30 Gennaio 2023

Silvia Guerini: dal corpo neutro al cyborg postumano

Roberta Trucco

Tempo di lettura: 5 minuti

Io e Silvia Guerini ci siamo incontrate sul tema della maternità surrogata.
Lei da tempo si occupava di tecnoscienze e di come queste teconolgie, al servizio della scienza, alterino profondamente la realtà e il senso stesso di umanità attraverso una trasformazione del linguaggio che cambia le parole e i loro significati fino a rendere accettabile ciò che non lo era. Io mi ritrovavo a riflettere sulla maternità surrogata perchè l’impatto di questo tema ha avuto su di me un effetto profondo, viscerale direi. Sentivo che era una pratica aberrante ma dovevo elaborare argomenti che spiegassero la mia reazione. Ho scritto un romanzo, appunto, per giungere a comprendere a fondo il mio no di pancia a questa pratica.

E dal nostro incontro è nata un’amicizia profonda.
Ci siamo scambiate idee e pensieri a partire da due storie apparentemente distanti ma che in realtà avevano in comune un profondo sentire : la difesa della sacralità della vita e del suo mistero e il valore del senso stesso di umanità.
Perché dico lontane: perchè veniamo da mondi e storie molto diverse. Lei  bergamsca, anarchica, femminista radicale, atea, studiosa appunto di tecnoscienze e del transumanesimo, da sempre attivista politica. Io invece, genovese,  borghese, cattolica  che però a 40 anni ha sentito l’esigenza di dirsi femminista e di iniziare una forma di attivismo politico su temi che riguardavano la donne per poi capire che altro non era che la difesa strenua di uno sguardo sul mondo in opposizione  allo sfruttamento estrattivo capitalista della natura e degli esseri umani, un sistema che affonda le sue radici nel patriarcato.

Silvia mi ha introdotto nel mondo delle tecnoscienze, mi ha fatto riflettere sulle trasformazioni e sull’impatto che queste avevano sulla realtà che ci circondava.
Un impatto  potente che avveniva nel silenzio generale dell’opinione pubblica, senza alcun dibattito pubblico e intellettuale,  e che trasformava anche profondamente i valori etici che da sempre sono stati a fondamento della nostra società. E’ la prima che mi ha introdotto nel mondo del transumanesimo, ideologia di cui non avevo mai o, quasi mai, sentito parlare ma che affonda le radici nel secolo scorso e con molta pazienza mi ha aiutato a unire temi apparentemente molto distanti fra  loro aiutandomi a vedere come e quale era il disegno che stava dietro a chi vuole realizzare una società post umana, transumanista appunto.

È come se Silvia , con tutti i suoi numerosi studi, avesse reso possibile dare un nome alla verità che usciva dalla mia pancia.
Tutte quelle motivazioni che mi avevano spinto a scrivere un romanzo, una storia che parlasse di umanità ma anche di natura, di quella arcaica che in qualche modo ci parla ancora e fa  parte delle saggezze ancestrali, trovavano una spiegazione razionale nella scoperta di tutti quei passaggi che lei così sapientemente e instancabilmente evidenziava nei suoi studi. Studi difficili faticosi che trovavano resistenza in ogni dove perchè la tesi andava in senso ostinato e contrario a quanto era percepito come vero progresso! Non a caso la mia protagonista che vive a Los Angeles, il mondo così detto” primo”, scoprirà il senso stesso di maternità sotto la cupola argentea della foresta amazzonica, a contatto con le popolazioni indigene ye quana, e non nelle super cliniche della fertilità.
Il mio rifiuto istintivo a certe pratiche avevano una spiegazione logica, bisognava solo avere il coraggio di cambiare prospettiva e di riguardare a quanto ci veniva detto e a quanto avevamo studiato da un’altra prospettiva, avendo il coraggio di accettare che molte credenze, sulle quali avevamo poggiato il nostro sapere si sgretolassero al suolo.

