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Giorno: 25 Novembre 2020

Riqualificazione degli spazi urbani e recupero di edifici esistenti, senza ulteriore consumo di suolo

Edilizia. La Regione alleggerisce la burocrazia recependo il Decreto Semplificazione, l’assessora Lori: “Vogliamo favorire l’utilizzo del super ecobonus al 110% e sostenere la ripresa del settore. Riqualificazione degli spazi urbani e recupero di edifici esistenti, senza ulteriore consumo di suolo”

Progetto di legge della Giunta, ora in Assemblea legislativa per l’iter in commissione e l’arrivo in Aula. Tempi di risposta tassativi per la Pubblica amministrazione: i provvedimenti tardivi diventano inefficaci. A breve: pratiche edilizie on line grazie alla piattaforma telematica regionale, per agevolare il lavoro dei Comuni e ridurre i tempi del procedimento

Bologna –La Regione sceglie la strada della semplificazione, con norme edilizie più snelle per agevolare la riqualificazione delle città e il recupero degli edifici esistenti, senza ulteriore consumo di suolo.
Con un’attenzione particolare agli interventi in campo energetico, igienico-sanitario e di sicurezza antisismica. In particolare, per favorire il più ampio utilizzo del super ecobonus al 110%.

E’ quanto prevede il progetto di legge varato dalla Giunta regionale, ora al via dell’iter in Assemblea legislativa al termine del quale ci sarà l’esame in Aula.

Misure che recepiscono il Decreto Semplificazione, intervenendo sulla disciplina edilizia regionale. Con un obiettivo: promuovere interventi diffusi di recupero del patrimonio edilizio esistente e favorire in mondo deciso la rigenerazione urbana.

“Con questo testo diamo garanzia di tempi certi e iter semplificati per il rilascio dei titoli edilizi-spiega l’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori- mantenendo però la tutela effettiva dei centri storici e degli edifici di valore storico e testimoniale. Vogliamo orientare il settore edilizio verso il recupero e la riqualificazione urbana, invertendo la tradizionale spinta del mercato verso l’espansione delle città, che comporta consumo di suolo e dispersione degli insediamenti. Il nostro impegno è rivolto soprattutto agli interventi diffusi nei centri abitati, attraverso misure urgenti che diano una spinta decisiva al risparmio energetico e alla messa in sicurezza sismica che beneficiano dell’ecobonus del 110%. E sarà ovviamente prezioso il confronto con le forze politiche in Assemblea legislativa”.

Tra le misure previste in attuazione del Decreto Semplificazioni, significativi snellimenti per velocizzare il rilascio dei titoli abilitativi, assicurando il rispetto dei termini procedurali da parte di tutte le amministrazioni. In particolare, i pareri richiesti dovranno essere acquisiti attraverso conferenze di servizi semplificate e i termini dei procedimenti comunali diventano inderogabili, in quanto i provvedimenti tardivi sono dichiarati a tutti gli effetti inefficaci.

Anzi, il Comune dovrà attestare, entro 15 giorni dalla richiesta degli interessati, che si è formato il permesso di costruire per silenzio-assenso o che si è concluso favorevolmente il periodo per il controllo della CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) o della SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) presentate.

Nei prossimi mesi la piattaforma telematica unitaria messa a disposizione dalla Regionee già operativa per lo Sportello unico delle imprese, consentirà di presentare anche le pratiche edilizie in via digitale. La piattaforma procederà automaticamente alla verifica di completezza delle domande, al rilascio della ricevuta, all’invio delle richieste di autorizzazioni e pareri alle altre amministrazioni coinvolte, all’attestazione del silenzio assenso. Tutti adempimenti essenziali per consentire ai privati un sicuro tracciamento delle pratiche edilizie e per permettere ai Comuni di concentrarsi sull’istruttoria di merito dei progetti. Accelerando ulteriormenteil procedimento.

E proprio a causa dei rallentamenti e dei ritardi dovuti all’emergenza sanitaria in corso, è prevista – sempre in recepimento del Decreto Semplificazione – una proroga automatica di tutte le pratiche edilizie in corso al 30 dicembre di quest’anno.

Vengono pertanto allungati i tempi entro i quali iniziare i lavori e per completarli, rispettivamente di un anno e di tre anni. E prorogati di tre anni tutti i piani attuativi in corso di attuazione.

Anche, le norme tecniche di attuazione del Piano per la qualità dell’aria (PAIR), prorogate fino a fine 2021, favoriranno la possibilità di accedere al superbonus 110%, grazie alla non applicabilità di quanto previsto al comma a) dell’articolo 24 per quanto attiene agli impianti di climatizzazione in parti comuni e vani tecnici, ai fini appunto della fruizione del superbonus.

Pera, il settore si prepara al rilancio.

Da: CSO Italy

Pera, il settore si prepara al rilancio. Sabato online il congresso su problematiche e prospettive

Oltre 500 iscritti all’appuntamento online di sabato 28 novembre dal titolo “Un anno da Futurpera, problematiche e prospettive”, organizzato dalla stessa Futurpera, da Ferrara Fiere Congressi, OI Pera e CSO Italy con il supporto del Comune di Ferrara insieme a Opera, Origine Group, Banca di Credito Cooperativo di Ravenna Forlì e Imola, BPER Banca, Agrofarma.
A un anno da Futurpera, il settore delle pere dunque si interroga e prepara il rilancio, dopo due annate che richiedono non solo una riflessione sul futuro ma anche una pronta reazione.
“Quello che serve oggi – commenta il presidente di CSO Italy Paolo Bruni, che introdurrà le relazioni tecniche e coordinerà successivamente una ricca tavola rotonda – è unità di intenti e chiarezza di prospettive. Alla parte politica dobbiamo dire che se oggi serve un vaccino contro il Covid e tutti lo stiamo aspettando, altrettanto, mutatis mutandis, è necessario per il settore della pera che è costretto a battersi contro parassiti e fitopatie come un soldato che vada alla guerra con la fionda. Se si esclude l’utilizzo di molecole indispensabili ad affrontare gravi problemi fitosanitari, si deve offrire ai produttori una valida alternativa, altrimenti la crisi della pericoltura italiana, che si concentra per il 70% in Emilia Romagna, non la si più fermare. Alla parte produttiva dobbiamo tuttavia ricordare che è l’unione che fa la forza e per questo proponiamo un grande progetto di valorizzazione dell’IGP su cui vanno trovate le necessarie convergenze da parte di tutti”.
Due i momenti in programma sabato: il convegno a partire dalle 9:45 e, a seguire, la tavola rotonda. Non mancherà il saluto del presidente di Ferrara Fiere Congressi Andrea Moretti, primo organizzatore, cui seguiranno le relazioni di Elisa Macchi, direttore CSO Italy, sulla situazione produttiva delle pere nel 2020 e sui danni produttivi ed economici derivanti dalla diffusione della maculatura bruna, di Gianni Amidei presidente dell’OI Pera, sulle attività di ricerca a sostegno del settore in questo particolare momento messe in campo da OI Pera, di Alvaro Crociani direttore del Centro Ricerche Produzioni Vegetali e Ugo Palara coordinatore dei tecnici dell’OI Pera sui primi risultati di ricerche scientifiche in corso.
La tavola rotonda prevede il saluto del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, gli interventi dell’on. Paolo De Castro da Bruxelles, e di Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Interverranno anche il direttore generale del ministero delle Politiche Agricole Felice Assenza con il capo Dipartimento Giuseppe Blasi, e nell’ordine Stefano Calderoni, presidente di Futurpera, il frutticoltore Albano Bergami, il presidente di Opera Adriano Aldrovandi, il direttore di Origine Group Alessandro Zampagna, il presidente di Federchimica-Agrofarma Alberto Ancora, il sen. Mino Taricco della Commissione Agricoltura del Senato e l’on. Guglielmo Golinelli della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Un panel eccellente a cui si chiederà di finalizzare gli sforzi al rilancio della pericoltura emiliano-romagnola e nazionale.
Link per iscriversi: https://www.csoservizi.com/event/un-anno-da-futurpera/

Commento Gian Luigi Zaina sui dati sistema moda Camera di Commercio di Ferrara

Da: Confindustria Emilia

GIAN LUIGI ZAINA, VICEPRESIDENTE DI CONFIDUSTRIA EMILIA

“Da imprenditore ferrarese legato al suo territorio, guardo con grande preoccupazione ai dati contenuti all’interno dell’osservatorio economico della Camera di Commercio. I numeri del terzo trimestre, dei primi nove mesi e le previsioni per l’intero anno lasciano pochi dubbi: siamo al cospetto di una crisi ben peggiore, per sconquassi economico-sociali, alla crisi del 2008. I numeri parlano da soli, inutile che mi avviti in ardite interpretazioni statistiche, non è questo il mio mestiere. Quel che è certo è che la crisi c’è e morde. La filiera tessile-moda soffre e stringe i denti a Ferrara come nel resto della regione. A Ferrara il comparto si regge su 1.271 imprese, il 60% delle quali artigiane. Va da sé che, in un momento di grave difficoltà come quello contingente, il fattore dimensionale sia un elemento critico che non aiuta la filiera nel suo complesso. Se rimarremo uniti, però, e penso a mo’ di esempio alla progettualità che in Confindustria Emilia siamo in grado di elaborare all’interno della nostra filiera Moda&Lusso, potremo uscire dalle secche di questa grande crisi di sistema ancora più forti di prima. L’ottimismo della volontà, anche in questa fase, non può e non deve mancare”.

