“Maratona Orlando”, identikit dei mille che hanno letto Ariosto giorno e notte
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E’ ufficiale: “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017.
I visitatori avranno dunque tre settimane in più per poter vedere alcune opere straordinarie dei più grandi artisti del Rinascimento, da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Tiziano, per la prima volta raccolte tutte insieme. Una decisione dettata dal grande successo dell’esposizione, dimostrato anche dalle 36 ore di maratona per la lettura integrale dell’Orlando furioso, che ha coinvolto un migliaio di ‘lettori’ e circa 1.400 spettatori dal vivo, a cui si sono aggiunti oltre 70 mila persone dai canali social dei Diamanti, restituendo così le parole dell’Ariosto a un’intera comunità.
A Ferrara, la classe del liceo di Roma c’è venuta in gita scolastica. Ma alle due di notte nessuno di questi ragazzi sta dormendo nella propria camera d’albergo. Camminano spediti nel silenzio di corso Ercole d’Este. Non è una fuga: percorrono con determinazione la monumentale strada ferrarese alla luce fioca dei lampioni. Poi si infilano nel portone di palazzo dei Diamanti. Ben ordinati superano l’androne, salgono la scala sulla sinistra del cortile e, un pochino stralunati per l’orario e l’emozione della prova imminente, si dispongono nel salone d’onore della Pinacoteca, al primo piano del Palazzo. Gli organizzatori danno a ognuno un foglio da appuntarsi sulla maglia, con scritto il numero del canto e delle ottave che ognuno di loro andrà a leggere. Prendono fiato con un po’ di tribolazione, poi leggono quei versi come qualcosa di familiare, alternandosi con aria molto concentrata davanti al microfono uno per volta. Un appuntamento notturno per leggere ad alta voce l’Orlando Furioso, che gli studenti romani difficilmente dimenticheranno. Le parole in versi con cui cinque secoli fa Ariosto ha dato voce all’amore pazzo e disperato del suo paladino, all’inizio, avevano fatto fatica a capirle. Ma ci hanno lavorato su con la prof di lettere e si sente che, alla fine, la storia è entrata bene nella loro testa e riescono a trasmetterla almeno un poco a chi ascolta, e magari ai genitori a casa collegati sul video della diretta in streaming.
La notte è quella tra venerdì 2 dicembre e sabato 3 dicembre 2016. Dalle 9 della mattina alle 22 del giorno successivo ci sono state trentasei ore ininterrotte di lettura per celebrare il 500° compleanno di un libro, che è l’Orlando Furioso di Ariosto, a cui appunto Palazzo dei Diamanti dedica la mostra visitabile fino a fine gennaio.
Il bilancio di questo evento – organizzato con il coordinamento di Ferrara Off Teatro dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Pinacoteca nazionale di Ferrara, il Teatro comunale Ferrara, la Biblioteca comunale Ariostea – elenca millle e trenta lettori registrati e arruolati per leggere tutte le pagine del libro senza fermarsi mai.
A mettere insieme quasi metà di un migliaio di voci ci hanno pensato tanti ragazzi tra i 16 e i 18 anni. In gran parte si sono iscritti per un progetto accolto dalla loro scuola (ventidue classi, tra le quali il liceo scientifico Bassi Burgatti di Cento, i ferraresi liceo artistico Dosso Dossi, l’istituto professionale Einaudi, il liceo Carducci, l’Ariosto, ma anche il liceo classico Monterotondo di Roma e altre tre scuole superiori romane). In alcuni casi ci sono ragazzi arrivati così, da soli. Come Mohammad Shahmeer, 16 anni originario del Pakistan che ha visto l’annuncio sulla bacheca della biblioteca Ariostea, ha deciso di partecipare e ha letto stra-bene.
