Giuseppe Trautteur: la mente cibernetica e il cuore poetico della scienza
Giuseppe Trautteur: la mente cibernetica e il cuore poetico della scienza
In memoria di Giuseppe Trautteur (1939–2025)
Nel silenzio discreto che accompagna le grandi menti, si è spento Giuseppe Trautteur, fisico, informatico, filosofo della mente e figura chiave della cultura scientifica italiana. Ma per chi ha attraversato le pagine della Biblioteca Scientifica Adelphi, il suo nome non è solo quello di un curatore: è un ponte tra scienza e poesia, tra sistemi complessi e intuizioni liriche.
È grazie a lui se molti di noi hanno incontrato Fritjof Capra e il suo Tao della Fisica, dove la meccanica quantistica danza con il pensiero orientale. È grazie a lui se Gregory Bateson è diventato un compagno di viaggio, con la sua ecologia della mente e il suo sguardo sistemico sul mondo o se abbiamo scoperto, con Julian Jaynes, che la coscienza è soltanto una forma recente che si distacca dal fondo arcaico della “mente bicamerale”.
E, probabilmente, è ancora grazie a lui se Wallace Stevens, poeta dell’immaginazione e della realtà, ha trovato casa in Adelphi, in un catalogo che non ha mai temuto di accostare il rigore alla meraviglia, l’algoritmo al verso.
Giuseppe Trautteur non ha solo selezionato libri: ha modellato un pensiero, ha dato forma a una collana che ha educato generazioni di lettori a pensare in modo non lineare, a cercare connessioni invisibili, a interrogare la coscienza come fenomeno emergente.
Il suo Il prigioniero libero (Adelphi, 2020) è una riflessione radicale sulla libertà e sull’identità, scritta con la tensione di chi sa che il linguaggio è sempre un tentativo, mai una conquista.
Nel tempo della tecnoscienza e dell’intelligenza artificiale, Trautteur ha saputo restare umano, interrogando la macchina senza mai dimenticare il mistero. La sua eredità è quella di un pensiero che non separa, ma connette: fisica e filosofia, mente e codice, poesia e algoritmo.
Ricordo un seminario tenuto da Trautteur negli anni ’80 all’Università Federico II di Napoli, durante i miei studi di Fisica Teorica con il Professor Eduardo Caianiello amico e collega di Trautteur.
In quel seminario, Trautteur, ricordando l’epoca pionieristica dell’intelligenza artificiale italiana, parlò con passione e lucidità della mente come sistema aperto, capace di apprendere e trasformarsi, e della libertà come emergenza di un ordine non deterministico. La sua voce, pacata ma intensa, sembrava voler restituire alla scienza il suo respiro più profondo: quello della meraviglia.
Fu uno di quei momenti in cui la scienza smette di essere solo calcolo o chiacchiericcio divulgativo e diventa vera e propria visione.
Come scrive Wallace Stevens, “L’immaginazione è il potere dell’uomo sulla natura”. Una frase che sembra racchiudere il cuore del progetto culturale di Giuseppe Trautteur: restituire alla scienza la sua dimensione immaginativa, poetica, capace di intensificare il reale senza tradirlo.
Anche Roberto Calasso, nel suo libro postumo Opera senza nome, sembra echeggiare il magistero di Trautteur. Calasso parla di una “corrente che sostiene l’insieme” dei suoi undici libri, come isole nella corrente di un mare illimitato, connesse da fragili ponti o traghetti. È una metafora che ricorda la visione sistemica e reticolare di Bateson, e il pensiero cibernetico che Trautteur ha contribuito a diffondere. In fondo, anche Calasso ha cercato di “inventare qualcosa che prima non esisteva”, affidando proprio a Trautteur la collana scientifica della sua casa editrice.
Oggi, mentre lo ricordiamo, possiamo dire che Giuseppe Trautteur è stato una mente cibernetica con il cuore poetico della scienza. E che il suo lascito vive in ogni lettore che, aprendo un libro della sua collana , ha sentito vibrare il pensiero come forma di bellezza.
Nota biografica
Giuseppe Trautteur (1939–2025) è stato un fisico teorico, informatico e pensatore interdisciplinare, la cui carriera ha spaziato dalla ricerca scientifica alla riflessione filosofica. Professore presso l’Università Federico II di Napoli, ha collaborato con il fisico Eduardo Caianiello e ha contribuito allo sviluppo della modellistica computazionale dei sistemi biologici. Come consulente editoriale di lunga data per Adelphi, ha ideato e curato la celebre collana della Biblioteca Scientifica, introducendo al pubblico italiano opere fondamentali di pensiero sistemico, cibernetico e filosofico, tra cui i testi di Fritjof Capra, Gregory Bateson, Douglas Hofstadter e Julian Jaynes. Nel suo libro Il prigioniero libero, Trautteur ha esplorato i fondamenti fisici della coscienza, il libero arbitrio e il rapporto tra mente e macchina, con uno stile che unisce rigore scientifico e tensione poetica.
Cover: Divina Commedia, III cantica, scienza e poesia. di Giovanni di Paolo, 1440 c.a
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