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Giorgia Meloni e il suo partito sono in questo momento sugli scudi. Fratelli d’Italia (conserva la fiamma ma si annette Goffredo Mameli e ha adottato l’inno nazionale) è stimato attorno al 25%, quattro o cinque punti sopra il PD di Letta e quasi dieci punti sopra la Lega che, grazie al suo leader, ha sbagliato tutte le ultime mosse.
Le elezioni di fine settembre sono ancora lontane, e la maggioranza degli italiani non sa ancora chi voterà – e se andrà a votare – ma il dato è comunque storico. Per la prima volta in 75 anni di storia repubblicana il partito di estrema destra diventa il “primo partito”. Giorgio Almirante sarebbe contento.

Molti, anche del Centrosinistra, minimizzano, lo ritengono un fenomeno passeggero, perché la politica in Italia è come la porta girevole del Grand Hotel, entra uno ed esce un altro: Berlusconi, Monti, Renzi, Conte… E poi, Giorgia è cambiata, non urla più come una coatta di Tor della Monaca, e ha scritto (o si è fatta scrivere) una bella autobiografia. E soprattutto è una donna, finalmente una donna, la prima, l’unica donna in una balbettante politica da appannaggio da sempre dei maschi.

La metamorfosi è compiuta, ora Giorgia è una statista. Ha smorzato i toni, senza rinunciare ai suoi sacri valori. Sembra la carta carbone (la carta carbone è nera) della sua grande amica Marine Le Pen. Con la differenza che in Francia c’è il presidenzialismo e Marine arriva prima al primo turno e perde regolarmente al secondo. In Italia invece, se come probabile a settembre vince il Centrodestra, Giorgia può diventare Presidente del Consiglio. Matteo Salvini è troppo depresso per opporsi.

Sulla fiamma sono sempre diffidente, ma la nuova Giorgia sembrava convinta e convincente. Poi ho letto il suo programma elettorale, IL MOVIMENTO DEI PATRIOTI IN 15 PRIORITÀE’ già il titolo mi ha precipitato nella macchina del tempo. E dopo i patrioti, tra una promessa e l’altra, ecco che salta fuori la gloriosa fiamma con le sue parole ammuffite e puzzolenti, tutto il vecchio repertorio fascista e neofascista. Lo sapevo io, la vecchia bestia non muore mai.

“Difesa della famiglia naturale, lotta all’ideologia gender e sostegno alla vita. […] PRIMA L’ITALIA E PRIMA GLI ITALIANI […] una Legge che dica che la difesa è sempre legittima  […] Controllo delle frontiere e blocco navale con rimpatrio immediato a seguito di accordi con gli Stati del nord Africa. Espulsione dei clandestini e stop al business dell’accoglienza […] TUTELA DELLA NOSTRA IDENTITÀ DAL PROCESSO DI ISLAMIZZAZIONE […] Albo degli imam e obbligo di sermoni in italiano. Nessun cedimento a chi vorrebbe eliminare i simboli della nostra tradizione cristiana, vietare il presepe o rimuovere i crocifissi dai luoghi pubblici. Tetto al numero massimo di alunni stranieri per classe […] Cura dei più bisognosi con pasto caldo e dormitorio per tutti ma stop al racket dei mendicanti […] Per una Gioventù nazionale protagonista delle sorti dell’Italia.”
(Tratto da IL MOVIMENTO DEI PATRIOTI IN 15 PRIORITÀ)

In Copertina: Giorgia Meloni interviene al CPAC (Conservative Political Action), Orlando, California, 24-27 febbraio 2022 (foto Wikimedia Commons) 

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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