Poi ci sono state persone che con la lettura pubblica hanno particolare dimestichezza, perché fanno parte di un gruppo o di una compagnia teatrale, e che l’occasione l’hanno colta al volo. Dei figuranti del Palio di Ferrara hanno deciso di partecipare indossando i costumi rinascimentali. Per altri è stata una sfida, un gioco, il gusto di prendere parte a un progetto, che è così serio e così strambo allo stesso tempo. Come Michelangelo Stanzani, che lavora per il settore Turismo della Regione Emilia-Romagna. Già addetto a promozione e comunicazione turistica della Provincia di Bologna, 40 anni, con studi letterari classici alle spalle, è un appassionato di arte antica che su un social come Facebook naviga in latino, passando dalla “Domus” (la Home page) dove “affige suam activitade” al cliccare sul pollice alzato che nel suo profilo è contrassegnato da “mihi placet”. Insomma, con il linguaggio arcaico, Michelangelo ha una bella familiarità che lì, in pinacoteca all’ora di pranzo di sabato, lo fa percorrere spedito i versi che raccontano di come Bradamante con altri cavalieri portano in salvo “tre donne ignude”.
Anziché pranzare – a cavallo tra le 13 e le 14 di sabato – è lì che recita la sua parte anche Paolo Furlani, 50 anni, musicista di Venezia, che la lettura di ottave dal Canto 37 la accompagna con il suono di strumenti particolari. Esordisce tenendo in mano una specie di libretto in legno che ondeggia facendogli riprodurre il clicchettio degli zoccoli dei cavalli, dà voce a un po’ di versi e poi dà fiato a un piccolo flauto in plastica giallo-rossa. Declama un’azione dei prodi cavalieri e la accompagna al clangore metallico di una molla, che lui sfrega con un piccolo righello come se fosse un arco sul violino. Docente di Composizione al Conservatorio di Firenze, è arrivato da Venezia con il figlio adolescente e una valigia piena di strumenti strani che usa abitualmente per le sue composizioni messe in scena a teatro, da Rovigo alla Fenice di Venezia.
Nello stesso gruppetto c’è una signora, frangetta bianca e pronuncia molto ben impostata, che di mestiere fa la postina. Originaria di Bologna, Patrizia Beneventi si è trasferita a Ferrara proprio per lavorare all’ufficio postale di Copparo e poi – chissà – forse anche un po’ per qualche letterario amore, come questo ariostesco.
Altri studenti arrivano da questa stessa terra estense, dove il libro è stato editato in origine. Come i ragazzi del liceo Dosso Dossi, che si presentano con tanto di scenografia mobile: ognuno di loro tiene in mano un grande foglio con disegnati fiori o piante, che illustrano la lettura. Le pagine che sono state assegnate loro, infatti, sono quelle che raccontano dell’approdo di Ruggiero nell’isola di Alcina, in mezzo a tutti quei vegetali che nella storia si rivelano essere anche diversi ex amanti che la maga ha trasformato. O la 4°A del liceo Carducci di Ferrara che alterna letture individuali e momenti corali che danno voce agli spiriti che bisbigliano dentro al poema.
A prepararli alla lettura è Michele Collina, professore di lettere al polo liceale di Imola che del teatro fa quasi un secondo lavoro: coordina il laboratorio del Teatro Instabile formato da molti suoi ex studenti adesso ventenni o poco più, e fa parte di IterTeatri, la compagnia fondata dai giovani attori usciti dalla Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna con la quale ha – a sua volta – contribuito alla pubblica. Il compito di preparare gli studenti delle scuole di Ferrara iscritti alla Maratona con tutta la loro classe lo ha condiviso con Diana Hobel, che viene dalla Civica scuola di teatro Paolo Grassi di Milano.
Alcuni volti conosciuti si possono sbirciare seguendo la diretta in streaming che è stata trasmessa sul profilo facebook di palazzo dei Diamanti da un canale YouTube. Come Edoardo Camurri, giornalista e conduttore su Rai3, e Maurizio Di Maggio di Radio Monte Carlo. Oppure si ritrovano nelle notizie postate sui social dai protagonisti stessi o dai loro familiari. Come Flavia Franceschini, artista, che pubblica il video che immortala la figlia Aurora Bollettinari impegnata nella lettura pluricentenaria con due amici.
