Lettera aperta all’ex canoista, ora Vicesindaco di Ferrara
(con delega alla mobilità e all’urbanistica)
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Il sig. Rodolfo Baraldini ha inviato alla redazione una lettera aperta al Vicesindaco di Ferrara, firmata (presumiamo con amara ironia) dal “Comitato ferraresi allagati”. Di seguito ne potete leggere il contenuto.
Non sappiamo se tutto questo sia dovuto a differenziali di altitudine e avvallamenti del terreno, alla impermeabilizzazione superficiale, alla natura del sottosuolo (la sua permeabilità e soggiacenza della falda), all’inadeguato calcolo delle fogne e pompe di sollevamento o al loro cattivo funzionamento e manutenzione, ai prodotti di sfalcio che vanno ad intasare le caditoie, al bilancio idraulico della rete dei canali di scolo e delle aree di laminazione.
Con i cambiamenti climatici in corso, queste piogge abbondanti con conseguenti allagamenti si ripetono praticamente ogni anno e non hanno il carattere di eccezionalità che viene spesso richiamato come scusante. Già nel recente temporale della notte tra il 3 e il 4 luglio l’acqua usciva da alcuni tombini per allagare le autorimesse. Non dimentichiamoci poi dei gravi allagamenti di agosto 2022. Eppure l’amministrazione locale e/o gli enti responsabili della gestione della rete fognaria e del corpo idrico recettore non ci sembra agiscano per rimediare a questi problemi. Non crediamo sia necessario un nuovo Cavo Napoleonico. Con le conoscenze e risorse tecnologiche attuali pensiamo si possa e debba, senza esitazione, mettere in sicurezza idraulica l’abitato della città di Ferrara.
Un gruppo di residenti della zona est di Ferrara Le ha chiesto un incontro perché venga illustrato che provvedimenti sono stati presi o si è programmato di prendere per impedire il ripetersi di tali allagamenti. L’incontro finora non c’è stato. Non sappiamo perché: restiamo in speranzosa attesa.
Ma la questione sicurezza idraulica di Ferrara va affrontata seriamente e non può essere solo argomento per qualche spot elettorale.
COMITATO FERRARESI ALLAGATI
Riceviamo e pubblichiamo
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
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