Dalla coop castello due panchine rosse contro la violenza sulle donne

Da: Lega Coop Estense

Le due panchine, simbolo della lotta contro il femminicidio, sono state inaugurate nei parchi di via Medini e via Ippolito Nievo alla presenza dell’assessora Dorota Kusiak e del presidente di Legacoop Estense Andrea Benini

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di abitanti Castello ha deciso di donare alla città due “panchine rosse”, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, che sono state inaugurate il 25 novembre. La prima panchina è stata posizionata nei giardini prospicenti la Sede di Coop Castello, in via Medini 24; la seconda nel “Parco dell’Amicizia” di Ferrara, in via Ippolito Nievo 181, area pubblica dove insiste un insediamento abitativo di 120 alloggi della cooperativa. A questa seconda inaugurazione – che si è svolta nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid – sono intervenuti, insieme al presidente di Castello Loredano Ferrari, l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara Dorota Kusiak e il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini.

L’iniziativa nasce da una proposta formulata da alcune sue socie di Castello, parte attiva anche dell’Associazione INTORNO A TE – nata per supportare i soci della cooperativa e gli abitanti del quartiere nelle necessità quotidiane, dalla spesa alle visite mediche – e da SPI-CGIL, che con Castello collabora su diversi progetti di Comunità.

“Coop Castello – ha introdotto il presidente Loredano Ferrari – sostiene con orgoglio questa iniziativa meritevole, che simboleggia il nostro impegno contro la violenza sulle donne. Vogliamo far sentire la nostra vicinanza a tutte le donne offese e ferite da soprusi, che ancora troppo spesso subiscono dentro e fuori le mura domestiche, e riaffermare ancora una volta la cultura del rispetto. Come Comunità di abitanti ribadiamo, anche in questa occasione, la nostra volontà e l’impegno a consolidare le basi per un futuro migliore, fondato sul rispetto e sul riconoscimento dei diritti di tutte”.

“Grazie a Coop Castello per questo regalo alla città, un simbolo permanente che fa riflettere sulla violenza che troppe donne ancora subiscono e che si radica in una cultura diffusa di disparità di genere, contro cui la Castello e la cooperazione tutta è impegnata quotidianamente, non solo il 25 novembre”, ha commentato il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini, che ha evidenziato come “siano tante le iniziative promosse dalle nostre associate per contribuire con azioni concrete e tangibili a contrastare la violenza contro le donne e sensibilizzare i cittadini sui temi della parità di genere, un obiettivo su cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte”.

“Tutta la cittadinanza deve essere unita nel promuovere una cultura del rispetto, per contrastare ogni forma di violenza” ha dichiarato l’assessora Dorota Kusiak. “Non dobbiamo permettere trattamenti di disparità in nessun contesto, che si tratti della famiglia o del posto di lavoro. Mi fa particolarmente piacere vedere questa panchina in un parco frequentato anche dai bambini, che con la loro curiosità chiederanno ai genitori quale sia il suo significato. Noi adulti saremo chiamati a spiegarlo e a promuovere un cambiamento culturale di cui c’è grande bisogno. Grazie a Castello per averci regalato questa opportunità di riflessione”.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 18.500 tamponi effettuati 2.130 nuovi positivi (il rapporto scende all’11,5%), di cui 1.110 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. I guariti sono 893. Il 95,8% dei casi attivi in isolamento a casa, con sintomi lievi

Effettuati anche 1.714 test sierologici. L’età media nei nuovi positivi è di 45 anni. 54 decessi.

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 112.700 casi di positività, 2.130 in più rispetto a ieri, su un totale di 18.498 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti scende ulteriormente: oggi è dell’11,5%, rispetto al 12,7% di ieri.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.110 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 388 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 520 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,7 anni.

Sui 1.110 asintomatici, 464 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 151 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 19 con gli screening sierologici, 19 tramite i test pre-ricovero. Per 457 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Bologna con 327 nuovi casi; seguono Rimini (272), Modena (250), Piacenza (222), Reggio Emilia (219), Parma (201). Poi Ravenna (180), Ferrara (163), Imola (107), Cesena (106) e Forlì, con 83 casi.

Questi, dunque, i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 18.498 tamponi, per un totale di 2.040.254. A questi si aggiungono anche 1.714 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 72.526 (1.183 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 69.514 (+1.137 rispetto a ieri), il 95,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 54 nuovi decessi: 3 in provincia di Piacenza (un uomo di 83 anni e due donne, di 79 e 90 anni), uno nel parmense (un uomo di 96 anni), 13 a Modena (6 donne – 1 di 76 anni, 2 di 85 anni, 1 di 88, 1 di 90 anni e 1 di 94 anni – e 7 uomini, rispettivamente di 62, 64, 72, 82, 83, 84, 88 anni), 25 in quella di Bologna (7 donne – rispettivamente di 75, 92, 93, 94, 96, 97, 100 anni – e 18 uomini, rispettivamente di 61, 63, 71, 73, 77, 80, 83 anni; 3 di 84 anni; 1 di 86, 87, 88, 90, 91, 93, 96, 98 anni), dove si è verificato anche il decesso di una donna di 98 anni residente in Sicilia. Due decessi sono nel ferrarese (un uomo di 70 anni e una donna di 77), 3 nel ravennate (una donna di 79 anni e due uomini di 70 e 84 anni); 6 in provincia di Rimini (rispettivamente 2 donne di 78 e 85 anni, 4 uomini di 78, 80, 87 e 97 anni). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 5.493.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 249 (+6 rispetto a ieri), 2.763 quelli in altri reparti Covid (+40).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:12 a Piacenza (dato invariato rispetto a ieri), 12 a Parma (invariato), 32 a Reggio Emilia (+2), 63 a Modena (-1), 57 a Bologna (invariato), 6 a Imola (+1), 20 a Ferrara (+2),14 a Ravenna (+2), 4 a Forlì (-2), 1 a Cesena (invariato) e 28 a Rimini (+2).

Le persone complessivamente guarite salgono a 34.681 (+893 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 11.832 a Piacenza (+222 rispetto a ieri, di cui 51 sintomatici), 9.671 a Parma (+201, di cui 149 sintomatici), 16.296 a Reggio Emilia (+219, di cui 149 sintomatici), 20.428 a Modena (+250, di cui 158 sintomatici), 21.991 a Bologna (+327, di cui 113 sintomatici), 2.971 casi a Imola (+107, di cui 39 sintomatici), 5.527 a Ferrara (+163, di cui 28 sintomatici), 7.105 a Ravenna (+180, di cui 61 sintomatici), 4.199 a Forlì (+83, di cui 66 sintomatici), 3.541 a Cesena (+106, di cui 82 sintomatici) e 9.139 a Rimini (+272, di cui 124 sintomatici).

In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati è stato eliminato un caso (su Bologna) in quanto giudicato non Covid-19.

In Emilia-Romagna le prime dosi di vaccino anti-Covid a 170mila operatori sanitari e ospiti delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali.

Coronavirus. In Emilia-Romagna le prime dosi di vaccino anti-Covid a 170mila operatori sanitari e ospiti delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali. L’assessore Donini: “Ci siamo mossi in tempi rapidi per essere pronti appena saranno distribuite”

La fornitura che il ministero della Salute ha previsto per il territorio, sulla base della stima indicata dalla Regione, sarà utilizzata per le categorie più esposte e più fragili, come prevedono le indicazioni ministeriali. Prime dosi in arrivo nei prossimi mesi

Bologna – Saranno circa 170mila, in Emilia-Romagna, gli operatori sanitari e gli ospiti delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali ad essere vaccinati contro il Covid-19.

