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da: Stefania Agarossi, Gruppo consiliare Valore e Rispetto. Comune di Sant’Agostino (Fe)
L’invito di Valore e Rispetto ai cittadini e tecnici a prendere visione e verificare i dati di interesse.
Scadono il 29 gennaio e non il 3 febbraio – come erroneamente comunicato inizialmente dall’Amministrazione sul sito del Comune – i termini entro cui il pubblico può consultare i documenti e presentare osservazioni al Primo Stralcio del Piano della Ricostruzione del Comune di Sant’Agostino (Fe).
“Invitiamo ogni cittadino – o suo tecnico di fiducia – a verificare e controllare i dati relativi ai propri immobili di proprietà.
Sia per prendere atto degli aggiornamenti proposti, sia per segnalare eventuali osservazioni, rilievi, imprecisioni, dimenticanze”. “Il consiglio – spiegano Stefania Agarossi e Olindo Sandri – è di rivolgersi agli uffici di segreteria e agli uffici tecnici per ogni chiarimento, dal come orientarsi fra i documenti, alla spiegazione dei dati, al come redarre nella maniera più corretta le osservazioni”. “ll Piano della Ricostruzione fotografa la nuova situazione post terremoto e costituisce a tutti gli effetti una variante al PSC. Per questo è importantissimo controllare le informazioni che interessano in esso contenute”.
“Come consiglieri, assolvendo al nostro ruolo di controllo e vigilanza, presenteremo come osservazioni le imprecisioni riscontrate e già comunicate in Consiglio Comunale. Da un punto di vista politico, ci saremmo aspettati un maggiore grado di controllo soprattutto dall’assessore competente. Questo il motivo per cui non abbiamo votato favorevolmente questo primo stralcio”.
Il materiale è consultabile direttamente in Segreteria Comunale o può essere scaricato dal sito istituzionale del Comune. Le osservazioni devono pervenire all’Uffico Protocollo del Comune in forma scritta, in carta semplice, in triplice copie. O via PEC all’indirizzo comune.santagostino@cert.comune.santagostino.fe.it”.
Il primo stralcio del Piano della Ricostruzione, tratta delle aree agricole e al di fuori del centro storico e del centro storico stesso. La documentazione da esaminare consta di una Relazione Illustrativa, delle Norme di Attuazione, e di diversi elaborati grafici. Viene presentata la catalogazione aggiornata degli immobili rurali di interesse storico architettonico e mappa del danno, la mappatura della microzonizzazione sismica, le carte dell’analisi delle condizioni limite per l’emergenza; la schedatura degli immobili di interesse storico architettonico o di pregio storico-testimoniale esterni al centro storico; le categorie di tutela degli immobili del centro storico; nonché la carta dei fattori di amplificazione e di rischio da liquefazione.
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
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