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14 Gennaio 2015

IL FATTO
Ballando nel passato

Tempo di lettura: 4 minuti


da MOSCA – Come da tradizione degli ultimi anni, si è appena tenuta a Roma, nelle sale dello sfavillante e lussuoso Hotel St. Regis, la terza edizione del Gran Ballo Russo, promosso dalla Compagnia nazionale di danza storica diretta da Nino Graziano Luca. E’ stata la letteratura russa dell’800 a fare da sfondo all’evento, quella di uno degli autori più celebri e amati di Russia, Alexander Pushkin. A lui e al suo capolavoro Eugenio Onegin, l’Italia rende omaggio in uno degli eventi più attesi a Roma, in occasione dell’Anno della letteratura in Russia.
Il ruolo di Alexander Pushkin è stato interpretato dal celebre ballerino di Ballando con le Stelle Samuel Peron, quello della moglie dello scrittore, Natalja Gončarova, dall’attrice Tania Bambaci, mentre nella parte di Eugenio Onegin ha recitato Vincenzo Bocciarelli, insieme alla giovanissima attrice russa Alena Gromova che ha interpretato Tatiana.

ballando-storiaballando-storiaLo scorso dicembre, avevo visto il balletto Onegin al Teatro Bolshoi di Mosca e devo ammettere che la trasposizione in danza di quest’opera di Pushkin è forse una delle più belle mai viste. Per chi non lo ricordi, Eugenio è un giovane dandy ozioso che si ritira in campagna e diventa amico di un poeta, Vladimir Lenskij, innamorato di Olga con la quale si è appena fidanzato. La sorella di Olga, Tatiana, s’innamora a prima vista dell’affascinante Onegin e gli scrive una lettera infiammata ma Onegin la respinge. Qualche tempo dopo, Lenskij invita l’amico al ballo in occasione dell’onomastico di Tatiana. Onegin prova a sedurre Olga che sta al gioco, con dispiacere di Lenskij che, sentendosi tradito, chiede riparazione con un duello a pistole, che si svolge il giorno dopo all’alba. Il destino vuole che Onegin uccida il suo amico trovandosi costretto a lasciare la città. Alcuni anni dopo Onegin incontra per caso un suo cugino principe e generale e lo invita a un ricevimento. Vi ritrova Tatiana, cambiata e matura, che ha sposato il principe. La sua bellezza e delicatezza provocano rimpianti a Onegin che si rende conto dell’errore commesso tempo prima rifiutandola. Le confessa il suo amore, ma è troppo tardi.

ballando-storiaballando-storiaSu questo sfondo, i numerosi ospiti presenti alla serata romana (rappresentanti istituzionali italiani, diplomatici, giornalisti, intellettuali, artisti, esponenti della comunità russa, di aziende italiane e russe) hanno ascoltato la grande musica russa (Pyotr Ilyich Tchaikovsky, Nikolai Andreyevich Rimskij-Korsakov, Alexander Konstantinovich Glazunov, Alexander Porfiryevich Borodin) e danzato mazurka, valzer, contraddanza e quadriglia. Tutto rigorosamente in costume. Durante la manifestazione, infatti, è stato assegnato il premio del concorso dal titolo “Il più bel costume storico ottocentesco”, per abiti originali modellati secondo i dipinti dell’epoca e le illustrazioni delle fonti librarie. Spettacolo unico.
Sono stati letti alcuni brani dell’opera di Pushkin e, quest’anno, vi è stata anche una finalità benefica. Sono stati raccolti proventi a favore della onlus “Aiutateci a salvare i bambini” che sostiene i bambini di Donbass, grazie ad un’asta di due opere: lo schizzo “Angelo”, dal ritratto “La Madonna della Speranza”, realizzato e offerto da Natalia Tsarkova (pittrice ufficiale dei Papi e autrice del quadro emblema del Gran Ballo Russo), e la scultura “Venturo” della scultrice Paola Grizi. Avremo voluto esserci, avvolti dalla magia, dalla danza degna di Cenerentola e del suo Principe, dal profumo dei fiori, dalle parole e dalle note d’altri tempi. Sarà per l’anno prossimo?

L’evento ha il patrocinio dell’Ambasciata della Federazione Russa, del Foro di Dialogo Italo-Russo delle società civili, del Centro Russo della Scienza e della Cultura, della Fondazione “Centro per lo sviluppo dei rapporti Italia Russia”, del Comune di Roma e della “Chaîne des Rôtisseurs”.

Le fotografie, di Simonetta Sandri, sono state scattate alla rappresentazione dell'”Eugenio Onegin”, svoltasi al Teatro Bolshoi di Mosca, il 13 Dicembre 2014.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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