Da allora si è aperto un mondo di passaggi che non avevo compreso e che mi hanno obbligata a riguardare alla storia del progresso occidentale , da un punto di vista  critico,  e provare a disvelare quei meccanismi di linguaggio che avevano reso eticamente accettabile ciò che non lo era mai stato senza che nessuno (ovviamente non Silvia e molti suoi compagni che gridano nel deserto da decenni),  opponesse resistenza.

E arriviamo a oggi, all’accelerazione di certi processi, che sono avvenuti proprio durante la pandemia e che in molti di noi hanno invece creato una reazione potente. Se prima non ci accorgevamo delle trasformazioni profonde che stavano avvenendo, che stavano modificando persino il concetto di bene e di male, di senso del limite etc, durante la pandemia, per molti c’è stato un risveglio di pensiero critico.

Davvero il limite è stato superato in molte occasioni e il senso che certa scienza si occupi dell’umano come di una macchina e solamente di una macchina, che non si interessa più alle sue differenze, persino ontologiche, penso al postumano neutro , no femmina no maschio semplicemente quello che uno vuole sentirsi, e fa dei corpi e delle cure solo mercato svincolando il senso della materia dallo spirito in modo definitivo, è parso evidente a una minoranza che però con il passare del tempo si fa sempre più ampia.

Il successo della proiezione di Invisibili, il documentario che parla dei danni collaterali dal vaccino anti covid e che sta facendo il giro delle città italiane, ne è un segno tangibile. La cura ,quella umana ,quella basata sulla relazione tra medico e paziente, sembra un ricordo lontano e questo ha innescato un pensiero critico non solo in chi ha subito danni collaterali da vaccino ma in molti di noi che non li abbiamo subiti ma che abbiamo iniziato a riflettere sulla direzione che ha preso certa medicina, certe scelte politiche, certa economia, certa scienza e  la stessa filosofia.

Ecco perché oggi è così importante leggere il libro di  Silvia Guerini DAL CORPO NEUTRO AL CYBORG POST UMANO perchè diventa possibile provare a tracciare quel filo rosso che unisce molte delle scelte che sono state fatte nei vari campi , politico, economico, medico scientifico etc e disvelare il disegno che si cela dietro a queste scelte.
Provare a chiederci in che direzione siamo diretti e se è questo quello che vogliamo.
Siamo a un bivio epocale, è bene approfondire e ascoltare anche nuove voci, nuove visioni per fare in modo che non scelgano per noi!

Intervista di Roberta Trucco a Silvia Guerini

 


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L’autore

Roberta Trucco

Classe 1966, genovese doc (nel senso di cittadina innamorata della sua città), femminista atipica, felicemente sposata e madre di quattro figli. Laureata in lettere e filosofia con una tesi in teatro e spettacolo. Da sempre ritengo che il lavoro di cura non si limiti all’ambito domestico, ma debba investire il discorso politico sulla città. Per questo sono impegnata in un percorso di ricerca personale e d’impegno civico, in particolare sui contributi delle donne e sui diritti di cittadinanza dei bambini. Amo l’arte, il cinema, il teatro e ogni tipo di lettura. Da alcuni anni dipingo con passione, totalmente autodidatta. Credente, definita dentro la comunità una simpatica eretica, e convinta “che niente succede per caso.” Nel 2015 Ho scritto la prefazione del libro “la teologia femminista nella storia “ di Teresa Forcades.. Ho scritto la prefazione del libro “L’uomo creatore” di Angela Volpini” (2016). Ho e curato e scritto la prefazione al libro “Siamo Tutti diversi “ di Teresa Forcades. (2016). Ho scritto la prefazione del libro “Nel Ventre di un’altra” di Laura Corradi, (2017). Nel 2019 è uscito per Marlin Editore il mio primo romanzo “ Il mio nome è Maria Maddalena”. un romanzo che tratta lo spinoso tema della maternità surrogata e dell’ambiente.
Roberta Trucco

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