Parole a capo
Alida Stroili: «Dopo il canto del gallo» e altre poesie
Parole a capo «br» Alida Stroili: «Dopo il canto del gallo» e altre poesie
Chi scrive vagabonda su un terreno di cui ha la mappa pressa poco e indicazioni precarie e non ci sono tabelle stradali e tanti territori hanno cambiato nome e altri si sono fusi con nomi nuovi
che non si sono mai sentiti prima e sono inventati apposta così chi scrive può dire “ah, si?”.
Chi scrive ha una sua dimensione piena di figure che non ci sono davanti ma escono dai quadri o saltano giù dalle note musicali sul suo divano ma lui non se ne avvede perché è dentro al suo testo in un passaggio tortuoso sulla cengia di una montagna che ha conosciuto oppure nella notte profonda piena di luce lunare. Tutte le persone evocate lo aspettano, alcune abitavano i quadri di Botero e la casa di chi scrive gli sta stretta. E allora chi scrive dice loro “Gentili signori e signore, non tutti insieme”. Ma le fanciulle di Gauguin parlano solo il samoano stretto.
così, come una carezza di piuma di petto d’uccello, la piuma per gli abbracci dei figli minuscoli quando la notte è fresca e magari piove e si formano gocce sulle estremità di foglie pietose come nelle gronde
*
come una specie di broncio da nido disertato
di cespuglio mal potato
di albero capitozzato
e io passavo di sotto e lei mi ha investito
mi ha irrorato
di una specie di profumo amaro
e io ci ho detto “ma perché proprio io che cerco di trovare il gaio?”
e lei ha risposto “ma che brava”.
Poi l’armonia mi è sembrata azzoppata, sbavata.
Eppure,
c’era, nel vento che spirava,
nel tramonto che iniziava..
Solo che mi escludeva.
il verde che sale sulla montagna un poco al giorno fino alla cima arrotondata
raffreddata di pino mugo disteso contro il grigio gioco di nubi
o il rosa pesca dell’alba nel giorno d’oro annunciata una volta sola e basta.
ma era stato prima Vercingetorige e Attila, e molto più tardi Conte di Cavour.
Era un silenzio come di peso di treccia, vellutato come un muschio appena spuntato,
o tutto foderato d’erba e sotto a ogni foglia multiforme
aveva una sorpresa di differente sensazione
come un gioco dell’oca.
*
DOVE VA IL SOLE
Il sole appena andato via,
il riverbero a dondolarsi su foglie nella brezza
a scivolare sui coppi vecchi in una specie di slalom
a scorrere sulle cortecce come in un’ultima carezza
i muri delle case in un tepore a svaporare da tutte le parti
il suo alito caldo a lambire le braccia
e a cingere i fianchi dei passanti
Ero sul fare della sera con le gambe a penzoloni
su di un cambio di stagione.
Foto di Pexels da Pixabay
*
ALIDA STROILI Immigrata, appartenente a minoranza linguistica, libera professionista. Scrivere è lusso essenziale, per e con gratitudine, è meglio. In “Parole a capo” sono uscite altre sue poesie il 13 febbraio e il 3 luglio 2025. Fa parte della Associazione Culturale “Ultimo Rosso”.
“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.
Per rafforzare il sostegno al progetto invito, nella massima libertà di adesione o meno, a inviare un piccolo contributo all’IBAN: IT36I0567617295PR0002114236
La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 308° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.
Negli scritti di Alida mi sono ritrovata, ho avvertito la vibrazione della concordanza
Alida possiede una penna davvero preziosa. La sua immaginazione è vivace e autentica, e ogni volta che si leggono i suoi scritti e le sue poesie, si ha la sensazione di vivere in prima persona le emozioni e i momenti che descrive. Ha una sensibilità rara, una qualità che pochi possiedono e riesce a trasformare le parole in esperienze intense e toccanti. Le sue poesie sono semplicemente bellissime: arrivano dritte al cuore.
Parole scolpite che entrano nell’animo e si trasformano in emozioni