La fornitura che il ministero della Salute ha previsto per il territorio regionale – sulla base della stima di quantitativo necessario indicata da viale Aldo Moro – sarà dunque utilizzata per le categorie più esposte e più fragili, come ha stabilito lo stesso ministero: in particolare 90mila operatori sanitari e 80mila ospiti delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (come, ad esempio, Centri residenziali/semiresidenziali e Centri diurni per anziani e disabili, Case famiglia), tra le realtà più duramente colpite dall’epidemia.

Già definiti e trasmessi al ministero, come annunciato, i centri di stoccaggio del vaccino su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini – individuati venerdì scorso d’intesa tra assessorato alle Politiche per la salute e Aziende sanitarie e ospedaliere – e anche le strutture sanitarie che somministreranno le prime dosi, il cui arrivo è previsto nei prossimi mesi.

“Ci siamo mossi in tempi rapidi- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- per dare risposta al ministero sia sul fabbisogno di dosi stimato in Emilia-Romagna per la prima fascia di popolazione da vaccinare, sia sull’individuazione dei luoghi idonei alla conservazione e allo stoccaggio del vaccino. Quando a livello nazionale inizierà la distribuzione, saremo pronti a procedere con le vaccinazioni. Per quanto riguarda- aggiunge Donini- ulteriori dosi e coperture per una fascia più ampia di cittadini, sarà naturalmente il ministero a decidere e la nostra Regione si farà trovare pronta”.

Poste Italiane: in provincia di Ferrara continua a crescere l’e-commerce

Da: Poste Italiane

Nei primi nove mesi del 2020 si registra un incremento del 148% delle consegne e-commerce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pronti nuovi servizi

Ferrara, 25 novembre 2020 – Cresce ancora il numero dei pacchi e-commerce consegnati da Poste Italiane in provincia di Ferrara. Nei primi nove mesi del 2020, infatti, si è registrato un incremento del 148% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’Azienda, grazie alla propria capillarità e all’efficienza della rete distributiva, che sul territorio può contare su 6 Centri di Recapito (Ferrara Centro, Ferrara Sud, Argenta, Cento, San Giuseppe di Comacchio e Copparo) e 98 Uffici Postali, è riuscita a far fronte alle nuove esigenze del mercato, ai nuovi bisogni dei consumatori e soprattutto al considerevole incremento di richieste dei cittadini in questo periodo di emergenza.

“Per Poste Italiane – come ricordato dall’AD di Poste Italiane Matteo Del Fante in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre – il segmento B2C mostra un trend solido dopo aver registrato un terzo trimestre molto forte, con volumi di vendite significativi. A ottobre, che è andato ancora meglio di settembre, e a novembre abbiamo assistito a una costante crescita. Inoltre, stiamo entrando in un periodo importante per questo tipo di mercato”.
A livello nazionale, nei primi nove mesi dell’anno, grazie al modello di recapito Joint Delivery, è stato consegnato il numero record di 53 milioni di pacchi, circa il 42% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, determinando un risultato operativo (EBIT) in crescita del 34,7%.

E grazie alla spinta del Black Friday e degli acquisti natalizi ormai alle porte, le prossime settimane rappresenteranno un periodo di alti volumi di consegna per la rete logistica di Poste Italiane, che si conferma fra i partner di distribuzione più scelti dal mercato, grazie ai suoi servizi, ai 27 mila portalettere, 33.500 mezzi e oltre 1.800 centri di distribuzione. In provincia di Ferrara sono presenti 35 Punto Poste che offrono i servizi di ritiro e spedizione pacchi e presso i quali è possibile ritirare i propri acquisti in modo semplice e veloce. La rete Punto Poste di Ferrara comprende: 34 tabaccherie e un Locker (nel capoluogo), punto self-service con orari di apertura estesi attraverso il quale si può anche effettuare il reso dei propri acquisti online che devono essere spediti con Poste Italiane.
Inoltre, anche per i cittadini della provincia di Ferrara la consegna e-commerce di Poste Italiane si arricchisce di nuovi servizi. Inviando un messaggio WhatsApp al numero 3715003715, si entra in contatto con l’Assistente Digitale Poste, che restituisce un apposito link alle informazioni richieste per verificare lo stato della spedizione. Per eseguire la tracciatura è necessario indicare il codice di invio presente sotto il simbolo a barre del prodotto inviato o, in caso di acquisto online, il numero fornito dal venditore.

La rete logistica di Poste Italiane è destinata ad ampliarsi: nei giorni scorsi Poste Italiane ha sottoscritto un accordo preliminare per l’acquisizione di Nexive Group. Un risultato che porterà Poste Italiane a poter contare su sinergie importanti, come sottolineato dall’AD Matteo Del Fante: “L’accordo per la possibile acquisizione di Nexive è utile al Paese, crea valore e nello stesso tempo migliora la qualità del servizio di recapito”.

Poste Italiane – Media Relations

Dieci milioni di euro per acquistare o ristrutturare casa in Appennino.

INVITO/Montagna. Dieci milioni di euro per acquistare o ristrutturare casa in Appennino. Venerdì 27 novembre alle ore 11,30 videoconferenza stampa del presidente Stefano Bonaccini e dell’assessora Barbara Lori per illustrare i risultati del bando regionale

L’appuntamento è nella sala riunioni virtuale “Agenzia stampa”. E’ richiesto l’invio di una mail di conferma entro le ore 10,30 di venerdì 27

Bologna – Acquistare o ristrutturare una casa in montagna. Si è chiuso il bando della Regione che mette a disposizione 10 milioni di euro per chi desidera andare a vivere in una delle località dell’Appennino emiliano-romagnolo. Un intervento innovativo, al centro delle politiche regionali, per contrastare lo spopolamento e promuovere la crescita e lo sviluppo di questi territori.
I risultati del bando saranno illustrati dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall’assessora alla Montagna e programmazione territoriale, Barbara Lori nel corso di una videoconferenza stampa in programma venerdì 27 novembre alle ore 11,30.

Per ragioni tecniche, i giornalisti che intendono partecipare sono pregati di inviare, entro le ore 10,30 del 27 novembre, una mail di conferma all’indirizzo stampaseg@regione.emilia-romagna.it.

Gli studenti si schierano contro la violenza di genere

Da: Comune di Copparo

La significativa cerimonia accanto la panchina rossa, testimonianza di una comunità colpita

Le mani dei giovani studenti copparesi hanno realizzato e stretto forte
le sagome di scarpe rosse per poi issarle ai rami dell’albero che
ombreggia la panchina rossa nei giardini della piazza di Copparo: quella
stessa dove nell’agosto del 2019 si fermò la fiaccolata per Cinzia Fusi,
vittima qualhe giorno prima di femminicidio. Prima di appenderle, in
occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza contro le donne, hanno letto i pensieri scritti sulle
silhouette colorate, scandendo il monito e la condanna contro ogni
violenza di genere: «La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci», «Il
mio essere donna non deve dare la giustificazione per atti di violenza
su di me».
La cerimonia si è tenuta nella mattinata di mercoledì 25 novembre. Vi
hanno partecipato una rappresentanza di dieci ragazzi delle classi terza
F e terza B, accompagnati dal dirigente scolastico Domenico Marcello
Urbinati e dagli insegnanti Carla Cenacchi e Marco Bertolini.
L’iniziativa è stata trasmessa però in streaming per i compagni che
l’emergenza sanitaria ha tenuto in aula, i quali hanno lavorato a questo
progetto e alla realizzazione di decorazioni tematiche sulle mascherine.
Presenti il sindaco Fabrizio Pagnoni, il vicesindaco Franca Orsini, il
comandante della stazione Carabinieri, luogotenente Alfonso Trezza, e
Franco Caringi in rappresentanza della Polizia Locale.
«La nostra comunità è impegnata nel dare una risposta a questa
problematica attraverso atti concreti, quale la recente apertura dello
Sportello Antiviolenza negli spazi della Casa della Salute, nell’ambito
di una azione complessiva sostenuta anche dalle forze dell’ordine e dal
loro prezioso operato – ha affermato il primo cittadino -. Il messaggio
forte che vogliamo trasmettere è che la cultura del rispetto si crea sin
dalla più giovane età ed è dunque fondamentale avere voi, il mondo della
scuola, al nostro fianco per fare nostro un modo di pensare che ci
permetta di scongiurare la violenza di genere, come quella che ha
toccato pesantemente anche il nostro territorio. In tal senso, speriamo
di poter riprendere presto le attività di informazione e
sensibilizzazione programmate, che l’emergenza sanitaria ha interrotto».
«La vostra presenza – ha aggiunto Franca Orsini – è stata voluta
fortemente dalla Commissione Pari Opportunità, che è rappresentata qui
oggi, perché voi siete la nostra speranza per il futuro, per eliminare
ogni disparità e violenza di genere, che, ricordate, non è solo fisica,
ma anche psicologica e legata a diverse dinamiche, come quella del
lavoro». Il vicesindaco ha consegnato ai ragazzi le cartoline
informative del numero (335 6845738 è il telefono «sempre in ascolto») e
dello sportello ‘Noniscordardime’, affinché il tam tam possa raggiungere
e aiutare le donne in difficoltà.

