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L’Assemblea di Banca Etica: 2 liste a confronto

ASSEMBLEA DEL 17 MAGGIO A BOLOGNA: BANCA ETICA ELEGGE IL NUOVO PRESIDENTE E IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE 

Il 17 maggio scorso, in presenza a Bologna e a Madrid, e a distanza in diretta streaming, si è svolta l’assemblea delle socie e dei soci di Banca Etica, con una partecipazione particolarmente significativa: erano infatti presenti circa 7.500 persone che hanno rappresentato oltre il 15% dei soci della banca (https://www.bancaetica.it/assemblea-2025-eletto-il-nuovo-consiglio-di-amministrazione-con-presidente-aldo-soldi/), che, al 31 dicembre 2024, mostrava, tra persone fisiche e giuridiche, un numero di soggetti superiore a 48.700.

Sono stati rinnovati gli organi direttivi, Presidente e Consiglio di Amministrazione, il collegio sindacale e quello dei probiviri, ed è stato approvato il bilancio 2024, che si è chiuso con un utile consolidato pari a 16,1 milioni euro, e un patrimonio netto pari a 196,4 milioni di euro, in aumento del 9,5% rispetto all’annata precedente.

In crescita i numeri della banca, spesso in controtendenza ad altri istituti di credito, a cominciare dai crediti a favore dell’economia sociale che hanno registrato un +4,4%, mentre nello stesso anno il sistema bancario ha mostrato una diminuzione del 1,6%. A tassi quasi doppi cresce invece la raccolta diretta di risparmio, raggiungendo i 2.609 milioni di euro a fine 2024 (+4,6% rispetto al +2,4% registrato nello stesso periodo dal sistema bancario).

I soci e le socie di Banca Etica hanno votato in presenza nelle sedi di Bologna e Madrid, oppure da remoto online. Due le liste in competizione con 8 componenti ciascuna e 5 candidati singoli indipendenti. La lista più votata, Lista partecipativa per una Banca Etica, inclusiva e dialogante, ha ottenuto l’87,06% dei voti espressi, ed è quella che ha portato alla elezione di Aldo Soldi come nuovo presidente di Banca Etica, mentre quella sconfitta, la Lista autonoma Re:start Banca Etica 2025 guidata da Alessandro Messina si è fermata al 12,94%. Nel nuovo Consiglio di Amministrazione, che vede una maggioranza di donne, e che guiderà Banca Etica per i prossimi tre anni, sono entrate come candidati più votati, Beatriz Fernández Olit, Lucia Cagnazzo e Gaetano Giunta.

Aldo Soldi prende il posto di Anna Fasano che è stata presidente per sei anni e prima vicepresidente e consigliera di amministrazione.

ALTRECONOMIA, in un articolo del 19 maggio a firma del direttore Duccio Facchini (https://altreconomia.it/banca-etica-per-non-mettere-la-polvere-sotto-il-tappeto/), scrive senza mezzi termini che “Restano a terra i cocci di una campagna elettorale che definire velenosa è eufemistico. È stata orribile e ci si chiede come si possa pensare di disarmare la finanza e l’economia se poi si è così feroci al proprio interno”.

ALTRECONOMIA, scrive Facchini, si era “impegnata a seguire il processo assembleare e a proporre occasioni di confronto e dibattito aperte”. In un articolo apparso sul numero di marzo, sempre a firma di Duccio Facchini (https://altreconomia.it/banca-etica-verso-lassemblea-le-liste-in-campo-e-il-nodo-etica-sgr/), erano state presentate le due liste che avrebbero concorso alla elezione del nuovo CDA e del presidente: la prima – Per una Banca Etica, inclusiva e dialogante – era spiegato nell’articolo, “vuole «costruire il domani» nel segno delle «alleanze», in continuità con la governance uscente, mentre la seconda – Re:start Banca Etica 2025 – propone invece “un rilancio radicale perché «qualcosa non sta funzionando», come dimostrano la partecipazione appassita, i prestiti in flessione, i prodotti finanziari non ripensati, il clima interno e la cultura manageriale in sofferenza”.
Per Facchini si sta vivendo “un momento chiave per l’economia e per la finanza”, volendo considerare sia quanto avviene in ambito bancario a livello europeo e nazionale ma anche tenendo ben presente i gravi problemi che il mondo odierno è chiamato ad affrontare; in poche parole quella che Serge Latouche chiama una «guerra economica generalizzata» quale conseguenza del modello di sviluppo oggi imperante”.

