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di Stefano Muroni

Nelle settimane drammatiche dell’epidemia, la società Controluce, fondata da Stefano Muroni e Valeria Luzi, con sede a Roma e a Ferrara, ha continuato a lavorare intessendo rapporti importanti con la Rai.
A marzo la società ha presentato all’azienda televisiva l’ultimo lavoro, Oltre la bufera, ultimo film scritto e diretto da Marco Cassini, su don Giovanni Minzoni, parroco ucciso dai fascisti ad Argenta nel 1923.

dal film su Don Minzoni di Marco Cassini Oltre la bufera (2019) – foto di scena

La chiamata da parte di Rai è arrivata ad aprile da parte di Marina Chiaravalle – braccio destro di Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – la quale ha comunicato alla società la volontà della Rai di acquistare il film. Nel mese di giugno è stato contrattualizzato l’accordo, che prevede 4 anni di acquisto di cui i primi otto mesi di esclusiva.
Il film sarà messo in onda oggi, venerdì 3 luglio, in prima serata, ore 21.10, su Rai Storia, canale 54, a pochi giorni dai 135 anni dalla nascita del parroco ravennate, festeggiati il 29 giugno.
Ci sarà subito una replica il giorno dopo, sabato 4 luglio alle 9.40 del mattino. La Rai ha già espresso la volontà di portare il film in altri canali Rai, in concomitanza con altre ricorrenze minzoniane e storiche.

dal film su Don Minzoni di Marco Cassini Oltre la bufera (2019) – foto di scena

Sono orgoglioso di essere riuscito a portare un film così importante in prima serata sulla Rai. Intanto perché è la nostra storia, dei nostri luoghi, dei nostri nonni. Poi il film è stato girato interamente nel ferrarese: da Ferrara a Mesola, da San Bartolomeo in Bosco a Portomaggiore, da San Vito di Ostellato fino ad arrivare al Museo della Civiltà Contadina. Per me l’arrivo in Rai è la vittoria di un intero territorio, rappresentato da comuni, società, Camera di Commercio, CNA, cooperative, banche, Rotary, Lyons, privati, Regione Emilia Romagna, Istituti di Storia, che si sono messi assieme perché hanno creduto a questo progetto. Il merito va a loro, in primis.

Infine questo film è stato realizzato con un concetto imprenditoriale precisissimo: abbiamo fatto esordire ragazzi del ferrarese che si sono formati al Centro Preformazione Attoriale e che poi sono entrati alla Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini. Stiamo diventando una città, un territorio dove le nuove generazioni possono preformarsi, formarsi professionalmente e muovere i primi passi nel mondo del lavoro, trovandosi in prima serata sulla Rai a 20 anni. E’ per me una rivoluzione, motivo di grande soddisfazione, anni fa queste possibilità erano impensabili a Ferrara.

Questa filiera, che noi chiamiamo Ferrara La Città del Cinema, la ufficializzeremo dopo l’estate, assieme all’Amministrazione Comunale di Ferrara, la Provincia e la Regione.Partendo da questo venerdì, prima serata sulla Rai, col film su don Giovanni Minzoni”.

Stefano Muroni, ideatore, produttore e protagonista di Oltre la bufera

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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