospiri che non sanno raccontare.

NESSUN NOME

Carta da parati stellata
incastona il mio silenzio
su cieli blu cobalto.
Crosta levigata sulla pelle
la memoria è un precipizio
che sa di rose.
Scrivere è fittizio
mano mai saziata
da trame mai iniziate.
Cinereo lo sguardo riflesso
niente più ombra dei cipressi
sull’asfalto.
Di milioni di cose
più nessun nome.

UNA VITA

Disegnare sull’asfalto
una vita che ha perso quota cadendo dall’alto
su un prato disseminato di ordigni
celati da fiori di lacrime pregni.
Blocchi di marmo tra i pensieri
le paure di oggi sono i ricordi di ieri
di un silenzio isolato
tra bisogni ignari in un corpo celato.
A piedi nudi nel selciato
l’ignara sapienza travestita da opulenza
si dilegua senza sosta
dove i sogni sono fuori rotta.
E’ salvezza senza lutto
è ebbrezza senza ardore
è una luce senza timore
che nell’aria muove al sole.
E’ avorio senza valore
ma che vale più dell’immenso amore
di una madre che culla un figlio
e muove i passi nel suo regno.
Libera è questa voce che ha trovato le parole
rompendo gli argini di storie morte
ha raccolto le gioie
di un tempo nuovo che è il perdono.
Brilla, brilla
l’atteso ritorno di una vita che sembrava vuota
si muove veloce come ruota
di un carro che trasporta la speranza.
E avanza
coltivando le sue radici
fiore all’occhiello di un giardino
che ha accolto il sorriso di un bambino.

L’INCONTRO

Rimpianti versati
in cocci di vaso.

Giorni perduti
non hanno stagione.

Brilla la luna
il cielo si commuove.

Chiara Scaglianti nasce a Ferrara il 15/12/1989. Dalle scuole superiori sino ad oggi, Chiara ha portato avanti approfondimento ed esperienze di varia natura nell’ambito
della performance e della creazione: da allora è attiva come cantante, tastierista, songwriter, attrice, fotomodella e non ha mai smesso di scrivere componimenti poetici.
Le poesie inserite nella rubrica “Parole a capo” fanno parte della sua opera prima “Vite vacue”, RP Libri, 2022.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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