Comunicato Regione: Formazione / Cultura.

Formazione / Cultura. La Regione Emilia-Romagna finanzia con oltre 3,2 milioni di euro corsi per il cinema, l’audiovisivo e gli spettacoli dal vivo per innalzare le competenze dei professionisti del settore e creare alta specializzazione. Colla e Felicori: “Necessario favorire l’uscita dall’attuale momento di crisi e riprogettare un futuro occupazionale più forte e sicuro”

Tra i percorsi di formazione, quelli per il conseguimento di una qualifica nell’area “Produzione artistica dello spettacolo” e l’acquisizione di capacità e conoscenze per lavorare nel cinema. La scadenza dei due bandi è il 12 gennaio per gli spettacoli dal vivo e il 14 per l’audiovisivo

Bologna – La Regione Emilia-Romagna continua a sostenere l’industria cinematografica e gli spettacoli dal vivo per il valore sociale, culturale e formativo e come leva determinante per lo sviluppo economico, in settori messi fortemente in crisi dalla pandemia. La Giunta vara due bandi per la formazione nello spettacolo dal vivo e in materia di cinema e audiovisivo, destinati a chi intenda intraprendere o rafforzare percorsi lavorativi in questi settori.

Sostenuti con più di 3,2 milioni di euro del Fondo sociale europeo, i bandi sono rivolti agli enti di formazione accreditati, che potranno progettare azioni in questi ambiti, anche valorizzando collaborazioni con imprese e istituzioni del territorio.

Il sistema regionale dello spettacolo dal vivo e quello del cinema sviluppano in Emilia-Romagna esperienze di eccellenza in tutti i settori. La presenza di numerosi enti, istituzioni e manifestazioni di rilievo internazionale, di corsi universitari e formativi, oltre a determinare l’alto livello qualitativo di artisti, tecnici e personale organizzativo di imprese e istituzioni, contribuisce a creare un terreno fertile per l’innovazione e la sperimentazione sia dal punto di vista artistico, sia organizzativo e finanziario. Un sistema che, nonostante la pandemia in corso, è tra i più articolati e dinamici nel panorama nazionale.

“Vogliamo continuare a investire nella formazione delle figure professionali impiegate nel settore dello spettacolo dal vivo e dell’audiovisivo.- commentano gli assessori al Lavoro e Formazione, Vincenzo Colla, e alla Cultura Mauro Felicori-, perché pensiamo che attraverso l’aggiornamento dei saperi sia possibile favorire l’uscita dall’attuale momento di crisi e riprogettare un futuro occupazionale più forte e sicuro. Il settore culturale rappresenta da sempre un fiore all’occhiello di questa regione, capace di distinguersi per il livello delle produzioni, per le innovazioni e le sperimentazioni sia sul piano tecnico che creativo. Qualificare e innalzare le competenze degli addetti ai lavori, valorizzandone attitudini, aspettative e propensioni, è una condizione indispensabile per garantire la crescita qualitativa di tutta la filiera e per favorire l’inserimento di nuove professionalità che possano rispondere ai fabbisogni con competenze anche di alto profilo. Le operazioni candidate dovranno contribuire a far emergere un vero e proprio sistema di competenze tecniche e professionali per lo sviluppo del settore, che possano anche attrarre sul territorio regionale produzioni di qualità”

Il bando per gli spettacoli dal vivo

Sono disponibili 2 milioni di euro di risorse del Fondo sociale europeo per tre tipi di interventi formativi finanziabili: percorsi di formazione (240-600 ore) per il conseguimento di una qualifica professionale dell’area “Produzione artistica dello spettacolo”, percorsi di formazione permanente (50-150 ore) per persone già in possesso di conoscenze in quell’area professionale e che abbiano necessità di nuove competenze tecniche e/o trasversali e percorsi di alta formazione (300-1000 ore) per acquisire alte competenze specialistiche. La scadenza per presentare la domanda è il 12 gennaio 2021.

Il bando per cinema e audiovisivo

L’Invito è finanziato con 1 milione e 200 mila euro di risorse, sempre del Fondo sociale europeo. Potranno essere candidati progetti riguardanti percorsi di formazione (240-600 ore) per il conseguimento di una qualifica professionale dell’area “Produzione artistica dello spettacolo”, percorsi di formazione permanente (35-70 ore) finalizzati a sviluppare competenze e conoscenze tecniche e professionali unitamente a competenze artistiche e, infine, percorsi di alta formazione (240-800 ore) per l’acquisizione di capacità e conoscenze connesse ai processi tipici di lavoro del settore del cinema e dell’audiovisivo. I progetti proposti dovranno essere progettati e realizzati in stretta collaborazione con imprese e istituzioni del settore. Una attenzione particolare dovrà essere posta nel coinvolgimento attivo degli operatori economici, anche per favorire il successivo inserimento lavorativo e professionale, a conclusione dei corsi. La scadenza per presentare la domanda è il 14 gennaio 2021.

Un’Europa più sociale.

Da: Pamela Tavalazzi

Quarto appuntamento per il progetto “Ponti per l’Europa”. Apre l’incontro la Sindaca di Codigoro, Alice Sabina Zanardi.

Si terrà domani pomeriggio, giovedì 26 novembre, alle ore 17,00, il quarto appuntamento con i laboratori del Progetto “Ponti per l’Europa”, sul tema “un’Europa più sociale”.
Come attuare il pilastro europeo dei diritti sociali nell’Area Interna del Basso Ferrarese? Promuovere occupazione di qualità, istruzione, competenze professionali, inclusione sociale e un equo accesso alla sanità.
Virtualmente saremo a Codigoro, ma in realtà sulla piattaforma zoom, l’incontro sarà aperto dalla Sindaca Alice Sabina Zanardi, che porterà i saluti dell’Amministrazione, per poi lasciare la parola ad Andrea Morniroli, di Forum Disuguaglianze Diversità che porterà un contributo sul tema della lotta alla povertà educativa. Seguiranno poi l’Intervento di Giovanni Lolli di CFP Cesta che racconterà l’esperienza del PECO: patto educativo di comunità del basso ferrarese, e Stefano Muroni sul Progetto Scuola di Cinema.
A seguire una libera chiacchierata tra i presenti, così come è stato nei precedenti laboratori, che hanno visto la partecipazione di molti cittadini e portatori di interesse dell’area interna del basso ferrarese.
Il senso degli incontri – sempre più partecipati – è proprio quello di ascoltare le persone, far emergere i bisogni di chi vive e lavora nei comuni del basso ferrarese, raccogliere idee e problematiche che poi saranno alla base delle progettualità da candidare nella prossima programmazione dei Fondi Europei 2021-2027 dedicati proprio alle Aree Interne.
In particolare, il laboratorio di domani, giovedì 26 novembre, sarà l’occasione per un confronto legato alle fragilità del territorio che riguardano l’occupazione, in particolare femminile e giovanile; il ripensamento dei servizi socio-sanitari territoriali, anche alla luce della lezione della pandemia COVID-19; le opportunità legate alle peculiarità ambientali e paesaggistiche del Delta come asset di sviluppo, legato ai progetti culturali; la lotta alla dispersione scolastica e l’inclusione sociale come pilastri dei progetti di sviluppo locale.
Iscrizione sulla pagina facebook dedicata, Ponti per l’Europa.

Notte Europea dei Ricercatori.

Notte Europea dei Ricercatori. Docenti e carcerati della Regione dialogano insieme sulla ricerca

Giovedì 26 novembre dalle 10 alle 14 il Caffè letterario tra ricercatori delle Università di Ferrara, Bologna e Parma e detenuti delle carceri delle tre città

Come può la conoscenza migliorare le società e le condizioni di vita delle persone, anche se private della libertà?

Questo il tema al centro del caffè letterario a distanza in cui ricercatrici, ricercatori e docenti dell’Università di Ferrara, Bologna e Parma dialogheranno con i detenuti ristretti negli Istituti penitenziari delle tre città e iscritti nei rispettivi Atenei.

