Skip to main content

Parole a capo
Inediti: tre smeraldi poetici

Parole a capo <br> Inediti: tre smeraldi poetici
Ciò che viene al mondo per nulla turbare non merita riguardi né pazienza
(René Char)
QUANDO SARO’ VECCHIA
Quando sarò vecchia
non più di una piuma
non più di un petalo di viola
peserà il mio cuore
sarò leggera come nuvola
vestita di vento
solitaria e sazia.
Ma ancora non è tempo
adesso ho il cuore ingordo
non so sottrarmi al giogo.
Nascondo il tempo
nel mio ventre infecondo
certa di fiorire
a dispetto del mondo.
Il cuore lo svuoto
col setaccio,
mi resta il voto
di un amore semplice
e il dolce inganno
di inattese conseguenze.
(Doris Bellomusto)

*

ERA L’ALBA

 

era l’alba a spargere i primi bioccoli di luce
le velature verde pisello a sorgere
o un celeste come un’acqua salmastra alla caviglia
del mare che non avevamo mai visto
eppure si intuiva nelle righe di sale sulle rocce
che i daini  leccavano con precisione millimetrica
la bocca chiusa contro i denti grossi e le gengive rosse.

era l’alba a spargere i primi bioccoli di luce
su un oceano verticale incastrato tra conchiglie
impresse sui lastroni, le spirali come strade perlate di lumache,
di quando le acque erano andate da un’altra parte
i cavallucci a scavalcare alghe diverse come spade.
adesso erano felci e prateria larga
e gigli arancioni
ma, forse, erano mementi, di quei pesci pavone.
(Alida Stroili)

*

 

DANZA MACABRA

 

Mi hanno sussurrato
che ami la morte:
la spii dall’uscio socchiuso
e di notte la guardi arrivare
posarsi infingarda
sul tuo corpo che dorme,
ne annusi l’odore
che è di mondi lontani
e di fiori appassiti.
Mi hanno sussurrato
che vedi la morte
in ogni crepuscolo invernale
e che,
stanca di respirare,
la vorresti abbracciare
così dispersa nel color porpora.
Mi dicono che ascolti
la sua melodia invitante
a volte eroica
di archi e tamburi
a volte su frequenze imprendibili
come il canto dell’universo,
che anche tu la vorresti suonare
ma ancora manchi d’abilità e strumenti.
T’ho vista
corteggiare la morte
nelle notti di gelo
sotto lune indifferenti.
Ti ho vista rincorrere la morte
nei sogni disperati
e non voltarti a cercare il ritorno.
Infine mi hai detto
che non ti serve più amore
per ammorbidire un dolore
ormai indurito come pallottola,
solo rotolare giù
sul pendio di velluto
sempre più giù
e più lontano da qui.

(Elena Vallin)

 

Foto di Irina da Pixabay

Di tutte e tre le autrici abbiamo pubblicato altre poesie nella rubrica “Parole a Capo” negli scorsi numeri. Le ringrazio per questi nuovi preziosi doni, anzi SMERALDI.

 

“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.

Per rafforzare il sostegno al progetto, invito, nella massima libertà di adesione o meno, a inviare un piccolo contributo all’IBAN: IT36I0567617295PR0002114236

La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com 

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su PeriscopioQuesto che leggete è il 311° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *