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Da: ufficio stampa Prefettura di Ferrara

“Democrazia e libera informazione”, si è svolto stamane il seminario organizzato dalla Prefettura di Ferrara in collaborazione con l’Ordine regionale dei giornalisti dell’Emilia Romagna 

Il tema affrontato nel webinar cui hanno partecipato come relatori il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Rizzi e il giornalista Nello Scavo. Messaggio di saluto del Vice Ministro dell’Interno Onorevole Matteo Mauri. 

Si è svolta stamane una giornata seminariale, con modalità a distanza, dal titolo “Democrazia e libera informazione” organizzata dalla Prefettura di Ferrara d’intesa con l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna.
Moderato dal giornalista e consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Alberto Lazzarini, il webinar ha coinvolto oltre 200 tra studenti e docenti delle classi IV e V di tutte le scuole secondarie di II grado di Ferrara ed i componenti della consulta studentesca provinciale. Collegati anche i Prefetti della Regione Emilia-Romagna.
Con gli indirizzi di saluto del Presidente della Provincia Nicola Minarelli, del Vice Sindaco di Ferrara Nicola Lodi e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna Giovanni Rossi, è stato il Prefetto Michele Campanaro ad aprire i lavori con la lettura del messaggio del Vice Ministro dell’Interno Onorevole Matteo Mauri, impossibilitato a partecipare alla giornata seminariale per sopraggiunti impegni istituzionali alla Camera dei Deputati.

Nel messaggio di saluto, il Vice Ministro ha, in particolare, sottolineato che “…La libertà di stampa è uno dei capisaldi della nostra democrazia: chi minaccia e aggredisce un giornalista non solo viola la sua persona ma attacca il nostro sistema democratico e la libertà di tutti i cittadini ad essere informati correttamente. Proteggere la libertà dei giornalisti è quindi non solo necessario ma doveroso, proprio perché la libera informazione è un valore democratico fondamentale che le Istituzioni hanno il dovere di tutelare sempre. Proprio per questo motivo, grazie all’impegno del Ministro Lamorgese, è stato subito – sin dai primi mesi di impegno al Viminale – riattivato il Centro di coordinamento contro le intimidazioni ai giornalisti, organismo che coinvolge anche il mondo del giornalismo attraverso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Ordine nazionale dei Giornalisti. L’obiettivo del Centro di coordinamento, che si avvale della competenza tecnica di un osservatorio, costituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, è quello di prevenire e contrastare ogni tipo di intimidazione contro gli appartenenti al mondo dell’informazione ….Il problema delle minacce e degli attacchi di cui sono vittime gli appartenenti al mondo dell’informazione rappresenta una priorità per il Viminale e, proprio per questo motivo, numerosi sono stati gli incontri (in presenza – prima dello scoppio della pandemia – e da remoto poi) ed i focus dedicati a specifiche realtà territoriali che rappresentano aspetti problematici su questo tema per rappresentare costantemente l’attenzione e la risposta forte dello Stato contro ogni forma di intimidazione, attacco o minaccia. In questo la collaborazione con i Prefetti e le Forze dell’Ordine rappresenta un aspetto fondamentale del nostro lavoro di prevenzione e contrasto. Lavoro che deve però associarsi ad un elemento essenziale: un’attenzione molto alta su questo fenomeno da parte di tutti i cittadini. Mi rivolgo a voi, per primi ragazze e ragazzi, tutti noi siamo chiamati a non ignorare questo tema pensando che non ci riguardi e a non voltarci dall’altra parte quando ci si trova in queste situazioni. Ricordiamoci che il diritto di ogni cittadino ad essere informato correttamente riguarda tutti e difendere la libertà di stampa vuol dire difendere i nostri valori democratici. Vuol dire avere accesso alle notizie, difendere un’informazione libera da condizionamenti e responsabile nel lavoro – determinante – che è chiamata a fare”.

E’ seguito l’intervento del Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Polizia di Stato e Direttore Centrale della Polizia Criminale che, sviluppando il proprio intervento sul tema “Odio e libertà di comunicazione”, a proposito dell’attività dell’Osservatorio da lui presieduto ha ricordato che quella del giornalista resta un’attività a rischio: dopo i 73 casi di atti intimidatori nei confronti dei cronisti censiti nel 2018 e gli 87 episodi nel 2019, la tendenza all’aumento è confermata per il 2020, con i 129 casi registrati al 30 settembre 2020, effettuati con modalità diverse, provenienti da ambienti della criminalità organizzata o riconducibili a motivazioni socio politiche. Un altro dato porta a riflettere sul tema dell’abuso dei social network: nel 2018 e 2019 circa un quarto delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti è pervenuta via social network (24% per il 2018 e 23,5% per il 2019), mentre per il periodo considerato dell’anno in corso, il dato è notevolmente aumentato, attestandosi al 41,9 %. “Spesso chi combatte l’odio – ha sottolineato il Prefetto Rizzi –  ne diventa a sua volta vittima, perché chi censura l’odio paradossalmente attrae l’odio. Nel complesso equilibrio tra libertà di pensiero e diritti fondamentali dell’individuo, le forze di polizia lavorano ogni giorno per scongiurare ogni forma di discriminazione basata sulla razza, sulla religione, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale. Non è però solo un problema di polizia, perché serve una crescita culturale di tutta la società civile che faccia leva sulle giovani generazioni per il rispetto di ogni diversità”

Particolarmente coinvolgente è stata la testimonianza del giornalista e reporter internazionale Nello Scavo, noto alle cronache per vivere sotto scorta dopo essersi occupato per anni di criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone calde, dalla ex-Jugoslavia, alla Cambogia e il Sudest asiatico, ai paesi dell’ex Urss, dell’America Latina, del Corno d’Africa e del Maghreb. Un reporter che, durante la sua lunga carriera professionale, ha messo a repentaglio la propria vita nella ricerca della verità, come quando, nel settembre 2017 si è introdotto in una prigione clandestina degli scafisti libici, raccontando le condizioni dei migranti intrappolati. Nel corso dell’intervento, Nello Scavo ha approfondito la sua personale esperienza, non mancando di sottolineare il ruolo fondamentale dalle forze di polizia che si occupano quotidianamente, con discrezione e professionalità, della tutela di molti operatori dell’informazione minacciati.

Nel concludere i lavori, il Prefetto Campanaro ha voluto ricordare le parole di Papa Francesco, pronunciate in occasione dell’ultima giornata mondiale del giornalismo: “Abbiamo bisogno di un giornalismo libero, al servizio del vero, del bene, del giusto, un giornalismo che aiuti a costruire la cultura dell’incontro”. Sul tema, il Prefetto ha ricordato come il Covid-19 abbia reso ancor più palese il fenomeno dell’industria delle fake news: “…L’informazione libera riveste un ruolo di grande rilievo nel contrasto alla pandemia; ha il compito cruciale di veicolare messaggi corretti alla popolazione e richiamare i cittadini al senso di responsabilità di divulgare in maniera comprensibile le indicazioni provenienti dalla scienza” Il Prefetto Campanaro ha concluso la giornata con un auspicio ed un invito ai giovani collegati da remoto “…dall’incontro di oggi, vorrei che partisse uno spunto a riflettere sull’importanza, ancora più cruciale nell’epoca di emergenza pandemica che stiamo vivendo, di favorire il vero pluralismo giornalistico, di pretendere da cittadini consapevoli la ricerca di informazioni corrette, di sviluppare un comune sentire civico come argine all’aggressività, alle prepotenze, alle lacerazioni delle regole della convivenza”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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