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”San Sebastiano a San Bartolomeo (Ferrara)”
Da Paola Bonora a Remo Brindisi e GPT in mostra fino a domenica 28 settembre

”San Sebastiano a San Bartolomeo (Ferrara)”: una mostra con 20 opere inedite di artisti contemporanei

San Sebastiano a San Bartolomeo è il titolo dell’esposizione che esplora ancora una volta la figura di San Sebastiano attraverso una nuova selezione di opere pittoriche e artistiche raccolte dal critico Lucio Scardino. Il tema della rassegna dedicata al santo trafitto dalle frecce – curata da Scardino al Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese – è ormai un topos, un genere ricorrente e una ricerca prediletta per il collezionista ed estimatore di opere d’arte su questa figura.

Lucio Scardino e Corrado Pocaterra all’inaugurazione della mostra

Una passione che gli ha consentito di allestire, per la 13esima volta in questi ultimi quindici anni, una mostra con nuove opere. Ne esce un viaggio attraverso l’iconografia di questo santo, raffigurato nudo e trafitto. Modello caro alla pittura di carattere religioso, ma anche agli artisti di tutte le epoche, che ne apprezzano la simbologia. Di volta in volta gli interpreti sottolineano aspetti diversi: da quelli simbolici classici di intercessione durante le epidemie, ma anche di metafora di resilienza, bellezza virile, sofferenza e capacità di resistere con dignitosa impassibilità.

Nelle sale del centro museale dedicato alla tradizione si apre così una finestra sull’iconografia di uno dei santi più affascinanti della tradizione cristiana.

La mostra, curata dal noto collezionista ferrarese, propone un percorso attraverso venti opere inedite di artisti del territorio ma non solo. San Sebastiano, soldato dell’Antica Roma che si convertì al cristianesimo, subì il martirio della trafittura, rimanendo salvo. Un evento che ne ha fatto il tratto distintivo della sua rappresentazione figurativa.

L’esposizione delinea l’evoluzione di questa immagine, facendo del santo anche una figura-specchio. Un soggetto in cui gli artisti selezionati in parte si identificano e, in altra parte, rendono omaggio al committente in maniera che può essere classica, ironica o quasi provocatoria.

“San Sebastiano” per Remo Brindisi – serigrafia su carta 1996
“Old Man Sebastian” di Matteo Bonazza – tecnica mista 2024

Il guerriero-eroe può così assumere i tratti autobiografici di un gigante blu dal sapore fiabesco per Matteo Bonazza, diventare oggetto di prova virtuosistica per Matteo Venturini, o farsi caricatura provocatoria nel pennello di quel giornalista che amava dipingere quale era Gian Pietro Testa.

“Aspettando le frecce”, studi di Matteo Venturini 2024

Importanti nomi dell’arte contemporanea spiccano in parete. C’è Remo Brindisi con una serigrafia d’impianto tradizionale che ritrae il santo appoggiato a una colonna; essenziale ed efficacissimo Paolo Baratella nella sua resa di stampo quasi orientale dove il rosso purpureo della scena si contrappone al nero drammatico della sagoma. Marcello Carrà dà alla scena un’impronta surreale, innestando nel corpo del soggetto pesci-freccia  tratteggiati con il consueto virtuosismo in punta di penna… Bic.

“Sebastian” di Paolo Baratella, tecnica mista su tela

Non mancano gli artisti amici che fanno di questa figura un omaggio allo stesso collezionista e curatore. È stato il caso già dell’amato e celebrato artista Gabriele Turola che, con lieve e colorata ironia, mise Lucio nei panni (o meglio, nelle pinne) di un Luccio. E ora è la volta di Tiberio Savonuzzi che pone il volto del curatore in primo piano nell’opera Lucio mentre pensa a Sebastiano e del maestro Gianni Cestari, che riprende un’opera di stile pop dedicata al santo in chiave tutta moderna ed estetizzante per attribuirne le fattezze a Scardino, novello Dorian Gray, che sfugge alle frecce del tempo per fare un’aitante mostra di sé.

L’esposizione è il frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e passione del collezionista, che anno dopo anno assembla una raccolta sempre più ampia e variegata. Questo approccio consente un’analisi approfondita del tema, mettendo a confronto le diverse interpretazioni artistiche: da quella di stampo metafisico di Paola Bonora, che spicca sulla copertina del catalogo, alla versione di grafica digitale di Paolo Bevilacqua.

“Self Sebastian” di Paolo Bevilacqua, digital painting, 2025
San Sebastiano di Paola Bonora, 2025

San Sebastiano a San Bartolomeo diventa così un invito a riflettere sulla forza interpretativa di pittura e grafica, sulla bellezza e la resilienza,  ma anche sulla capacità dell’arte di riuscire a leggere in maniera attuale le figure del repertorio religioso. Un’occasione particolare per scoprire il “bello ideale” e il “taumaturgo” di romana memoria, per un’immersione nella storia e nell’arte contemporanea vicina a noi attraverso gli occhi e il gusto di un collezionista.

La mostra – inaugurata l’11 maggio – è visitabile fino a domenica 28 settembre 2025, con ingresso gratuito dal martedì al venerdì  ore 9:00-12:00; domenica e festivi ore 15:00-18:00 | Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese- MAF | via Imperiale 263, San Bartolomeo in Bosco, Ferrara

 

In apertura l’immagine di copertina con un particolare dell’allestimento: in primo piano “Sebastian” dipinto dal giornalista Gian Pietro Testa, che – con l’originalità che lo contraddistingueva – sostituisce le frecce con le più pacifiche rose

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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