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Parole a capo
SPECIALE NUMERO 300 / 1

Credo che compito del poeta sia quello di far nuove le parole o di sfuggire le insidie del luogo comune”
(Ennio Flaiano)

“Il vocabolario della guerra è fatto dai diplomatici, dai militari, dai potenti. Dovrebbe essere corretto dai reduci, dalle vedove, dagli orfani, dai medici e dai poeti.”
(Arthur Schnitzler)

 

Quando Francesco Monini e Giampaolo Benini iniziarono a parlarne, io non facevo parte della partita. Era il gennaio 2020 e FerraraItalia si stava ristrutturando/trasformando in Periscopio. Si progettavano nuove rubriche e la forma espressiva della poesia era già una caratteristica del giornale. C’era “Per certi versi “, la rubrica domenicale con le poesie di Roberto Dall’Olio ma c’era anche l’esigenza di uno spazio dove dare voce alle tante sensibilità poetiche con cui si avevano contatti, rapporti.
Poco tempo prima dell’esordio di “Parole a capo“, sono stato coinvolto nel progetto.
Maggio 2020: si parte. Poeti e poete locali e da tutta Italia.

Sicuramente, l’utilizzo dei “social” (Facebook in primo luogo) ha favorito la conoscenza della rubrica, dei tanti siti dedicati alla poesia e dei tanti autori e tante autrici di poesia. Ogni volta che si contattava un/una poeta, c’era in me una forma di timore. “Chissà se mi risponde”, mi dicevo. In realtà, le risposte ci sono quasi sempre state e nell’80% positive.

Altro versante, fonte di espansione poetica, sono stati i reading, gli incontri di poesia organizzati dal collettivo/Associazione Ultimo Rosso in centro a Ferrara. In “Parole a capo” si sono date notizie, immagini delle mostre foto-poetiche organizzate, degli incontri in trasferta (circolo ARCI San Lazzaro a Bologna; Conselice (RA); Lagosanto; Cà Cornera – Porto Viro; Guarda Ferrarese; Voghiera). Le anteprime, di libri di poesia, sono state numerose e, sinceramente, ne vado umilmente orgoglioso.

La risposta di poete e poeti, alla mia proposta di un numero speciale di “Parole a capo”, è stata notevole e certamente vi sarà una seconda uscita. Poi, chissà…
Grazie e buona poesia.

 

“Egli tace”

Infine morti chiedono vendetta
nella terra di Cristo
ma la tua Trinità tace nel credo
che dal silenzio ha piano di rinuncia.
Solo polvere! Mentre il sangue sporca
Le vesti consuete e non consola
al fuoco che sfilaccia fratricidi.
Cercano quelle scuse indifferenti
fra le rovine, non un grido d’assedio
mentre il guinzaglio del potere
immobilizza la fede.
Eppure mi sta stretto l’universo
così zeppo di refoli defunti,
sparsi dovunque in docili filari
che affollano le stelle.
Ecco un pannello ricco di mitraglie
ricamato nell’ardire di rinunce
come assenza di Dio.
E’ Babele che incombe in questo mondo
di lingue frantumate
e dove l’odio è capace
d’inchiodare il fratello a nuova Croce.
Mettere a tacere la stanchezza del rifiuto
è il vero prezzo di opposte resistenze
nel logorante segno degli inganni
capaci di corrompere ogni traccia
dell’umana pietà,
tra sguardi brulicanti di burrasca.

(ANTONIO SPAGNUOLO)

 

*

Verde colore delle fate, come
le piane dei tuoi luoghi scellerati —
come il cuore scambiato tante volte
per un deserto, un’allucinazione —
verde segno di terra, il tuo cognome,
la firma estesa con tutti i tuoi lati
celati e già visibili, le volte
bianche d’orgoglio senza rifrazione —
gli scossoni del sonno, dell’umore,
il dittongo del nome, la certezza
che siamo insieme denti di leone —
disumana dolcezza, sospensione.
(LARA PAGANI)
*

Solo per te
Ho sbucciato le parole
Ad una ad una
I tuoi occhi nei miei bruciano
Capita di perdersi
Cadranno
Le futili promesse
Come foglie in autunno
Aspetterò la primavera
E ne farò buon uso
Se ti sembrerò incauta
Tu fidati

(SILVIA LANZONI)

 

 *

 

Adiacenze

Secco il suolo custode del luogo
censura i gradi
sulle tacche del termometro

                                          inesorabile teste
                      d’uggioso fenomeno

Mi stempero nella punta di un desiderio

assonnato dal fresco
e mi rinfranco
Applico alle inesattezze la stessa premura
rivolta alle erbe di campo
Contigue al prato le bacche non lesinano
promesse
Giurano sul nubifragio

A breve

(CARLA FORZA)

 

*

 

Viene il vento del sud

tiepido e forte
cantano i pioppi
come in una cura naturale,
le foglie hanno voce
dolce e intensa
nella carezza che le muove.
Intreccio queste voci
con le mie parole silenziose
come onde in onde
sincrone,
navigo e volo
in questo mare
guardando, guardando…

(ANNARITA BOCCAFOGLI)

 

*

 

Il grande leccio

Il grande leccio cadendo non ha emesso alcun gemito
solo il tonfo sordo del tronco tra le felci
e qualche lacrima di linfa a profumare la scure…
Eppure è ancora così verde di giovani foglie
e le radici, profonde, sono ben salde al suolo.
Resta a memoria il moncone del fusto reciso:
è un grido disperato che non emette suono,
ma a sera nel camino i rami parlottano tra loro
e una canzone triste si leva dalla fiamma:
ha la forma di una silfide che danza,
avvolta da scintille, e geme con quella voce antica
a cui più nessuno crede eccetto poeti e boscaioli.

(VALENTINA MELONI)

 

*

 

E’ la carne
del tuo collo
a piegarsi nelle sere
dove pare finisca
il mondo.
La tua mano
scioglie l’aria,
in fondo al muscolo
del braccio
staccato dal cielo
bruciato dal rosseggiare
di uno sfondo
di un conato
accanto ad un’illusione.

(GIORGIO BOLLA)

 

*

SOSTA
Qui
Sotto un maestrale stranamente aggraziato
Sotto un sole che non randella
Con la valigia aperta dei pensieri
temporaneamente ben ordinati
Senza rimpianti o guizzi di rimorsi
Ecco, ora
Potrei felicemente cambiare campo e
Cambiare dimensione e consistenza
Così capirei bene
A chi poter raccontare storie e leggende
Dell’al di qua.
(ELENA VALLIN)

 

*

 

SILVIA

Poco oltre,
il grande leccio chiamava il nostro nome.
Dalle sue ali, come madre, si levava un fiato di vita.
Ci mostrava il tempo che non abbiamo conosciuto.
Poco oltre, poco oltre ancora,
ci attendeva un crepitio di fate
narranti di gioie e di fugaci speranze.
Poco oltre, poco oltre, ma così vicino
– se capovolgi lo specchio lo puoi vedere –
ci appare ora
il verde sogno che non abbiamo sognato, ancora.

(FRANCESCA TOTARO)

 

“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.

Per rafforzare il sostegno al progetto invito, nella massima libertà di adesione o meno, a inviare un piccolo contributo all’IBAN: IT36I0567617295PR0002114236

La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com 

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 300° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

Cover: Foto di Лариса Мозговая da Pixabay

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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