La proposta di Altreconomia non ha però sortito gli effetti sperati. Il previsto confronto online tra i candidati previsto verso la fine di marzo che avrebbe dovuto affrontare in particolare il tema molto scottante, per la base sociale, di Etica Sgr, la società di gestione del risparmio fondata nel 2003 che, scrive la rivista, “con i suoi sette fondi etici è arrivata a raccogliere e investire in titoli di Stato e di società quotate a metà febbraio 2025 qualcosa come 7,2 miliardi di euro.” Banca Etica, che beneficia ogni anno di lauti profitti, ha il compito in quanto socio di maggioranza, di indirizzarne l’operato.

Ma SGR fa discutere. Innanzi tutto, si legge su ALTRECONOMIA, “il primo e più dibattuto motivo ha a che fare con il suo assetto proprietario: accanto a Banca Etica, che ne detiene il 51%, ci sono infatti Banco Bpm, con il 19%, e poi Bper banca, Banca popolare di Sondrio e Cassa centrale banca con il 10% circa a testa. Bpm, Bper e Bps rientrano nell’ultimo elenco della campagna sulle cosiddette «banche armate», dove si descrivono gli importi delle esportazioni di materiale d’armamento dall’Italia nel 2023. Bper banca, inoltre, è coinvolta nell’affaire degli «War bond» emessi da Israele dopo il 7 ottobre 2023. (https://altreconomia.it/le-banche-e-i-titoli-di-guerra-israeliani-il-caso-dellitaliana-bper/)

Se tutto ciò ha indubbiamente creato disagio e preoccupazione tra i soci, l’assemblea del 17 maggio, attenta e partecipata, e il modo in cui è stata condotta, ha dato ottimismo e fiducia. Si è scelto di guardare avanti, senza dimenticare, come augurato da Nicoletta Dentico in una lettera circolata tra i soci prima del voto che “dal giorno dopo l’assemblea i vertici di Banca Etica non mettano la polvere sotto il tappeto”, perché, scrive il direttore di ALTRECONOMIA, “Questa volta non possiamo proprio permettercelo, la “nostra” banca era e resta Banca Etica. La campagna elettorale è finita, non facciamo finire anche i ragionamenti, sono quelli a tenere insieme le persone.”

Cover: Assemblea di Banca Etica, Bologna 17 maggio 2025  – foto dell’autore.

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Gian Gaetano Pinnavaia

Ho lavorato come ricercatore presso l’Alma Mater Università di Bologna nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari fino al novembre 2015. Da allora svolgo attività didattica come Docente a Contratto. Ferrarese di nascita ma di origini siciliane. Ambientalista e pacifista fin dagli anni degli studi universitari sono stato attivo in Legambiente e successivamente all’interno di Rete Lilliput di Ferrara fin verso il 2010. Attualmente faccio parte della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Sono socio dell’Associazione culturale Cds OdV – Centro ricerca Documentazione e Studi economico-sociali, del cui direttivo faccio parte e collaboro da anni all’Annuario socio-economico ferrarese. Nel 1990 sono stato eletto con la lista “Verdi Sole che ride” nel Consiglio Comunale di Ferrara fino al 1995; in seguito, dal 1999 al 2004 consigliere della Circoscrizione Nord per la lista “Verdi”.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
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