L’iniziativa online “A che bell’o cafè. Dialoghi su ricerca e futuro dal carcere”, in programma giovedì 26 novembre dalle ore 10 alle ore 14, rientra tra gli eventi collegati alla Notte Europea dei Ricercatori, che quest’anno per la prima volta entra in carcere.

La Notte dei Ricercatori tra i detenuti, è promossa dalla CNUPP, Conferenza Nazionale dei Poli Universitari Penitenziari, e si svolgerà in contemporanea in diverse Università e Carceri italiane per divulgare una diversa cultura sul carcere e sulla pena con al centro il diritto allo studio come fondamento per il cambiamento.

Il caffè letterario si terrà prima con le carceri di Ferrara e Bologna, dove si discuterà di diritto alla speranza e di cosa significa fare ricerca nel campo delle scienze umane, poi con l’istituto di Parma dove il dialogo si incentrerà sul concetto di cambiamento dal punto di vista sociologico, giuridico e pedagogico.

Per l’Università di Ferrara partecipano Stefania Carnevale, Professoressa di Diritto Processuale Penale e coordinatrice dell’evento regionale, Andrea Pugiotto, Professore di Diritto Costituzionale e Giuseppe Scandurra, Professore di Antropologia Culturale e Urbana.

“La ricerca universitaria si occupa di carcere sotto molteplici profili, come quello giuridico, storico, socio-criminologico, filosofico, architettonico – afferma la Prof.ssa Carnevale – D’altro canto sempre più detenuti, iscritti a corsi universitari, sperimentano entro le mura dei penitenziari percorsi di studio e ricerca in numerosissime discipline, traendo da questa esperienza nuovi orizzonti culturali e prospettive di vita. Il 26 novembre ragioneremo insieme sul ruolo giocato da ricerca e conoscenza nel rendere la privazione della libertà rispettosa dei diritti fondamentali e proiettata verso il positivo reinserimento sociale, come imposto dalla Costituzione. Il format simile adottato da diverse Università e l’unità di data intendono ricondurre le tante iniziative della giornata a un’ideale unità, così da dare vita al primo grande evento nazionale grazie a cui anche le persone private della libertà potranno partecipare attivamente alla Notte dei ricercatori”.

Pomeriggi del cuore, edizione digitale

Da: Ilenia Franchi

Pomeriggi del cuore, edizione digitale: il nuovo appuntamento per l’Alta Formazione in ambito cardiologico con gli specialisti di Maria Cecilia Hospital

Gli incontri hanno l’obiettivo di discutere lo stato dell’arte della medicina e della chirurgia

Cotignola (RA), novembre 2020 – Per una sanità aggiornata in merito alle novità e all’innovazione è importante creare momenti di formazione e confronto tra gli esperti. Tornano dunque i Pomeriggi del Cuore in una nuova veste totalmente digitale: con un collegamento online da Maria Cecilia Hospital, Ospedale di Alta Specialità, il nuovo appuntamento di Alta Formazione in ambito Cardiologico, organizzato organizzato dai Prof. Roberto Ferrari, Prof. Claudio Rapezzi e Prof. Antonio Colombo, è in programma per giovedì 26 novembre.

I relatori dell’evento sono i docenti di Cardiologia dell’Università di Ferrara e i direttori dei reparti di Cardiologia degli Ospedali della Romagna. “Continuano gli aggiornamenti culturali a Maria Cecilia Hospital con nuove modalità al passo con i tempi in cui viviamo – commentano i responsabili scientifici del progetto –. Emerge sempre più la necessità di un dialogo e l’importanza di sinergie fra tutti i professionisti del mondo cuore per una discussione costruttiva che porti ai massimi benefici per i pazienti che ci troviamo a curare tutti i giorni”.

L’appuntamento digitale di giovedì prossimo si svolgerà in 90 minuti, compreso di domande e risposte, e sarà incentrato sulla MitraClip: si tratta di un sistema innovativo per la riparazione percutanea della valvola mitrale del cuore, una procedura che sta cambiando il quadro clinico dei pazienti affetti da scompenso cardiaco.

Maria Cecilia Hospital è difatti centro di riferimento a livello nazionale per il trattamento mininvasivo delle valvole cardiache.

Anche questo appuntamento dei Pomeriggi del cuore vuole essere un incontro di Alta Formazione rivolto a cardiologi del territorio, cardiologi specializzandi, medici di famiglia e si pone l’obiettivo di un aggiornamento e un approfondimento a 360° sulla tematica in discussione.

I seminari e gli incontri dei Pomeriggi del cuore continuano a registrare una grande partecipazione. Con una media di 100 partecipanti a sessione consentono di discutere l’utilizzo delle nuove tecnologie per riscrivere i capitoli fondamentali della cardiologia, rivisitando i pilastri della diagnostica cardiologica e ponendo le basi per la medicina e la chirurgia del futuro.

Dopo l’incontro dedicato alla MitraClip, l’ultimo appuntamento in programma sarà dedicato agli interventi transcatetere sulla valvola tricuspide (data 14 gennaio, TBC).

Chi ricorda il Lanificio Hirsch?

Da: Licia Vignotto

Chi ricorda il Lanificio Hirsch? L’associazione Ilturco cerca racconti, fotografie, testimonianze

Chi ricorda il Lanificio Hirsch? L’associazione Ilturco invita i ferraresi che hanno notizie di questa straordinaria avventura imprenditoriale a farsi avanti.

Aperto a Ferrara nel 1885, fu uno dei primi e più importanti maglifici italiani: esportava in tutto il mondo, dall’Egitto all’America Latina, e la qualità dei suoi scialli “alla berlinese” è rimasta nella leggenda. Fu avviato in via Fondobanchetto da Carlo Hirsch, la cui famiglia – ebrea, di origine tedesca – già si dedicava alla lavorazione artigianale della lana. Si trasferì poi in via Aldighieri, dove nascosto tra i palazzi sorgeva un grande complesso di capannoni, magazzini e uffici. Oltre ad impiegare centinaia di persone, si distinse a livello nazionale per l’introduzione negli anni Venti di innovative politiche sociali, volte a migliorare la qualità della vita dei dipendenti. L’azienda – successivamente condotta dal figlio, Renato Hirsch – realizzò a proprie spese un asilo per i figli delle operaie, a cui era permesso assentarsi per allattare i bambini. Assicurò i propri dipendenti per tutelarli dagli infortuni, prima che l’assicurazione diventasse obbligatoria. Aiutò le famiglie che avevano padri, mariti o figli impegnati nella guerra in Etiopia con un contributo a fondo perduto. L’attività si interruppe nel 1939, anno in cui vennero promulgate le Leggi Razziali, con l’esproprio dello stabilimento operato dai fascisti.

Obiettivo della ricerca è recuperare una vicenda dimenticata, non investigata sebbene di grande importanza, per lo sviluppo economico della provincia estense e per le innovative politiche di welfare aziendale adottate. Racconta Licia Vignotto, responsabile del progetto: «Vorremmo sostenere e veicolare una narrazione del Novecento ferrarese che comprenda e valorizzi il ruolo svolto dal comparto artigianale e industriale, che si affiancò alla tradizionale produzione agricola esprimendosi in esperienze significative. Agganciare il passato al presente, utilizzando la memoria storica per offrire alla comunità nuove chiavi di lettura per leggere e interpretare il potenziale del territorio».

Chiunque abbia modo di contribuire alla ricerca con testimonianze, fotografie, o anche solo semplicemente ricordando i discorsi ascoltati in famiglia, riferiti al lanificio e alla famiglia Hirsch, è invitato a scrivere a info@ilturco.it o a telefonare al numero 3391524410.

«Realizzeremo nelle prossime settimane un video dedicato alla storia del Lanificio e una presentazione online», spiega Riccardo Gemmo, presidente dell’associazione Ilturco. «Ci sarebbe piaciuto abbinare alla ricerca un evento pubblico ma per ora non è possibile. Consideriamo questo approfondimento il primo tassello di un puzzle più grande, che continueremo a costruire nei prossimi mesi».

L’iniziativa – sostenuta grazie al bando promosso dalla Regione Emilia-Romagna per valorizzare e divulgare la storia e la memoria del Novecento – si realizza in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea, il Museo del Risorgimento e della Resistenza, con il supporto del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara.

Giochi, Emilia Romagna: i corsi di formazione Astro ripartono oggi in modalità e-learning

Da: Agipro S.r.l.