Il fotografo ufficiale della manifestazione Dino Buffagni ferma con l’obiettivo la lettura di Luigi Dal Cin, ferrarese, autore di oltre cento libri di narrativa per ragazzi. Sempre di Buffagni la foto di due giovani biondi e nordici che sembrano di per sé usciti da una saga vichinga e che, per contrasto, mettono ben in risalto i Mori di Orlando. Anche se poi, quando cominciano a leggere, sfoderano un perfetto accento fiorentino!
Indagando si scopre dagli organizzatori del teatro Ferrara Off, Giulio Costa e Matilde Buzzoni, che il lettore più giovane di tutti – anzi la più giovane – è Irene Scano, una bambina di 7 anni che qui tutto sommato si deve sentire un po’ a casa, perché è la figlia di Chiara Vorrasi, curatrice di mostre e musei per il Servizio Gallerie d’arte moderna e contemporanea del Comune di Ferrara. La lettura più inconsueta è invece quella che ha percorso con i polpastrelli della mano un appassionato di Ariosto non vedente, Paolo Giacomoni, 50enne arrivato da Bologna con le sue ottave trascritte in caratteri braille.
Un po’ di retroscena li svela Marco Sgarbi, attore e fondatore di Ferrara Off, il gruppo teatrale che ha coordinato tutto l’evento. Il lettore che ha fatto più strada? Quello arrivato da Palermo; ma anche il gruppo di Lecce, di chilometri, ne ha fatti un bel po’. Di fornai-lettori, invece, pare non ce ne siano stati. “Quella di coinvolgere corporazioni di mestieri che magari sono abituate a lavorare negli orari meno consueti era un’idea che avevamo in principio – racconta – ma alla fine è rimasta solo un’idea… Oppure, se qualcuno c’era, non ne siamo stati informati!”.
Hanno letto – sottolinea Giulia Bratti dello staff comunale dell’organizzazione – anche assessori, consiglieri comunali e il sindaco e, ad aiutare lo staff di Ferrara Off e Ferrara Arte, c’erano sessanta volontari con meno di trent’anni. Ad ascoltare sono stati contati circa 1400 spettatori dal vivo, a cui si aggiungono oltre 70mila persone che hanno seguito la Maratona Orlando in streaming.
Per Maria Luisa Pacelli, la direttrice di Ferrara Arte che ha seguito dalla platea le letture, “con questa manifestazione si è reso omaggio nel modo più bello e più vero al capolavoro di Ariosto e ai suoi valori, restituendolo al presente attraverso il coinvolgimento di un’intera comunità”.
E ora? “La cosa bella – racconta Michele Collina che ha coordinato otto classi di liceali ferraresi per prepararli a una lettura più efficace e teatrale possibile – è che, dopo aver avuto tanti timori e vedendo che ce l’hanno fatto, quasi tutti i ragazzi alla fine dicono: e adesso? Insomma, si sentono già pronti a imbarcarsi in un altro progetto. E in molti casi il massimo entusiasmo viene fuori proprio da chi, all’inizio, era meno motivato o forse più intimidito da quelle pagine”.
Come un richiamo magico del libro incantato evocato da Ariosto e del famoso corno terrorizzante che è esposto nelle sale di palazzo dei Diamanti, l’Orlando Furioso fa un po’ paura ma nello stesso tempo riesce a chiamare a raccolta così tanta gente dalle più disparate parti. Resta l’unione di giorno e notte dentro le pagine di un libro che ognuno di quei mille e passa, adesso, sente scritte con parole davvero un po’ più sue.
“Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” è la mostra che rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017 tutti i giorni ore 9-19 a Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, Ferrara.
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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