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di Alice Magnani

“Il 47% degli studenti delle scuole superiori gioca d’azzardo”. Un dato impressionante quello contenuto nel rapporto presentato qualche giorno fa da Rossella Vigneri dell’Associazione Bandiera Gialla, soprattutto se si pensa che appena due anni fa la percentuale era del 40%. La spesa annuale pro capite dei più giovani per il gioco arriva poi a 1840 euro, circa il doppio di quanto previsto in una busta paga generica. Una prospettiva allarmante quella degli adepti al gioco, oggi più che mai fruibile anche online, che colpisce indistintamente giovani ed anziani, causando gravi sofferenze, oltre che altissimi costi sanitari e sociali per famiglie e Stato. E la notizia peggiore è che, secondo le statistiche, i giocatori sono in continua crescita, spesso incoraggiati da messaggi pubblicitari che alludono a vincite facili. Fra le azioni di sensibilizzazione promosse a livello regionale, un bando di concorso rivolto alle scuole e ai giovani dell’Emilia-Romagna per la realizzazione di uno spot video, nell’ambito del progetto “Contrasto all’azzardo”.

A livello regionale si sono registrati nel 2013 ben 785 ludopatici (ben 179 casi in più rispetto al 2012), con una variazione in percentuale dei casi del 121,8%, rispetto al 2010. A livello nazionale invece, si contano circa un milione di giocatori patologici o ad alto rischio di dipendenza, 10mila persone solo in Emilia-Romagna: un bambino su quattro ha giocato soldi online nel 2013 (dati Eurispes-Telefono Azzurro), mentre un anziano su tre ha un problema di dipendenza (ricerca 2014 Auser, Gruppo Adele e Libera). Ma occorre innanzitutto chiedersi chi ci guadagna dal gioco d’azzardo, che registra un business tra gli 88 e i 94 miliardi di euro l’anno, e si posiziona come terza industria nazionale producendo il 4% del Pil. Le entrate per lo Stato sono infatti passate dal 29,4% del 2004 all’ 8,4% del 2012, mentre la collettività si ritrova a sostenere costi sociali e sanitari tra i 5,5 e i 6,6 miliardi annui. Ma i problemi non finiscono qui, dal momento in cui, tramite il gioco illegale la criminalità organizzata ha guadagnato nel 2012 ben 15 miliardi di euro, con la gestione di 49 clan (dossier Libera ‘Azzardopoli 2.0′).

Prevenzione e cura delle patologie relative al gioco sono già attive in regione e le iniziative crescono di giorno in giorno. “In ogni azienda Usl della Regione – ricorda l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – i Sert (Servizio per le tossicodipendenze) si sono attivati per mettere a disposizione consulenza, gruppi di auto-aiuto e assistenza sanitaria in comunità”. In Regione sono attivi 9 gruppi di giocatori anonimi, con una media di 200 giocatori che frequentano con continuità. Le associazioni di familiari e amici di giocatori compulsivi attivi in Emilia-Romagna si suddividono in 4 gruppi, a cui partecipano in totale circa 70 familiari. La notizia positiva è il fatto che le persone che si rivolgono ai gruppi sono gli stessi che hanno in precedenza letto il recapito dell’associazione nelle locandine regionali predisposte nel 2013.

Ma il progetto su cui la Regione scommette maggiore attenzione è il progetto “Associati con chiarezza” che vede riunite undici associazioni di promozione sociale (Acli, Aics, Ancescao, Anspi, Arci, Auser, Csi, Endas, Uisp, Mcl e Fitel) insieme per il Codice di autoregolamentazione. Il codice, primo e unico caso in Italia, vuole evidenziare il valore aggiunto delle associazioni di promozione sociale, per promuoverne coesione sociale, spirito di comunità, partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica e al perseguimento del bene comune. Un codice nato per la massima trasparenza e riconoscibilità del lavoro svolto, per contrastare l’abusivismo associativo, per migliorare la collaborazione con le istituzioni, per informare gli associati delle regole da rispettare e, infine, per marcare la differenza con le attività commerciali. “Le associazioni di promozione sociale si collocano a metà strada tra l’associazionismo e il volontariato – ha detto Marzocchi- riunendo gli associati per i diversi interessi sociali, ciascuno con il suo target di intervento, e rappresentano perfettamente l’area del terzo settore, di cui oggi tanto si parla”. Ora queste associazioni si sono unite per una salda presa di posizione contro il gioco d’azzardo, con l’obiettivo di contrastarlo in tutte le sue forme, sia nelle motivazioni economiche, sia nelle motivazioni etico-educative che implica. Sono tre le azioni previste, da compiere in tutte le province emiliano-romagnole, per valorizzare il Codice: promozione, diffusione, divulgazione del codice; un corso di formazione per i dirigenti delle associazioni e per i funzionari degli enti locali, in collaborazione con Legautonomie e Anci; una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati all’abuso di sostanze e al gioco d’azzardo, tramite l’organizzazione di due concorsi video rivolti ai giovani. Per sensibilizzare gli iscritti e i soci dei vari circoli e associazioni, sarà inoltre distribuito su tutto il territorio nazionale un volantino informativo sulla prevenzione e la cura del gioco compulsivo.

[© www.lastefani.it]

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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