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Le voci da dentro. La partità con mamma e papà

Sabato 24 giugno scorso, presso la Casa Circondariale di Ferrara, si è svolta La partita con mamma e papà, una bella iniziativa organizzata da BambiniSenzaSbarre, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

In sintesi, La Partita con mamma e papà, oltre ad essere una possibilità per i figli di persone detenute di giocare a calcio con il proprio genitore ristretto in carcere, è l’opportunità di condividere un momento ludico normale per tutti gli altri bambini e rappresenta un’occasione eccezionale per queste famiglie. Infatti, per i bambini non è facile vivere la realtà di un genitore in carcere e molti di loro lo fanno in silenzio, per non essere stigmatizzati ed esclusi.

L’associazione BambiniSenzaSbarre si occupa proprio della cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori ed è impegnata nella tutela dei diritti dei bambini alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile.

BambiniSenzaSbarre ha lanciato la partita con mamma e papà nel 2015. L’iniziativa è partita con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni fino al 2019. Dopo due anni di interruzione a causa della pandemia, è stata nuovamente riproposta nel giugno 2022 quando sono state giocate 82 partite negli istituti penitenziari italiani, coinvolgendo gli agenti della polizia penitenziaria, gli educatori, 4100 bambini e 1900 genitori detenuti.

BambiniSenzaSbarre è anche l’associazione ispiratrice della Carta nazionale dei diritti dei figli di genitori detenuti, firmata nel 2014 dal Ministero della Giustizia e dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
La Carta riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla non discriminazione e alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore, in attuazione degli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Sabato 24 giugno scorso, nel campo della Casa Circondariale di Ferrara, ho visto sorrisi genuini, ho sentito applausi orgogliosi, ho provato sensazioni intense; ho visto bambine vantarsi di aver fatto gol, bambini dare indicazioni calcistiche ai papà, mani grandi che accompagnavano mani piccole, abbracci da lasciare senza respiro.

Ho visto occhi stanchi di chi aveva fatto 10 ore di pullman per poter accompagnare i figli ad una partita speciale, occhi commossi di chi aspettava quel momento da tanto tempo, occhi tristi di chi si rendeva conto del luogo in cui era ed occhi pieni di speranza per un’affettività senza sbarre.

Ho sentito figli sottolineare l’importanza di questa iniziativa con i loro padri e chiedere che ci siano tante altre occasioni simili; ho sentito padri non chiamare invano il nome del proprio figlio e chiedere che ci siano tante altre occasioni simili.

Sabato 24 giugno scorso, nel campo della Casa Circondariale di Ferrara, ho avuto l’ennesima conferma del fatto che l’aumento ed il miglioramento della qualità degli incontri familiari in carcere è funzionale alla rieducazione e fa bene non solo ai componenti della famiglia stessa, ma anche alla comunità e, di rimando, alla società intera.

 


Si chiama Astrolabio il giornale della Casa Circondariale di Ferrara. Ed è un progetto editoriale che, da qualche anno, coinvolge una redazione interna di persone detenute insieme a persone ed enti che esprimono solidarietà verso la realtà dei detenuti. Il bimestrale realizza il suo primo numero nel 2009 e nasce dall’idea di creare un’opportunità di comunicazione tra l’interno e l’esterno del carcere. Uno strumento che dia voce ai reclusi e a chi opera nel e per il carcere, che raccolga storie, iniziative, dati statistici, offrendo un’immagine della realtà “dietro le sbarre” diversa da quella percepita e filtrata dai media tradizionali.

Per leggere le altre uscite di Le Voci da Dentro clicca sul nome della rubrica.

In copertina e nel testo: Immagini della partita organizzata da BambiniSenza Sbarre, Casa circondariale di Ferrara 24 giugno 2023

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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