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Surrealismi a Ferrara, una mostra con vista e suggestioni d’arte locale e internazionale fino al 23 maggio 2025

Surrealismi a Ferrara, una mostra con vista e suggestioni d’arte locale e internazionale fino al 23 maggio 2025

“Artisti locali fortemente visionari, onirici, metafisici e spesso appartati, operanti al di fuori delle logiche di gruppo”. È questo il criterio di selezione delle opere della mostra dedicata a Surrealismi a Ferrara – Cimicchi e gli altri tra 1950 e 1980 curata dal critico Lucio Scardino e visitabile fino a domenica 25 maggio 2025.

L’allestimento, esposto nei nuovi spazi della sala della Banca Mediolanum, con vista panoramica sul centro storico di Ferrara (corso Porta Reno 17), consente di spaziare con gli occhi e la fantasia tra suggestioni d’arte locale, internazionale e panoramica mozzafiato sui monumenti simbolo di Ferrara.

Il critico Lucio Scardino

Protagonista principale delle opere esposte è Rolando Maria Cimicchi (1924-1979). Definito nel catalogo come “artista di complessa personalità”, Cimicchi  è pittore che “a lungo fra noi fu vero ‘poeta surreale’, a cominciare dalla sua esistenza inquieta, che lo portò a vivere a Parigi (dove studiò direttamente le opere di Breton), Africa, Mato Grosso, Tibet”.

Nove i suoi dipinti ad olio su tela in mostra, oltre a un disegno a china su carta, che mostrano come da metà degli anni Sessanta abbia assorbito nel suo lavoro gli influssi surrealisti. Improntate a una forma onirica di desolazione quasi extraterrestre sono in particolare le tele, dove – come ha sottolineato il curatore Scardino – “l’artista trasforma i luoghi ferraresi in paesaggi d’ispirazione lunare. E non a caso sono poi venuto a scoprire che aveva la collezione completa della serie di romanzi di fantascienza di Urania”.

Un tema che oggi evoca le opere di un’artista in vetta alla scena dell’arte contemporanea internazionale, quale Yayoi Kusama (giapponese, classe 1929), nota per l’uso dei pois nei suoi lavori, che spesso si trasformano in installazioni colorate dalle forme insolite che trasportano il visitatore in mondi surreali come Infinity Mirror Room e Phallic’s Field.

Cimicchi – Senza titolo,1970
Yayoi Kusama – Infinity da sito web ArtWizard.eu
Cimicchi – Senza titolo, 1973

La mostra nella sala Mediolanum è integrata con opere degli altri artisti scomparsi, che a Ferrara e territori limitrofi diedero il loro contributo alla realizzazione di scenari di stampo surrealista.

Si va dal mantovano Lanfranco (1920-2019), passando per Ervardo Fioravanti (1921-2012), Marco Borghi (1942-2018), Walther Jervolino (1944-2012), Antenore Magri (1907-1078), Adelchi Riccardo Mantovani (1942-2023, già celebrato da una mostra monografica al Castello Estense di Ferrara), Alberto Poli (1925-2023), Giorgio Sallustio Rossi (1891-1982), Franco Floriano Salani (1923-1993), Tito Salomoni (1928-1986), Franco Tartari (1934-1997), Antonio Torresi (1951-2012), il giocoso e colto Gabriele Turola (1945-2019), Vito Violati Tescari (1906-1979), Romano Vitali (1933-2018).

Il catalogo della mostra sui “Surrealismi a Ferrara” a cura di Scardino

“Surrealismi a Ferrara – Cimicchi e gli altri (1950 e 1980)”, sala Neo-Estense, Banca Mediolanum, corso Porta Reno 17, Ferrara – dal 30 aprile al 25 maggio 2025,  ingresso libero.
Per accedere occorre suonare o contattare gli uffici negli orari di apertura della banca, dal lunedì al venerdì al tel. 0532 243065, o Cristiano Delfini cell. 3389661447

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)