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Nell’ambito dell’assemblea dei soci di Banca Etica [Qui], tenutasi il giorno 3 dicembre presso Factory Grisù, è stato eletto il nuovo GIT (Gruppo di Iniziativa Territoriale) di Ferrara.

Quattro degli undici componenti eletti del nuovo GIT facevano parte di quello uscente:

  • Alessandra Guerrini, docente di Biologia Farmaceutica presso l’Università di Ferrara e vice-direttrice del Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale;
  • Dario Maresca, ingegnere clinico, si occupa professionalmente della gestione delle apparecchiature elettromedicali all’ospedale di Ferrara e dal 2014 fa parte del consiglio comunale della nostra città;
  • Simone Grillo, nel precedente GIT ha svolto attività di valutatore sociale e di collaboratore alle diverse iniziative del gruppo, dal 2016 è socio-lavoratore di Banca Etica;
  • Alberto Mambelli, socio storico di Banca Etica, ex direttore di banca, dal 1996, anno del pensionamento, si è occupato delle problematiche dell’economia sostenibile; nel maggio 1998, ha contribuito alla costituzione del GIT dei Soci di Ferrara di Banca Etica, di cui ha ricoperto il ruolo di coordinatore per lungi periodi.

Gli altri componenti del nuovo GIT sono invece:

  • Francesca Audino, presidente del Comitato Provinciale di ARCI Ferrara, rappresenta l’associazione, che è stata una delle realtà fondatrici del gruppo locale, all’interno del GIT;
  • Milena Bonazza, operatrice Shiatsu ed educatrice in contesti formativi per bambini, è fondatrice e attivista del Libero Movimento Comunicazione Empatica;
  • Elisa Maietti, assegnista di ricerca in campo medico all’Università di Bologna, è anche capo scout di AGESCI da circa 10 anni;
  • Enrico Calore, ingegnere informatico, lavora presso l’Università di Ferrara ed è tesoriere dell’associazione NOVA APS, impegnata nell’ambito della divulgazione scientifica;
  • David Cambioli, presidente della cooperativa di commercio equo e solidale AltraQualità e socio di Banca Etica;
  • Alessandro Rossi, ingegnere elettronico con esperienze lavorative in aziende informatiche, attualmente opera in ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), dove svolge il ruolo di referente del settore Energia, Ambiente e Sostenibilità;
  • Gian Gaetano Pinnavaia, ex-ricercatore all’Università di Bologna nel campo delle Scienze e Tecnologie Alimentari, attualmente docente a contratto sempre presso UNIBO; ambientalista, fa parte del direttivo dell’Associazione OdV CDS (Centro Ricerche Documentazione e Studi) di Ferrara.

Il gruppo degli eletti dall’assemblea dei soci del 3 dicembre è chiamato a svolgere le attività previste dal regolamento relativo al Patto associativo e alla Organizzazione territoriale dei soci. Più precisamente sono quelle attività di promozione culturale della finanza etica e di animazione territoriale ispirate ai principi e alle finalità previste dallo statuto di Banca Etica.

Il Gruppo di Iniziativa Territoriale (GIT) è infatti “il gruppo delle persone socie di Banca Etica eletto dall’assemblea” che ha il compito di promuovere e coordinare le attività della Circoscrizione, nel nostro caso Ferrara, e che può essere definito come “il presidio delle relazioni politico-culturali e associative locali”.

Molteplici sono quindi le funzioni dei GIT e le attività che vedono impegnati i soci, a cominciare dalle iniziative che mirano a contribuire alla crescita della base sociale e facilitare la partecipazione e rinforzare il legame tra i soci e la Banca.

Altrettanto importanti sono le attività di informazione-formazione sulla finanza etica, oltre al supporto fornito alla Banca nella rilevazione dei bisogni e nell’analisi dei territori.

Tutto questo prevede lo sviluppo, a livello culturale, di relazioni e collaborazioni significative con le realtà locali, che condividono i valori della finanza etica, ma anche la segnalazione di richieste, eventuali criticità, sollecitazioni provenienti dalle persone socie, utili al miglioramento del rapporto con i territori, allo scopo di promuovere la conoscenza diffusa dei progetti e dei servizi della Banca sul territorio, con particolare riguardo alle iniziative di mutualismo, crowdfunding, microcredito, educazione critica alla finanza.

Queste alcune delle funzioni e degli impegni che, è bene ricordarlo, sono assunti a titolo volontario dalle persone e dalle organizzazioni socie di Banca Etica che fanno parte dei GIT. Questi poi, per quanto possibile, sono chiamati, nella loro composizione, a rispettare quei criteri orientati a equilibrio di genere, presenza di organizzazioni locali del territorio di riferimento e di giovani di età inferiore a 35 anni.

Poco prima delle festività natalizie, il 16 dicembre, il nuovo GIT ferrarese ha tenuto l’incontro di insediamento allo scopo principalmente di definire gli incarichi di coordinatore e vice-coordinatore per il triennio 2021/2024 e di delineare attività e impegni del gruppo.

Dopo approfondito confronto tra i partecipanti presenti sono stati nominati Enrico Calore come coordinatore, Alessandra Guerrini e Gian Gaetano Pinnavaia come vice e infine Simone Grillo con l’incarico di segretario.

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Gian Gaetano Pinnavaia

Ho lavorato come ricercatore presso l’Alma Mater Università di Bologna nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari fino al novembre 2015. Da allora svolgo attività didattica come Docente a Contratto. Ferrarese di nascita ma di origini siciliane. Ambientalista e pacifista fin dagli anni degli studi universitari sono stato attivo in Legambiente e successivamente all’interno di Rete Lilliput di Ferrara fin verso il 2010. Attualmente faccio parte della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Sono socio dell’Associazione culturale Cds OdV – Centro ricerca Documentazione e Studi economico-sociali, del cui direttivo faccio parte e collaboro da anni all’Annuario socio-economico ferrarese. Nel 1990 sono stato eletto con la lista “Verdi Sole che ride” nel Consiglio Comunale di Ferrara fino al 1995; in seguito, dal 1999 al 2004 consigliere della Circoscrizione Nord per la lista “Verdi”.

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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