Skip to main content

Il lavoro etico di Claudia Fiaschi

Il 4 marzo 2024 è morta all’età di 59 anni Claudia Fiaschi. Una vita spesa per la Cooperazione e per il mondo del terzo settore.

Nata a Firenze il 25 gennaio 1965, la Fiaschi è stata da sempre attiva nel settore della cooperazione sociale, con particolare attenzione al mondo dell’educazione e dell’infanzia.  Nel 1987 aveva fondato a Firenze la Cooperativa Sociale l’Abbaino, che tutt’ora offre servizi per l’infanzia e l’adolescenza.

È stata inoltre vicepresidente del Consorzio Pan, presidente di Confcooperative Toscana, vicepresidente di Confcooperative Nazionale, amministratore delegato e poi presidente del Consorzio nazionale CGM, la più grande rete di cooperative sociali italiana.

È stata membro del Cda di Etica sgr del Gruppo Banca Popolare Etica. Ha ricoperto il ruolo di portavoce del Forum del Terzo settore dal febbraio 2017 all’ottobre 2021, anni cruciali sia per motivi legislativi (il Codice del Terzo Settore è del 3 luglio 2017, decreto legislativo n. 117) che emergenziali (arrivò all’improvviso il Covid-19). Dal 2022 era alla guida del Consorzio Co&So. Era inoltre membro di molti osservatori e comitati scientifici.

Nel periodo in cui mi è capitato di lavorare per una Centrale cooperativa italiana, ebbi il piacere di incontrarla. Forse anche per questo, mi sembra importante ricordarla. L’esperienza diretta crea sempre un solco profondo tra ciò che è importante e ciò che lo potrebbe essere. Inoltre, anch’io presiedo un ente del terzo settore che si occupa d’infanzia.

Qui finisce la similarità dell’esperienza, lei conosceva perfettamente il mondo del terzo settore e lo amava, al punto da considerarlo la via privilegiata ed etica per occuparsi di politiche sociali. La questione continua ad essere centrale, anche perché coinvolge l’approccio valoriale alla gestione del bene pubblico e la conseguente idea di politica che si può provare ad implementare.

Il 13 settembre 2022 è stato pubblicato, come allegato del Corriere della Sera, il pamphlet Terzo – Le energie delle rivoluzioni civili, firmato da Claudia Fiaschi. L’opuscolo è stato distribuito gratuitamente, abbinato al Corriere della Sera, senza costi aggiuntivi a quelli del giornale.

Nel volume l’autrice indaga la realtà attuale del Terzo Settore italiano, creando un parallelismo storico con il Terzo Stato del Settecento. Entrambi protagonisti delle nostre comunità con un ruolo chiave nel tessuto sociale ed economico, entrambi non considerati a sufficienza. Un’analisi tra Storia e contemporaneità, che mette in chiaro le esigenze del mondo del terzo settore italiano, ponendo l’accento sul valore del comparto come pilastro su cui poggiare la nostra società.

Inoltre, l’autrice sottolinea il bisogno di un dialogo diverso con le istituzioni e di una rappresentanza forte, capace di essere portatrice dell’ampio numero di voci che il terzo settore rappresenta. In questo pamphlet vengono analizzati i problemi e le risorse del Terzo settore da diverse angolature: la storia, la situazione attuale, gli elementi costitutivi, il valore sociale, la reputazione, il rapporto con l’ordinamento politico ed economico, le esigenze, gli ‘amici’.

Ciò che più mi è piaciuto leggendolo, è la capacità di queste poche pagine di alzare molto il tiro, volando alto sugli scogli e sulle avversità quotidiane per arrivare al nocciolo della questione etica, a un senso profondo dell’agire sociale che pervade le scelte e orienta il mondo. In molti passaggi, infatti, si fa riferimento al motivo per il quale ogni essere umano può decidere di mettere le sue risorse a servizio di una arena sociale impegnativa.

Così scrive Claudia Fiaschi: “Qualità ed etica degli enti del terzo settore non sono infatti solo l’effetto di consapevolezze e intenzionalità organizzative e di processi più o meno sofisticati di autocontrollo. Sono anche, e soprattutto, il risultato della qualità e dell’etica delle persone che guidano queste organizzazioni”

e ancora: “nel tempo della caduta degli angeli e dei conseguenti venti ostili, non resta quindi che aggiustare le vele. Per il Terzo (settore) ciò significa soprattutto promuovere e abilitare leadership etiche, connettive, capaci di guidare il cambiamento, di potenziare il civic engagement di persone, operatori, comunità, di costruire e manutenere reti complesse di collaborazione, di dotarsi di una rotta etica e di tutti gli strumenti di navigazione utili per mantenerla”.

Si evince chiaramente da queste poche righe il senso etico che ha pervaso l’azione di chi le ha scritte, la sua necessità di riportare a una dimensione etica ogni scelta che riguardi il sociale. Parlare di leadership è sempre spinoso. Una leadership assume la qualifica di ‘etica’, quando i leader sviluppano e attestano delle virtù etiche. Detto così può significare tutto e niente.

