Propaganda e verità: Jacques Ellul, la Sumud Flotilla e i “racconti” di guerra
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Propaganda e verità: Jacques Ellul, la Sumud Flotilla e i “racconti” di guerra
Con Propaganda pubblicato in Francia nel 1962 e recentemente tradotto in Italia da Elisabetta Ribet (Piano B Edizioni, 2023), il filosofo, sociologo e teologo francese Jacques Ellul inquadra il fenomeno della propaganda analizzandone gli aspetti sociologici come la capacità di plasmare le masse e gli individui, convincendoli ad azioni anche eterodirette e conferendo loro un senso di gratificazione personale.
È in questo libro che per la prima volta si analizza con puntualità la centralità della propaganda e dei suoi effetti nella società contemporanea, evidenziando il fenomeno come centrale e imprescindibile nella società contemporanea e una sua pericolosa mutazione in azione sostanzialmente antidemocratica.
Jacques Ellul sostiene che la propaganda non è solo menzogna, ma una costruzione sistemica della realtà. Essa agisce attraverso verità parziali, decontestualizzate, ripetizione e saturazione mediatica, integrazione culturale più che agitazione politica.
Ellul distingue tra propaganda di agitazione, che mobilita le masse contro un nemico, e propaganda di integrazione, che stabilizza il consenso rendendo l’individuo conforme al sistema.
Oggi, con i social media e le fake news, questa distinzione si dissolve: ogni informazione è potenzialmente propaganda, e ogni cittadino è immerso in un flusso continuo di narrazioni che modellano la sua percezione del mondo.
«La propaganda è un fenomeno necessario, che nasce dalla struttura stessa della società moderna».
Se pensiamo a tutto quello che si sta dicendo, scrivendo e mostrando su la Global Sumud Flotilla non possiamo fare a meno di citare proprio questo famoso testo e le analisi di Ellul.
Ricordiamo che la Global Sumud Flotilla nella sua primaria e fondamentale proposta si è presentata come una missione umanitaria internazionale composta da oltre 50 imbarcazioni provenienti da 44 Paesi, con l’obiettivo di portare aiuti umanitari a Gaza.
La missione si propone di far pervenire, ostinatamente, aiuti certi alla popolazione palestinese stretta nella morsa di un assedio contemporaneamente (e paradossalmente) interno ed esterno alla striscia di Gaza.
Nell’intenzione più o meno unanime dei volontari, gli aiuti dovrebbero arrivare anche a costo di forzare il blocco navale istituito dalle forze militari israeliane.
D’altra parte il termine “Sumud” non è equivocabile in quanto significa resilienza in arabo.
Gli attivisti volontari della flottiglia sono stati attaccati con droni, ordigni sonori e gas urticanti in acque internazionali. Israele ha definito la missione una provocazione al servizio di Hamas, minacciando l’arresto degli attivisti.
I media occidentali hanno minimizzato o distorto la portata dell’iniziativa, mentre gli attivisti denunciano una violazione del diritto internazionale e una campagna di disinformazione.
«La propaganda non mira a convincere, ma a saturare l’ambiente mentale dell’individuo».
Le narrazioni mediatiche dei conflitti in generale mostrano semplificazioni manichee, demonizzazioni reciproche del nemico, censura e filtro informativo.
Secondo Jacques Ellul la propaganda moderna non mira a convincere, ma a saturare, a rendere impossibile il dissenso. Questo è evidente nella copertura selettiva delle offensive militari, nella riscrittura storica e nella polarizzazione emotiva che impedisce la comprensione complessa.
«La propaganda è efficace quando riesce a impedire all’individuo di pensare autonomamente».
Nel suo testo Ellul invita a non cercare la verità nei fatti isolati, ma a comprendere le strutture della comunicazione. La propaganda è inevitabile, ma possiamo riconoscerla, analizzarla, resistere con la cultura e il pensiero critico.
La Sumud Flotilla, in questo senso, è certamente anche un atto politico ma prima di tutto è uno scarto narrativo, proponendo un racconto non necessariamente “documentale” o “giornalistico” e dove agli eventi che accadono e vengono abbondantemente “raccontati”, si aggiungono protagonisti differenti dai soliti e nuove trame antitetiche a quelle che hanno …”saturato l’etere”.
Il rischio maggiore che la Global Sumud Flotilla corre, prima ancora di arrivare nel cosiddetto teatro di guerra predisposto ad uso e consumo di Israele, è quello di essere riassorbita dalla macchina propagandistica dominante che rende impossibile il dissenso.
La sola difesa contro quest’arma di guerra chiamata propaganda è la cultura, intesa come capacità critica e riflessiva in grado di discernere tra l’ evento che accade e quello che viene raccontato da qualcuno.
Cover: immagine da DEDALO Comunicacion
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Da dire che la centralità della propaganda nella società contemporanea è oggi un dato talmente evidente, da diventare scontato e non considerato nelle sue conseguenze. La propaganda, strutturalmente di destra (ne sappiamo qualcosa nell’Italia degli ultimi due anni) non ha bisogno neppure di imporre, di comandare, fa di peggio: inventa per noi un nuovo mondo, parallelo ma lontano dalla realtà. Di questo mondo alieno e perfetto (spacciato come vero) ci accorgiamo solo quando siamo baciati da un momento di lucidità. Allora, con linguaggio popolare, esclamiamo: Ma che cazzo d’Italia è mai questa!