ROMA – Riprende l’appuntamento con la formazione, in modalità e-learning con uso di piattaforme digitali webinar, rivolta ai titolari e preposti delle sale da gioco della Regione Emilia-Romagna, resa obbligatoria dall’entrata in vigore della Legge regionale n.5/2013, per il contrasto e la prevenzione del gioco patologico. L’avvocato Isabella Rusciano del Centro Studi AsTro tratterà oggi il modulo giuridico, attraverso il collegamento con la sede Formart di Castel Maggiore (Bologna).

L’associazione continua a mettere a disposizione le competenze dei propri docenti per strutturare un percorso formativo finalizzato ad accrescere la professionalità degli operatori, aumentando la messa in sicurezza degli ambienti di gioco. Una formazione in grado di far acquisire capacità e conoscenze per gestire la delicatezza del prodotto distribuito e fornire suggerimenti utili per adattarsi alle nuove regole anti-contagio, che in tutte le Regioni gli operatori del gioco lecito si sono, da subito, adoperati a mettere in pratica e che potranno accompagnarli nella ripresa delle attività.

Emilia-Romagna: analisi STM sull’industria manifatturiera

Analisi Studio Temporary Manager: l’industria manifatturiera in Emilia-Romagna, negli ultimi dieci anni ha perso il 13,6% di imprese attive, in linea con la media nazionale.Il calo maggiore nella provincia di Ferrara.Correre ai ripari o la pandemia da Covid-19 rischia di accelerare la crisi

Le imprese pagano l’assenza di un’adeguata managerialità, specie nelle PMI a conduzione familiare, che costituiscono il cuore del tessuto imprenditoriale della regione. Imprenditori non ancora pronti al ricambio generazionale, a cui andrà incontro il 50% delle aziende italiane entro il 2025.

Milano, 25 novembre 2020 – L’industria manifatturiera dell’Emilia Romagna nel III trimestre 2020 ha registrato 42.389 imprese attive, in calo del -0,6% rispetto al 2019 e del -13,6% sul 2010 (la media nazionale è del -13%). Un dato che vede la regione al 4° posto in Italia per numero di aziende manifatturiere, posizionandola al 10° per tasso di calo più marcato dal 2010 a oggi. La fotografia[1] realizzata da Studio Temporary Manager, società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, mostra come gli imprenditori nell’ultimo decennio si siano trovati impreparati a dover gestire le proprie aziende. Realtà per lo più familiari, spesso con figure manageriali inadeguate, soprattutto a livello direttivo, aziende quindi poco competitive, con una visione all’internazionalizzazione talvolta non ben pianificata e con una scarsa propensione agli investimenti in innovazione tecnologica. A questi aspetti si aggiunge anche il mancato ricambio generazionale (a cui andrà incontro il 50% delle aziende italiane entro il 2025), dove gli imprenditori, nonostante l’età, sono sempre più restii a pianificare il passaggio del testimone. Una situazione di crisi su cui la pandemia da Covid-19 potrebbe ulteriormente impattare. Ritornando ai dati elaborati da Studio Temporary Manager, tutte le province dell’Emilia-Romagna negli ultimi 10 anni hanno registrato un calo delle imprese manifatturiere attive, con il valore più alto a Ferrara (-18%). Seguono Modena (-15%), Ravenna (-14,8%), Piacenza (-14,4%), Forlì (-14,3%), Reggio Emilia (-13,8%), Rimini (-12,9%), Bologna (-12,7%) e Parma (-8,5%). Modena (8.942 imprese) e Bologna (8.355) si confermano, invece, i territori con il numero più alto di aziende del settore.

“Il Covid-19 ha generato una crisi globale, che può ‘mordere’ più a fondo e pericolosamente per la sopravvivenza dell’azienda, e questo dipende anche da quanto impreparati si è arrivati alla stessa, se l’azienda porta dietro di sé problemi atavici irrisolti o una finanza gestita poco oculatamente – ha dichiarato Gian Andrea Oberegelsbacher, Socio e AD dello Studio Temporary Manager – La crisi può essere una fonte di stimolo per riguardare alla propria realtà con occhi esterni e non coinvolti affettivamente, per risolvere non solo la gestione della crisi attuale, ma i problemi perduranti insiti in ogni impresa e difficili da risolvere da chi ci lavora dentro, con approcci più manageriali. In questi casi è importante avere alla guida manager esperti, in grado non solo di rilanciare l’azienda, ma anche di dare nuovi stimoli all’imprenditore stesso.”

DIARIO IN PUBBLICO
Sui rimedi alle tremende (e istruttive) volgarità televisive

Mentre con estrema cura mi leggo la vagonata di note che illustrano il libro di Gigliola Fragnito, La Sanseverina, ripasso il dialogo che intreccerò lunedì sera al Libraccio con Francesca Boari sul suo romanzo Animula blandula poi, in sosta, comincio la ricerca di cosa vedere in tv.
Ritrovo un bellissimo film Lettere da Berlino che già mi aveva commosso; ma purtroppo a un’ora assai presta era finito. Così ho deciso di vedermi la finale di un furoreggiante programma di esibizioni danzanti, a cui partecipavano nomi noti e un poco imbarazzanti, quali quelli di una Mussolini e di un Peron (quest’ultimo non parente con il famoso statista), o anche di un Della Gherardesca. Basito, non tanto per le performances, quanto per il livello, a cui davano un impulso fondamentale pubblico in sala, commentatori, giudici, conduttrice e votazione via social.
Riproporre i commenti di vincitori e vinti farebbe la gioia di qualsiasi analista della lingua e del comportamento, ma ciò che mi lasciava a bocca aperta erano le decorazioni tatuate di molti partecipanti – alcune in testa -, i costumi, i vestiti, le acconciature e…baci, baci, baci.
Il giorno dopo una signora imponente, signora che tutti, lei per prima, si ostinano a chiamare ‘zia’ (si vede rivolti ai non conoscitori di cosa quel termine significasse qualche decennio fa), invita tra singultanti interiezioni a base di ‘amore’ e ‘tesoro’ a intervistare i giudici della gara danzante e i vincitori, tra cui una celebre parlamentare dal nome ancor più sfolgorante, che esibisce parentele illustri non ultima quella con la più famosa attrice italiana. Le cose precipitano allorché si richiede un giudizio, una presa di posizione, un commento che fosse almeno conseguente allo show. Solo una tra il gruppo dei giudici, dal nome un po’ selvatico, osa raccontare parte della verità che riversa sul pubblico indubbiamente italiota meriti e demeriti delle scelte.

Ma, per tornare al mio ruolo di radical chic, penso con una certa preoccupazione a quale fine sia destinata la politica, se tra gli illustri che compongono il parlamento nei suoi due rami troviamo i più assidui frequentatori di questi spettacoli, con e senza mascherine.

Mi domandano assai preoccupati gli amici per le scelte che ho imboccato nello scrivere questi ‘pezzulli’, se il cervello mi è andato in fumo o se anche io, nel bene e nel male, aspiro a frequentare ‘in minore’ questi personaggi. Un tempo non facevo parte forse delle accademie? Non mi ero cimentato in quasi trecento lavori, non tutti inutili o disprezzabili? Non avevo raggiunto, anche se in campi non del tutto miei, una certa rispettabilità? Rispondo con altrettanta franchezza che a non conoscere le scelte degli italioti poi si cade nelle frane politiche e si vive questo tempo angoscioso e angosciato come un remedium proprio dei tempi inutili.

Che cosa fanno allora tutti ordinati per benino i miei dodicimila ‘bambini-libri’, che invadono la mia casa, la rendono viva e ora esplodono in un sonoro sbadiglio. Da soli. Senza rapporto con gli altri. Da Firenze mi arrivano notizie allucinanti su come ottenere libri in prestito dalle più famose biblioteche a cominciare dalla Nazionale. Nel nostro piccolo non si può frequentare il Centro studi bassaniani di Casa Minerbi perché ambienti, libri e oggetti non sono sanitizzati. Ma come? E’ chiuso da quasi tre mesi! Cosa vuoi ‘sanitizzare’?

Per trovar conforto lento pede mi dirigo al luogo del piacere estremo: la libreria. E’ sabato. La trovo chiusa. Disperato per dover rimandare gli acquisti (la nuova edizione del Dizionario degli dèi di Mircea Eliade, dello stesso quello sui luoghi sacri,  l’ultimo volume di Vaccaneo sulla Torino pavesiana) in quanto molti sanno cosa sia per un frequentatore di librerie dover rimandare l’acquisto! Telefono alla direttrice del Libraccio di Ferrara che con voce funerea mi spiega che il  Bonaccini nostro governatore ha emesso per l’Emilia–Romagna una ingiunzione alle librerie di più di 250 metri di restare chiuse il sabato e la domenica. Se non avessi più radicato dell’amore dei libri la scelta politica mi rifiuterei di votarlo, per questa enorme c….ta. Ecco a cosa ci riduce il coronavirus.