Cosa sono queste virtù etiche? Sinteticamente, sono atteggiamenti volti al ‘giusto’ come principio di riferimento e all’ ‘adatto’ e all’ ‘equo come status ambientale ed esistenziale. Il cercare di essere equi riguarda sempre le circostanze in cui ci si viene a trovare e le condizioni attraverso le quali si può operare.

Al centro dell’agire etico ci sono sempre le persone, alle quali viene riconosciuto sempre il valore e la dignità di esseri umani. È di fronte alla problematicità di alcune situazioni che l’elaborazione di alcune ipotesi e la scelta delle migliori soluzioni, può assumere un valore etico e un significato cogente.

Ed è per questo che la leadership etica si basa su tutto ciò che si è appreso sia come singoli che come comunità, per risolvere problemi, migliorare il clima ambientale, stimolare la partecipazione attiva, facilitare l’apporto di tutti, producendo in tal modo un miglioramento continuo dei servizi forniti e dei beni, materiali e immateriali, prodotti.

In questo senso mi sembra che la riflessione suggerita da Claudia Fiaschi porti lontano, verso il senso profondo dell’agire, verso una rappresentazione collettiva che usa come unico perimetro definitorio un obiettivo continuamente negoziato e riallineato che si riassume nell’ “agire verso il bene”.

Mi vien da dire che le riflessioni possibili che riguardano le azioni verso il bene, non coinvolgono solo gli enti del terzo settore, ma tutte le istituzioni pubbliche e private nonché tutti gli organismi che, a vario titolo e con responsabilità diverse, si occupano di persone. Dove c’è una persona, c’è un mondo. Dove c’è un bambino, nasce un mondo. Dove c’è qualcuno che soffre, si ammala il mondo.

Vorrei infine ricordare che Claudia Fiaschi è stata membro del Cda di Etica sgr del Gruppo Banca Popolare Etica. Etica Sgr è un’azienda del settore risparmio specializzata in fondi sostenibili e responsabili, che amministra un patrimonio complessivo di circa 7,380 miliardi di euro.

La società si propone di rappresentare i valori della finanza etica nei mercati finanziari e di sensibilizzare il pubblico nei confronti degli investimenti socialmente responsabili e della responsabilità sociale d’impresa. La società aderisce ai Principles for Responsible Investment (PRI) delle Nazioni Unite ed ha assunto a partire dal 2015 un impegno sul tema del cambiamento climatico, aderendo al Montréal Carbon Pledge, attualmente conclusosi perché si sono raggiunti gli obietti stabiliti.

In particolare, la finanza etica sostiene progetti che riguardano: welfare; efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili; gestione dei rifiuti, riciclo delle materie prime, produzioni eco-compatibili; produzione e commercializzazione di prodotti biologici; cooperazione internazionale allo sviluppo, microfinanza internazionale; animazione socio-culturale, educazione, cultura, sport; commercio equo e solidale; organizzazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia; imprese sociali.

La finanza etica non finanzia, invece: produzione e commercializzazione di armi; progetti con evidente impatto negativo sull’ambiente; attività che violano i diritti umani, sfruttano il lavoro minorile o non rispettano i diritti dei lavoratori; allevamenti animali intensivi che non rispettano gli standard della certificazione biologica; attività che provocano esclusione/emarginazione; attività di ricerca scientifica che conducono su animali e soggetti deboli o non tutelati; mercificazione del sesso; gioco d’azzardo.

Anche di tutto questo si è occupata Claudia Fiaschi attraverso un impegno professionale pervasivo che ha investito tutta la sua vita. In ogni contesto in cui ha lavorato ha cercato di portare correttezza, trasparenza e attenzione agli altri, con la consapevolezza che non sempre si riesce a fare ciò che si vorrebbe e che, a volte, anche le più radicate convinzioni si rivelano, alla luce dei fatti, fallaci.

Ma questo non deve distogliere dall’obiettivo primario di mantenere alta la tensione verso il “giusto”, non privando mai il prossimo di attenzione e riconoscimento di valore. In questo senso credo che ciò che lei ha fatto sia un segnale importante di determinazione e resilienza e che da questo modo di fare si possa imparare ad affrontate la professione e, più in generale, il rapporto con le persone.

Per questo il suo insegnamento va ben aldilà del ruolo e del valore della Cooperazione e dell’identità del Terzo Settore. Quest’ultimo, a parer mio, è tanto efficace quando lavora in maniera trasparente e altrettanto dannoso quando rimesta nel torbido.

Per leggere gli articoli di Catina Balotta su Periscopio clicca sul nome dell’autrice

tag:

Catina Balotta

Sociologa e valutatrice indipendente. Si occupa di politiche di welfare con una particolare attenzione al tema delle Pari Opportunità. Ha lavorato per alcuni dei più importanti enti pubblici italiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it