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Sembra la sceneggiatura di un film, una storia degna di una favola – se non fosse per il triste evento che la origina – ma che di una fiaba ha, comunque, il finale. I protagonisti: due bambini, una mamma, un padre malato che vola in cielo. Una famiglia, come tante, colpita da una tragedia, di quelle che segnano e cambiano per sempre. E poi un asilo inglese, dei palloncini viola, un agricoltore e una generosa comunità lontana. I luoghi: Bordon, in Inghilterra, il cielo, le nuvole, le montagne, i laghi, i fiumi, la terra, la sabbia, il mare, il vento, Borgo Montone, in Romagna, e la città di Ravenna.

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Oscar e Beth il giorno del lancio dei palloncini

Questa è la storia vera di un palloncino viola con un bigliettino inserito al suo interno, scritto da due bambini inglesi, Oscar e Beth, per il loro papà morto qualche mese prima: “Vola alto Simon” e la richiesta a chi lo trovasse di avvertire l’asilo da cui era partito. Lo ha trovato Christian Grassi, un agricoltore di Borgo Montone, nel ravennate, lo scorso mese di gennaio: stava lavorando nel campo della sua azienda di prodotti biologici “Mater Naturae” [vedi], quando ha notato un palloncino afflosciato viola impigliatosi in un fossato, con attaccata una cartolina plastificata contenente la foto di una famiglia composta da padre, madre e due figli e il testo in inglese che invitava chi lo trovasse ad avvertire l’asilo dal quale era partito.

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Biglietto ritrovato nel palloncino viola da Christian Grassi

“Il bello del mio lavoro è che quasi ogni giorno fai un incontro (con una persona o un animale), o accade qualcosa che ti lascia un ricordo o un pensiero”, ha scritto l’agricoltore su Facebook. “Mentre lavoravo i campi ancora ghiacciati ho notato dentro a un fosso una macchia viola. Era un palloncino con appesa una cartolina. Era un messaggio in ricordo di Simon Cook, lanciato assieme a tanti altri palloncini dai bimbi della Bordon Garrison Pre-school & Creche. Sul retro “R.I.P. Simon. Love Robyn. Il mio pensiero a Simon Cook, ai suoi cari e ai piccoli che lo hanno salutato”. Scattano subito le ricerche sulla rete e il ritrovamento della pagina Facebook della scuola di Bordon, nell’Hampshire, dalla quale, lo scorso 18 novembre, quell’oggetto pieno d’amore era partito, la Bordon Garrison Pre-School & Creche [vedi].

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Il lancio dei palloncini dalla scuola inglese

I compagni di Oscar e Beth, con l’aiuto della madre Zoe, avevano lanciato nel cielo tanti palloncini viola, sperando che qualcuno, un giorno, ne ritrovasse ameno uno e li avvertisse. E il desiderio si è avverato, quel palloncino viaggiatore ha visto mari, laghi, montagne e colline ed è atterrato tranquillo, dopo quasi 1700 km, sul suolo italiano, la terra della bellezza, la terra della bontà e della solidarietà. Dal momento del ritrovamento, infatti, è iniziato il lavoro del Comitato cittadino di Borgo Montone [vedi] e della famiglia Grassi per ospitare la famiglia Cook. L’incontro è avvenuto a fine luglio: Zoe, la madre, coi suoi piccoli Oscar (3 anni) e Beth (7 anni) e la loro insegnante Lucy, sono arrivati a Ravenna per trascorrere una settimana in Romagna, visitando i monumenti Unesco della città, godendo delle spiagge e del mare e della buona cucina romagnola.

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Ristorante La Campaza, tavolo riservato ai Cook
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Allestimento della tavola col colore viola

I titolari del ristorante La Campaza [vedi] che ha ospitalo la famiglia, ci riferiscono, via email, di essere stati contattati direttamente dal presidente del comitato cittadino, Ottaviano Rossi, e di aver riservato ai loro ospiti un tavolo allestito con fiocchi, palloncini viola e candele in tinta. Tutti felici e grati, anche per la scelta simbolica del colore. Una gioia dopo il grande dolore, che sicuramente non fa dimenticare ma che allevia, almeno un po’. Il calore, la tenerezza e l’umanità possono aiutare, e molto.

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Da sinistra Lucy, mamma Zoe, i piccoli Oscar e Beth e Lorenzo Ferrari del Comitato Borgo Montone (Corriere Romagna, foto Corelli)

Un commosso e felice Christian Grassi, dalla sua pagina Facebook [vedi], ricorda come questo palloncino “sia riuscito a compiere la magia di far incontrare, conoscere e condividere emozioni, così tante persone come i protagonisti di questa storia. Lorenzo Ferrari, Sergio Belli, Filippo Donati, Massimiliano Reggio, Ottaviano Rossi, Amici Di Chichester, Galla E Teo, Comitato Cittadino di Borgo Montone, Elena Zanfanti, Lucy McDiarmid, Zoe Cook e tantissimi altri. Persone che prima non si conoscevano e che questa storia, scatenata da un palloncino, ha reso migliori. Mi piace pensare a questo oggetto come ad un qualcosa con una volontà propria che ha scelto noi e la nostra comunità con uno scopo. Un oggetto carico di significati simbolici e di positività che sentivo che doveva ritornare a casa con chi lo aveva lanciato. E’ per questo che prima di salutare i nostri amici d’oltremanica ho reso loro ciò che restava del palloncino e la cartolina che vi era appesa. Un ricordo e un portafortuna soprattutto per i bimbi. Scrivo qui ciò che non ho saputo esprimere prima data la mia pessima padronanza dell’inglese. Un grazie infine a tutte le realtà che hanno reso possibile questa storia: l’Hotel Diana di Ravenna, il Bagno Perla di Punta Marina, il ristorante La Campaza di Fosso Ghiaia, il Ristorante Molinetto, Mirabilandia, Bagno Azzurro, Easyasta, Zoosafari, la Casa delle Farfalle Milano Marittima, la Diocesi di Ravenna, Ravenna Pallanuoto, i Vigili del Fuoco di Ravenna, la Confesercenti Ravenna. Sperando di non aver trascurato nessuno”.

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La famiglia Cook e la comunita’ di Borgo Montone

Una vera lezione di solidarietà e di empatia. Un volo d’amore. Per una vacanza da ricordare, un’esperienza umana che rimarrà per sempre nella memoria delle due famiglie e delle loro comunità.

 

 

Si ringrazia il ristorante La Campaza per le gentile concessione delle foto dei tavoli apparecchiati.
Le altre foto sono prese da Facebook e Internet.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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