Ma oggi lunedì mi rifaccio. Usciamo e ci facciamo depositare in piazza (come si diceva una volta) dal taxi. Fendiamo le folle del mercato e ci dirigiamo verso un celebre negozio che vende cachemire, poi nella (vuota) libreria e giù giù per la via delle compere, dove i negozi offrono e ri-offrono a compratori latitanti la loro merce pregiata ed infine ennesimo taxi per il ritorno nella deserta e soleggiata via dove, incurante del silenzio e del sole, occhieggiano le finestre della mia casa.

E’ e rimarrà indubitabile: il coronavirus nel bene e nel male ci ha abituato e ulteriormente ci abituerà a una vita diversa da quella che per lunghissimi decenni aveva formato il senso della nostra vita.

Per leggere gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

Sanità. Tumore ovarico “sorvegliato speciale” in Emilia-Romagna.

Sanità. Tumore ovarico “sorvegliato speciale” in Emilia-Romagna. Domani, giovedì 26 novembre, webinar organizzato dalla Regione sul percorso clinico-assistenziale e i Centri per il trattamento. Donini: “Fondamentale mettere al centro le pazienti, dalla diagnosi al follow up. Nostro punto di forza l’alta competenza clinica e gli elevati livelli organizzativi”

Ogni anno, in regione, vengono diagnosticati 350-400 nuovi casi. Una guida sulla patologia, realizzata dal Servizio sanitario regionale con l’associazione Loto Onlus, sarà messa a disposizione negli ospedali del territorio. A confronto domani professionisti, istituzioni e pazienti.
Un tumore femminile “silente”, non particolarmente diffuso visto che ogni anno in Italia vengono individuati 5.200-5.300 nuovi casi, di cui circa 350-400 in Emilia-Romagna, ma che se diagnosticato tardi ha un’alta incidenza di mortalità. È il carcinoma ovarico, una patologia complessa -in genere non dà sintomi specifici nella fase iniziale di sviluppo – su cui la Regione lavora e continua a lavorare, con la rete dei Centri specializzati e percorsi di diagnosi, terapia e assistenza sempre più avanzati.

Il punto su quanto è stato realizzato finora a livello territoriale, sull’importante ruolo svolto dalle associazioni delle pazienti, ma anche sulle prospettive chirurgiche e mediche si farà domani, giovedì 26 novembre, dalle 11 alle 12.30, nel webinar organizzato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute “Il Percorso clinico assistenziale per le donne con tumore ovarico”.

“Qualificare sempre più l’assistenza delle persone affette da patologie tumorali, lungo tutto l’iter diagnostico-terapeutico assistenziale è uno degli obiettivi su cui siamo più impegnati, come Regione- sottolinea Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute-. Per quanto riguarda il tumore ovarico, il percorso regionale su cui continuiamo a lavorare poggia su alti livelli organizzativi ed elevata competenza clinica. Fondamentale- aggiunge l’assessore- è mettere al centro le pazienti in ogni momento dell’iter, con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale che non sia solo efficace e qualificato, ma anche umano”.

Il webinar

L’appuntamento di domani, su piattaforma Teams, è organizzato per mettere a confronto professionisti dei centri di riferimento dell’Emilia-Romagna, istituzioni e pazienti affette da tumore ovarico, sull’iter avviato in Regione per definire la rete dei Centri e realizzare un percorso efficace e appropriato di diagnosi, trattamento e cura del tumore ovarico (come previsto dalla delibera di Giunta 2242 del 22 novembre 2019).

L’evento è moderato da Anna Maria Cremonini (giornalista RAI3) e l’intervento d’apertura sarà dell’assessore Donini. L’iscrizione è gratuita ma obbligatoria e dovrà essere fatta entro oggi, 25 novembre (Iscrizioni on line); agli iscritti verrà inviato il link per il collegamento.

Il webinar sarà aperto anche alle pazienti e verrà trasmesso in diretta sul canale YouTube del Policlinico Sant’Orsola. Successivamente, sarà messo a disposizione per chiunque sia interessato sullo stesso canale. Nell’occasione sarà presentata anche una guida specifica sulla patologia, realizzata dal Servizio sanitario regionale con l’associazione Loto Onlus, che sarà messa a disposizione negli ospedali del territorio.

“Una diagnosi di tumore ovarico si traduce quasi sempre in un intervento chirurgico, che riveste un ruolo fondamentale sia a fini diagnostici che terapeutici, e il residuo tumorale post-chirurgico fa la differenza sulla prognosi successiva- sottolinea Sandra Balboni, presidente Loto Onlus-. I dati parlano chiaro: le pazienti affette da carcinoma ovarico trattate in Centri ad alto volume di interventi presentano le sopravvivenze migliori. Il messaggio che voglio dare deriva da queste evidenze e, anche se può suonare impopolare, è importante e necessario: Donne, mettetevi scomode. Ovvero, dopo il momento spiazzante della diagnosi scegliete con cura il centro a cui affidarvi: il vostro criterio non deve essere quello della vicinanza a casa e alla famiglia, ma quello della massima competenza”.

I dati in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna il carcinoma ovarico presenta un tasso di incidenza di circa 17-18 casi su 100.000 donne, per cui è prevedibile l’insorgenza di 400-450 nuovi casi l’anno. Nel 2019 in regione sono stati effettuati 350 interventi chirurgici per tumore ovarico, di cui oltre il 30% al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi.

L’assistenza, dalla diagnosi al follow-up

Per garantire la migliore presa in carico della paziente, in grado di superare la frammentazione delle attività cliniche, la Regione ha messo a punto l’intero percorso diagnostico-terapeutico assistenziale, così da integrare in modo armonico le singole fasi, dall’accesso alla diagnosi, ai trattamenti, al follow-up. Obiettivo è garantire appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate, assicurare un approccio multidisciplinare, ridurre la variabilità nel trattamento. Nell’ambito del percorso del tumore ovarico una particolare attenzione viene riservata alle pazienti positive al test Brca, che indica una trasmissione ereditaria: vengono indirizzate a un ambulatorio di genetica e, dunque, a un percorso di presa in carico specifico. Il test genetico può essere esteso alle parenti maggiorenni che desiderino effettuarlo, dopo una consulenza specifica.

La rete regionale: i Centri di I, II e III livello

La rete regionale per il tumore ovarico, definita dalla delibera di Giunta del novembre 2019, è costituita da Centri ospedalieri di I, II e III livello. Gli ospedali di primo livello, che operano sempre con l’Hub di riferimento, assicurano il trattamento oncologico medico a completamento della strategia terapeutica. Il Centro di II livello ha il compito di prendere in carico la paziente, completare l’iter diagnostico, attivare il gruppo multidisciplinare (ginecologo-oncologo, oncologo-medico, radioterapista, genetista e anatomo-patologo) per mettere a punto la strategia terapeutica e procedere al trattamento chirurgico qualora indicato. I Centri di II livello finora identificati dalla Regione sono rappresentati dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, dall’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna; a breve sarà individuata l’organizzazione di riferimento per il territorio della Romagna. Infine, il Centro di III livello, individuato presso l’Unità Operativa di Oncologia Ginecologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, rappresenta il riferimento dell’intera rete regionale per il trattamento chirurgico dei casi più complessi (o inoperabili, oppure rari). Contemporaneamente, svolge le funzioni di Centro di II livello per l’Area Vasta Emilia Centro (AVEC) e di I livello per il proprio bacino di utenza. Inoltre, come stabilito da un’altra specifica delibera di Giunta, porta avanti un’attività di sostegno all’intera rete, promuove e coordina la didattica e la ricerca nel settore.

Mercoledì 25 novembre riparte il mercato a Comacchio

Una nuova ordinanza in tema mercati (n. 239 del 24.11.2020) consente la riapertura dell’area marcatale di Comacchio che già da domani (25 novembre) riaprirà i battenti.

Il Piano mercati in questione, con misure più stringenti, richiesto dalle attuali misura di contenimento per la diffusione Covid, riguarda quello del capoluogo che, in questa nuova versione, presenterà zone distinte: quella alimentare in Piazza Dante Alighieri (con ingresso e uscita separati) e quello non alimentare, in via dei Mercanti e nel parcheggio sul lato destro su Via Zappata, dotato di un varco di ingresso e di un varco di uscita separati: ingresso posto all’incrocio tra Via A. Zappata e Via dei Mercanti, e uscita (all’incrocio tra Via dei Mercanti e Via Foce) entrambi sorvegliati da personale addetto.

Il mercato quindi si potrà percorrere unicamente a senso unico e (dall’ingresso posto all’incrocio tra Via dei Mercanti e Via A. Zappata uscita Via Foce). I commercianti potranno utilizzo del solo fronte espositivo del banco di vendita e la regolamentazione del mercato sarà comunque illustrata da apposita cartellonistica e sorvegliata da steward itineranti. All’ingresso dell’area mercatale potrà essere effettuata la misurazione della temperatura corporea.

Disabilità. Ventinove progetti, per oltre 900 ragazzi, che passano dalla scuola al lavoro

Comunicato Regione: Disabilità. Ventinove progetti, per oltre 900 ragazzi, che passano dalla scuola al lavoro: dalla Regione un finanziamento di 3 milioni di euro. L’assessore Colla: “Agevolare il percorso verso un impiego significa favorire la piena inclusione sociale”

Le risorse a disposizione provengono dal Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità. Quindici 15 progetti sono rivolti agli studenti di oltre cento Istituti scolastici nel territorio regionale e 14 ai giovani che hanno già terminato il percorso scolastico.

Bologna – Sono 29 i nuovi progetti di transizione dalla scuola al lavoro che puntano ad accompagnare giovani disabili dal percorso di studio alla dimensione lavorativa. Le iniziative sono state approvate e finanziate dalla Regione con tre milioni di euro del Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità. Di questi, 15 progetti sono rivolti agli studenti di oltre cento Istituti scolastici del territorio regionale e 14 ai giovani che hanno già terminato il percorso scolastico. In tutto sono 922 i ragazzi che saranno coinvolti da questa misura in Emilia-Romagna.

“Si tratta di azioni di orientamento e di formazione per il potenziamento delle autonomie e delle competenze. Azioni che fanno parte di una programmazione pluriennale, pensate per creare misure dedicate ai giovani con disabilità e alle loro famiglie- spiega l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Vincenzo Colla-. In Emilia-Romagna crediamo che sia fondamentale dare priorità alla piena inclusione degli studenti con disabilità, agevolando e qualificando la fase di transizione dal percorso di studio verso la dimensione lavorativa, che è la strada verso l’autonomia personale”.

I percorsi finanziati dalla Regione accompagneranno i ragazzi dagli ultimi anni del percorso scolastico o formativo fino all’ingresso nell’ambito del lavoro, rispondendo così ai loro bisogni. Le iniziative puntano a connettere istituti scolastici, servizi socio-sanitari che hanno in carico i giovani e le loro famiglie, le imprese, le associazioni delle persone con disabilità, gli enti di formazione professionale accreditati, valorizzando pienamente il contributo della cooperazione sociale.

Nuova iniziativa di contrasto alla violenza di genere

Da: Coop Alleanza 3.0

ALL’IPERCOOP IL CASTELLO DI FERRARA L’INIZIATIVA “LA VIOLENZA È IL PROBLEMA. NON TU. SCRIVICI. ESCI DAL SILENZIO”

Nuova iniziativa di contrasto alla violenza di genere nell’ambito della collaborazione tra Coop Alleanza 3.0 e l’associazione Centro Donna Giustizia.

Da oggi nello spazio antistante l’ipercoop Il Castello di Ferrara sono presenti gli espositori dell’iniziativa “La violenza è il problema. non tu. Scrivici. Esci dal silenzio” promossa dall’associazione Centro Donna e Giustizia in collaborazione con Coop Alleanza 3.0.

Gli espositori che recano tutti i contatti informativi e i recapiti del Centro Donna e Giustizia forniranno un duplice servizio. Da un lato queste strutture che avranno una grafica e indicazioni in più lingue e di facile lettura, serviranno per poter far conoscere il Centro Donna e Giustizia permettendo di recuperare facilmente dei contatti, dall’altro sono predisposti per poter ricevere possibili segnalazioni da parte di donne in difficoltà o liberi cittadini che segnalino situazioni di pericolo. Il desk che compone la struttura infatti è pensato come un’urna in cui poter infilare lettere o biglietti da parte dei passanti in galleria o nel centro commerciale.

L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Ferrara, con l’adesione di Legacoop Estense e del centro commerciale Il Castello.

L’impegno di Coop Alleanza 3.0 al fianco delle donne vittime di violenza
Coop Alleanza 3.0 continua il suo impegno al fianco delle donne vittime di violenza e su questo fenomeno gravissimo torna a puntare i riflettori, il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche quest’anno Coop Alleanza 3.0 partecipa con la campagna solidale “Noi ci spendiamo, e tu?”: per tutto il mese di novembre soci e clienti potranno sostenere con l’1% degli acquisti di prodotti Coop, in particolare della linea Solidal, il lavoro dei centri antiviolenza e delle associazioni che si occupano di donne vittime di abusi. A Ferrara ne beneficerà l’associazione Centro Donna Giustizia.

I centri antiviolenza e le associazioni che si occupano di donne vittime di abusi potranno essere sostenuti anche acquistando le Confetture Frutti di Pace: dal 24 al 30 novembre per ogni vasetto, Coop donerà 50 centesimi a queste realtà presenti sul territorio. Le confetture sono prodotte da Insieme, una cooperativa che nasce nel 2003 a Bratunac e Srebrenica con lo scopo di favorire il ritorno a casa dei profughi della ex-Jugoslavia, attraverso un’attività basata sulla coltivazione di piccoli frutti nelle fattorie di famiglia riunite in cooperativa.

Inoltre, per tutto il mese di novembre nei negozi della Cooperativa i sacchetti del pane saranno portatori del messaggio “Per molte donne la violenza è pane quotidiano” e del numero antiviolenza nazionale 1522: un modo per ricordare come chiedere aiuto.

Nel 2019, grazie a “Noi ci spendiamo, e tu?”, Coop Alleanza 3.0 ha sostenuto con un contributo complessivo di oltre 90.000 euro un totale di 37 centri territoriali nelle regioni in cui è presente.

Distanza

Questo tempo di confino forzato, di sospensione dell’economia, ci obbliga a diradare i contatti, a tenerci a distanza, a rarefare gli impegni col mondo. E’ una grande tragedia per tante persone, per qualcuno può essere una grande opportunità.

“Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto. Si cresce sentendo d’improvviso molta distanza da tutte le persone”.
Erri De Luca

Le cose da salvare di Ilaria Rossetti

Salvare cose, memoria, segreti, se stessi. Frana un ponte, il Ponte, e Gabriele Maestrale non se ne va da quel che rimane di un palazzo pericolante e di una vita ormai blindata e sola. Le cose da salvare (edizioni Neri Pozza) di Ilaria Rossetti arriva là dove non si vede quando un uomo sceglie di lasciare il mondo fuori dalla porta e dall’esistenza. Ma il mondo bussa, ha la voce e la determinazione di una giovane giornalista, Petra, che vuole capire perché quell’uomo non ce la faccia a uscire, a salvarsi. Il moncone del ponte è la vita mozzata anche di chi è sopravvissuto, come Gabriele, che non va oltre a quello che gli è rimasto: casa e vita in bilico.
Cosa avranno salvato gli altri abitanti del palazzo scappando di casa quando il ponte è crollato? Cosa si sacrifica alla salvezza fra tutto ciò che ci è appartenuto fino a un minuto prima? Da salvare, nelle pagine di questo libro, ci sono anche i legami che né il ponte né gli anni passati in mezzo ai matrimoni finiti e ai lutti, hanno buttato giù. Da salvare c’è la volontà della mamma di Petra che progetta una ricostruzione della vita di chi è rimasto: un testamento d’amore alla sua famiglia, tutta da rifare, come il ponte. Il crollo che si è inghiottito persone e ha spezzato la città, diventa occasione di contatto e prossimità: fra Petra e Gabriele, fra Gabriele e due ospiti nascoste nel palazzo, fra il padre di Petra e Vanda che custodisce un segreto per sempre. Vecchi e nuovi legami sono la vera ricostruzione dentro le vite interrotte, ma che si ritrovano come se si fossero sempre aspettate. Tra l’amore che non se ne è mai andato e il tempo diventato vecchiaia, ci sta il riscoprirsi: dopo il crollo, dopo i lutti arriva il momento di non farsi più da parte perché “si salva quello che vuole essere salvato”.
Ilaria Rosetti presenterà Le cose da salvare venerdì 27 novembre alle 21 in diretta sulla pagina di Ferraraitalia e del Microfestival delle storie.
A dialogare con l’autrice Riccarda Dalbuoni.